Cristianità e marchiature

Il vero cristiano segue la legge di Cristo in tutta la sua interezza e l’accetta così come è, non a proprio piacimento scegliendo in essa delle parti oppure pensando di fare come al supermercato “scegliendo questo si e questo no”; non cerca di raggirare e coprire la parola di Dio interpretandola secondo i propri interessi, trovando così una giustificazione ingannevole o addirittura aggiungendo un’altra dottrina. Nel vangelo secondo Marco 8:34 Gesù dice alla folla e ai suoi discepoli: ”…..Chiunque vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua,”

Certo ogni persona ha la libertà di scegliere lo stile di vita da seguire, ma bisogna essere anche coerenti. Chi afferma di essere cristiano, se lo è veramente, mette al primo posto Cristo e rinuncia e a se stesso; lo dimostra conducendo in maniera “cristiana” (conforme al Vangelo di Cristo) la propria vita, mostrando “i frutti” che testimoniano la sua fede. Gesù afferma nel vangelo secondo Luca 16:13 “Nessun servo può servire a due padroni; perché o odierà l’uno e amerà l’altro, o si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro; voi non potete servire a Dio e a mammona.”

Il Signore infatti, parla anche di coerenza il vangelo secondo Matteo al 5:37 “ma il vostro parlare sia: Sì, sì, no, no; tutto ciò che va oltre questo, viene dal maligno.” Negli ultimi tempi sembra difficile capire dove c’è verità e dove invece, si è insinuata la menzogna. Prendendo in considerazione la moda di oggi, in particolare, verso i tattoo (o meglio i tatuaggi) e i piercing (che tradotto dall’inglese ne deriva “pratica delle incisioni”). Fa riflettere molto il passo di levitico cap. 19 ver. 28 in cui è scritto: “Non farete incisioni nella vostra carne per un morto, né farete alcun tatuaggio su di voi. Io sono l’Eterno.”

Questo ordine fu dato dal Signore al popolo eletto, in quanto c’era nelle vicinanze un altro popolo che praticava dei rituali religiosi con tatuaggi e incisioni verso un dio pagano, in particolare nei funerali. Il “Popolo Eletto da Dio” non doveva e non deve assimilare usanze idolatre e riti che non appartengono al Signore come viene anche confermato in Deuteronomio 14:1,2 “Voi siete i figli dell’Eterno, il vostro DIO; non vi farete incisioni e non vi raderete tra gli occhi per un morto; poiché tu sei un popolo santo all’Eterno, il tuo DIO, e l’Eterno ti ha scelto per essere un popolo suo, un tesoro particolare fra tutti i popoli che sono sulla faccia della terra.”

Oggi tatuaggi e i piercing sono divenuti più che altro dei rituali sociali, ma non indispensabili; i motivi più comuni che portano una persona a segnare il proprio corpo possono ritrovarsi per seguire una certa moda o per decorare il proprio corpo con degli ornamenti estetici; per imitare qualche personaggio famoso; per trasgressione cercando di distinguersi dagli altri, ricreando un’identità con un marchio di appartenenza, verso un gruppo o club di cui si fa parte, simboleggiando, insomma, una certa gerarchia per incutere timore verso altri individui. Nell’Antico Testamento ci sono altri divieti simili mentre nel Nuovo Testamento vi è l’istruzione che il nostro corpo è il Tempio dello Spirito Santo, quindi occorre curarlo e onorarlo, con lo stesso amore rivolto al Signore, come è scritto in 1Corinzi 6:19-20

“Non sapete che il vostro corpo è il tempio dello Spirito Santo che è in voi, il quale voi avete da Dio, e che voi non appartenete a voi stessi? 20 Infatti siete stati comprati a caro prezzo, glorificate dunque Dio nel vostro corpo e nel vostro spirito, che appartengono a Dio.”

Alcuni studiosi affermano che i tattoo e i piercing, si riferiscono solo nei funerali, e chi si ostina di inciderli sul proprio corpo trova su questo una sua giustificazione. Spesso s’ignorano i loro significati e i loro messaggi che possono trasmettere, con il rischio che un credente può essere di scandalo o di pettegolezzi, se tali messaggi, in apparenza innocui, possono diffondere tale credo. È meglio occuparsi principalmente di cose che riguardando la gloria di Dio, come afferma Paolo in 1Corinzi 10:31-33 “Sia dunque che mangiate, sia che beviate, sia che facciate alcun’altra cosa, fate tutte le cose alla gloria di Dio. Non date motivo di scandalo né ai Giudei, né ai Greci, né alla chiesa di Dio; come io stesso mi sforzo di essere gradito a tutti in ogni cosa, non cercando il mio proprio vantaggio ma quello di molti, affinché siano salvati.”

Un seguace di Cristo ha il compito di diffondere la Parola di Dio come una semina e darne anche testimonianza, no per il proprio vantaggio ma portando buon frutto a Dio, e lo si nota perché risplende come una luce davanti alle persone. Come dice Gesù nel vangelo secondo Matteo 5:16 “Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, affinché vedano le vostre buone opere e glorifichino il Padre vostro che è nei cieli.”

E anche nel vangelo secondo Luca 11:36 “Se quindi tutto il tuo corpo è illuminato senza avere alcuna parte tenebrosa, tutto sarà illuminato, come quando la lampada ti illumina col suo splendore.”

Di conseguenza un vero cristiano deve valutare se alcune pratiche, come i tatoo e i piercing, possono oscurare la sua credibilità di essere portavoce di Cristo. I tatuaggi cosiddetti “religiosi”, evocano messaggi in realtà pseudo-cristiani, e chi se li fa, si ritiene un cristiano devoto, ma il vero cristiano si alimenta della parola di Dio e di preghiere, e non necessita di marchiare o etichettare sul proprio corpo immagini o simboli, per garantire la sua provenienza, come alcuni prodotti in commercio anche marchiati, si ha la spiacevole sorpresa di trovarsi davanti a dei tarocchi. Da questo esempio si capisce che tali pratiche non garantiscono “l’integrità spirituale”. E’ scritto in Deuteronomio 4:23,24 “Guardatevi dal dimenticare il patto che l’Eterno, il vostro DIO, ha stabilito con voi, e dal farvi alcuna immagine scolpita nella forma di qualsiasi cosa che l’Eterno, il tuo DIO, ti abbia proibita. Poiché l’Eterno, il tuo DIO, è un fuoco consumante, un Dio geloso.”

Il Signore lo fa ricordare anche in Deuteronomio 5:8-9 “Non ti farai scultura alcuna né immagine alcuna delle cose che sono lassù nei cieli o quaggiù sulla terra o nelle acque sotto la terra. Non ti prostrerai davanti a loro e non le servirai, perché io, l’Eterno, il tuo DIO, sono un Dio geloso che punisco l’iniquità dei padri sui figli fino alla terza e alla quarta generazione di quelli che mi odiano”

Il Signore vuole che il Suo popolo non lo dimentichi e non adori cose che sono sulla terra in acqua e nei cieli, perché sa che questo provoca idolatria. Infatti i tattoo sono molto appariscenti ma tendono ad adorare più il mondo che a Dio, portando a far guardare l’esteriorità, cosa che Dio non insegna, ma insegna di guardare nella sostanza, dritto al cuore. Oggi la moda moderna tende ad allontanare l’uomo da Dio con le cose del mondo, la Bibbia ne parla chiaramente in 1Giovanni 2:15 “Non amate il mondo, né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in lui,”

Il cristiano fedele ha i suoi occhi verso Dio vive di semplicità e non di cose eccessive, e si dedica anche delle cose comuni con fratelli e sorelle della chiesa di cristo come è scritto in Atti 2:42-48 “Essi erano perseveranti nel seguire l’insegnamento degli apostoli, nella comunione, nel rompere il pane e nelle preghiere. Ed erano tutti presi da timore; e molti segni e miracoli si facevano per mano degli apostoli. Or tutti coloro che credevano stavano insieme ed avevano ogni cosa in comune. E vendevano i poderi e i beni e li distribuivano a tutti, secondo il bisogno di ciascuno. E perseveravano con una sola mente tutti i giorni nel tempio e rompendo il pane di casa in casa, prendevano il cibo insieme con gioia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. E il Signore aggiungeva alla chiesa ogni giorno coloro che erano salvati.

Il discorso in questione non crei delle perplessità o “scoraggiamento” verso il cammino cristiano, piuttosto una riflessione su cosa dice e non dice “la Parola”. Per chi ha tatuaggi o altro del genere, e ritiene alla fine che queste pratiche non siano conformi al cristianesimo, non è il caso di autocommiserarsi. La miglior cosa sarebbe toglierli se si ha la possibilità, o al limite non metterli in mostra, e non siano una giustificazione che permette di farne altri, pensando “ormai ne ho uno, qualcuno più non lo nota nessuno”. Il Signore ci conosce più di noi stessi: sa chi si ravvede, e chi tende a concentrarsi sull’ammirazione delle persone, nonostante ciò per la sua misericordia, tende le sue braccia aperte a chi è mancante verso di Lui, ma che lo ricercano in continuazione per la Sua Grazia in Cristo Gesù.

F. Tramontano

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