Studio biblico: la Santificazione

Il termine greco Hagiazo ha il significato di: <<far santo, mettere da parte, dedicare, purificare>> l’altra parola Hagiasmos assume il significato di: <<santità, separazione dalle cose mondane, e quindi santificazione>>. Ciò per specificare che le componenti essenziali della santificazione sono l’allontanamento del cristiano da qualsiasi cosa lo possa portare a commettere atti peccaminosi e la dedicazione verso le cose di Dio. La santificazione si rivela importante e fondamentale per il cristiano, il quale, non può sottovalutarla, in quanto costituisce un azione completa di Dio. Egli agisce, mediante lo Spirito Santo, per santificare il credente fin dall’inizio della suo rapporto con Lui (Dio); infatti è scritto: <<Parla a tutta l’assemblea dei figli d’Israele e dì loro: “Siate santi, perché io l’Eterno, il vostro Dio, sono santo”>> Levitico 19:2 ed ancora: <<Poiché sta scritto: “Siate santi, perché io sono santo”>> 1° Pietro 1:16.

ORIGINE DELLA SANTIFICAZIONE

L’origine della santificazione coincide con il sacrificio di Cristo mediante il suo intervento redentivo. Questo intervento includeva, sicuramente la nostra nettatura dal peccato, infatti troviamo scritto nella Parola di Dio: <<Il quale ha dato se stesso per noi, per riscattarci da ogni iniquità e purificare per sé un popolo speciale, zelante nelle buone opere>> Tito 2:14.

Tutto il Nuovo Testamento dichiara questo concetto, ovvero, che Gesù Cristo è stato fatto nostra santificazione, infatti leggiamo: <<Ora grazie a lui siete in Cristo Gesù, il quale da Dio è stato fatto per noi sapienza, giustizia, santificazione e redenzione>> 1° Corinzi 1:30 (vedi anche Efesini 5:25, 26; Ebrei 10:10; 13:12;1°Giovanni 1:7).

Quindi il sacrificio vicario di Gesù Cristo non era soltanto un evento legittimante ma potentemente santificativo. Infatti egli si sacrificò, mediante la croce, affinché chiunque avrebbe creduto in lui, potessero assumere una caratteristica santificativa, senza peccato e senza difetto alla presenza di Dio, infatti è scritto: <<Ora vi ha riconciliati nel corpo della sua carne, mediante la morte, per farvi comparire davanti a sé santi, irreprensibili e senza colpa>> Colossesi 1:22. La santificazione scaturisce dal nostro legame con Dio in Cristo, ottenuta mediante il sacrificio vicario di Gesù sulla croce; essa sorge dalla nostra relazione con Dio attraverso Cristo. Infatti le scritture ci dicono: ” Costoro infatti ci corressero per pochi giorni, come sembrava loro bene, ma egli ci corregge per il nostro bene, affinché siamo partecipi alla sua santità.” Ebrei 12:10.

L’ESSENZA DELLA SANTIFICAZIONE

Meditando le scritture, alcuni temi sulla santificazione, assumono un significato ben definito.

Un modo di vivere tangibile: Tutto quello che concerneva la venerazione ed il servizio di culto verso Dio, nel vecchio testamento, fu definito santo, onde per cui, la vocazione sacerdotale, il tempio, gli altari, l’olio per ungere, le grandi celebrazioni come la Pentecoste, la Pasqua ed il Sabato, fondamentalmente, erano santi. La santità fu attribuita alle persone ed alle cose appartate per il servizio a Dio. Nel Nuovo Testamento, troviamo la stessa concezione oggettiva della santificazione, in alcuni passi viene vista come strutturale con una relazione efficace con Dio, ovvero che il credente è consacrato a Dio e gli appartiene. In merito a ciò, egli viene definito santo leggasi Atti 9:13; Romani 8:27; 12:13; 15:25; 1°Corinzi 6:1. La morte di Cristo costituisce il punto di partenza per un cristiano per raggiungere una completa santificazione. I credenti sono messi a parte per il Signore per le qualità attribuite al sacrificio di Cristo Gesù nella loro vita; in conseguenza di ciò, i cristiani sono messi a parte ” in Cristo” come conseguenza del loro credere in Lui, in Ebrei sta scritto: ” per mezzo di questa volontà, noi siamo santificati mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo, fatta una volta per sempre ” Ebrei 10:10.

Una consapevolezza personale: La Parola di Dio ci dice che la santificazione costituisce più di un nuovo modo di essere o un nuovo atteggiamento in rapporto con Dio, ma è anche una questione di cuore. La santificazione conquistata da Cristo per i credenti significa l’essere appartati per servire Dio, che sicuramente costituisce un esperienza personale e soggettiva, che porta un risultato importante e concreto su coloro che si sono santificati. La santificazione è assegnata, ai credenti, mediante lo Spirito Santo. In considerazione di questo il credente è rinnovato nella sua somiglianza a Gesù Cristo (leggi Romani 8:29); lo stato spirituale del credente viene cambiato al suo nuovo stato, Cristo è nel credente come è pure per lui. La santificazione, verificata in qualità di esistenza soggettiva, ha come fondamento l’unione spirituale con Cristo, attraverso la sua morte e resurrezione. L’Apostolo Paolo nell’Epistola ai Romani 6:23 parla della morte e della resurrezione del credente con Cristo che comporta un nuovo modello di vivere. Il vecchio uomo è crocefisso con Cristo e risorge in novità di vita(leggi i versetti 4 e 5 del capitolo medesimo)…….questo morire e resuscitare spirituale costituisce un esperienza interiore che comporta risultati esteriori con la fine della vecchia vita e la concomitante nuova esistenza in Cristo.

Un’opera di Dio: In 1° Tessalonicesi 5:23 leggiamo: ” Ora l’Iddio della Pace vi santifichi egli stesso completamente; e l’intero vostro spirito, anima e corpo siano conservati irreprensibili per la venuta del nostro Signore Gesù Cristo”. Da questo versetto leggiamo chiaramente come Dio abbia un ruolo determinante nel processo di santificazione, egli separa il credente dal peccato per portarlo a sé; rimodellandone la natura, affinché possa compiere Sua volontà. Gesù nella preghiera sacerdotale (vedi Giovanni 17:17) usa l’espressione ” santificali nella tua verità” egli prego il Padre per i suoi discepoli, questa espressione evidenzia che il cristiano è santificato nella verità di Dio, attraverso il Suo Figliuolo Gesù Cristo, è sicuramente lo Spirito Santo, compie un opera determinante per il conseguimento di tale obiettivo. Egli (lo Spirito Santo) guida i cristiani, attraverso la santificazione, a non gratificare i desideri carnali……infatti sta scritto: “Or io dico: Camminate secondo lo Spirito e non adempirete i desideri della carne” Galati 5:16. Quindi la nostra santificazione ha una estensione energica volta ad una relazione efficace e continua con Dio, dove lo Spirito Santo cambia la nostra esistenza e dispone importanti motivazioni per una valida vita in Cristo. Il cristiano viene ad essere trasformato a somiglianza di Gesù Cristo mediante la potenza dello Spirito Santo. Egli cambia il nostro carattere e il nostro comportamento portando frutti importanti nella nostra vita (Galati 5:22,23), portando una potente testimonianza agli altri.

Un dovere per il cristiano: Mentre l’opera di Dio è fondamentale riguardo al piano relativo alla santificazione, e, mentre, l’opera dello Spirito Santo, assume un importanza cruciale, è allo stesso modo determinante, la volontà del credente, il quale permette una realizzazione pratica della santificazione. Infatti nel Vecchio Testamento, Dio consacrava il suo popolo(Esodo 31:13), ma è altresì vero che ordinò nel contempo, al popolo, di consacrarsi a Lui (Numeri 11:18). Egli vuole che il credente replichi, a questa opera santificativa da parte di Dio, ricercando e mettendo in pratica una conduzione santa e irreprensibile della propria vita.

I santificati in Cristo Gesù sono chiamati a vivere una vita di santità: ” In virtù di questa <<volontà>> siamo stati santificati, mediante l’offerta del corpo di Gesù Cristo fatta una volta per sempre” Ebrei 10:10 ed ancora “Impegnatevi a cercare la pace con tutti e la santificazione senza la quale nessuno vedrà il Signore; vigilando bene che nessuno resti privo della grazia di Dio; che nessuna radice velenosa venga fuori a darvi molestia e molti di voi non ne siano contagiati” Ebrei 12:14,15. In questo passo, è implicitamente scritto che è un dovere ed un impegno del cristiano: quello di avere una condotta personale adeguata. Poiché tramite una vita condotta sul binario della disciplina il cristiano può permettere a Dio di lavorare nella sua vita, e nel contempo, progredire nel cammino della santificazione.

In Filippesi 2:12,13 tale verità viene evidenziata dall’Apostolo Paolo: “Perciò, miei cari, come mi avete sempre ubbidito non solo quando ero presente, compite la vostra salvezza con timore e tremore, Poiché Dio è colui che opera in voi il volere e l’operare, per il suo beneplacito.” Non esistono sentieri alternativi per raggiungere la santità e l’essenza spirituale, ogni lato del nostro carattere e della nostra vita, deve essere basato su Cristo. L’Apostolo Paolo sollecitò i cristiani di quel tempo a deporre i desideri della loro carne ed a morire a se stessi camminando per lo Spirito (leggi Romani 8:13; Galati 5:16,24).

La Parola di Dio, quando usa il termine <<carne>> vuole significare la personalità e l’essenza umana, che quando va in decadenza;si trova in uno stato che dispiace a Dio!. L’Apostolo Paolo definì questa natura peccaminosa ,o decadente, come vecchio uomo (Efesini 4:22,24; Colossesi 3:9,10). Il credente deve essere risoluto nell’ opporsi alla vecchia natura, in quanto che essendo stato da liberato da Cristo, sulla croce, dal peccato e dalla potenza malvagia, deve crocifiggere il vecchio uomo, in maniera da togliere l’influenza del peccato nella propria vita (Romani 6:2-6,14). Quindi, come si diceva, ogni cristiano è chiamato a detronizzare il suo vecchio io: “Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazioni, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria” (Colossesi 3:5)…..ed ancora “Poiché se voi vivete secondo la carne voi morrete; ma se per mezzo dello Spirito fate morire le opere del corpo, voi vivrete (Romani 8:13).

L’espressione “far morire” nel greco neotestamentario Nekrosante (Nekrosante) assume il significato di una rottura definitiva e totale dalla vita del vecchio uomo, questo naturalmente esige un azione risolutiva da parte del credente, affinché egli (il credente) possa incamminarsi verso la santificazione ed incentrare la propria vita in Cristo. Un’altra espressione greca Thanatoùte (Thanatuoute): ” mettere a morte” ha il significato di continuare a mettere a morte il vecchio uomo, questo implica un controllo continuo sulla vecchia natura, affinché non prendi il sopravvento, e, facendo ciò, si vive ,manifestando un azione continuativa verso il vecchio uomo in modo tale da non permettere che possa provocare seri danni alla condotta cristiana. Il cristiano che muore al peccato, vive nella giustizia (1° Pietro 2:24) questo significa essere rivolti alla santità.

La prerogativa positiva della santificazione si manifesta in una vita imperniata sul carattere di Cristo. Questo modo di conduzione della vita, deve essere identificato in un impegno costante e intero nel servizio e nell’ubbidienza a Dio accompagnato da un alto senso per la giustizia. Infatti Gesù disse che saranno beati coloro che sono affamati e assetati di giustizia (Matteo 5:6; 6:33), coloro che vivono questo sentimento sono spinti ad una volontaria consacrazione verso Dio. Paolo replica, inoltre, che i cristiani dovrebbero essere membri rivolti alla giustizia, per la santificazione (Romani 6:19); avvenuto questo si porta un evidente frutto santificativo (6:22), quando ci consacriamo a Dio, diventiamo Sua esclusiva proprietà, al fine di poter essere utilizzati per il Suo servizio. Di questo processo di rinnovamento, ne è coinvolta anche la nostra mente, in quanto viene rinnovata per servire Dio. Il cristiano diventa un uomo nuovo rivestito di santità e giustizia (Efesini 4:4) mediante una santa condotta(1°Pietro 1:15). Per ottenere una vita imperniata nella santità, nella giustizia e su una condotta santa, dobbiamo ricercare un rapporto continuo ed intimo con Cristo (Giovanni 15:4), una comunione con i credenti (Efesini 4:15,16), una particolare dedizione alla preghiera (Matteo 6:5-15,16), rinnegare se stessi, prendendo (quotidianamente) la propria croce, seguendo Gesù (Luca 9:23) ed un ubbidienza continua per essere ripieni dello Spirito Santo(Romani 8:14; Efesini 5:18).

GLI STRUMENTI DELLA SANTIFICAZIONE

La Parola di Dio: Come descritto in precedenza tutti i credenti sono chiamati a condurre una vita santa. La Parola di Dio è uno degli strumenti, per far si che questo possa accadere (Giovanni 17:17). La Parola esegue due duplici azioni: preserva dal peccare e purifica; infatti sta scritto: “Ho conservato la tua parola nel mio cuore, per non peccare contro di te” Salmo 119:11…..ed ancora “Come può il giovane rendere la sua via pura? Custodendola con la tua parola” Salmo 119:9 ed inoltre “Voi siete già mondi a motivo della Parola che vi ho annunziata” Giovanni 15:3.

Dio agisce mediante la sua parola, l’autorità della Parola di Dio può risultare determinante nella vita del credente ,essa, dice Paolo, ” è utile ad insegnare, a convincere, a correggere ed a istruire nella giustizia, affinché l’uomo di Dio sia completo, pienamente fornito per ogni opera buona” 2° Timoteo 3:16. Essa è come un pedagogo che ci indirizza sul come essere santi e come pregare nel nome di Gesù (Giovanni 14:13, 14 ; 16;23,24); a cantare salmi, inni e canti spirituali (Efesini 5:19; Colossesi 3:16); a digiunare (Matteo 17:21; Marco 9:29); ad essere predisposti e sottomessi alla disciplina di Dio (Ebrei 12:5,11).

Un cammino caratterizzato da una fede viva e dalla santità non proviene solo dalla enunciazione e dell’ascolto della Parola di Dio, ma soprattutto dalla lettura, dallo studio, dalla meditazione ed all’ubbidienza della Parola medesima; essa costituisce un traccia da seguire per la vita del cristiano. Mediante ammonimenti e veti, essa indirizza il credente verso una santificazione pratica e devozionale.

Lo Spirito Santo: La Parola di Dio e lo Spirito Santo sono una stessa cosa. Lo Spirito Santo agisce mediante la Parola di Dio, proiettando la luce della verità nel credente, permettendogli di condurre un cammino volto alla santificazione. In Efesini 6:17 troviamo scritto: “Prendete anche l’elmo della salvezza, e la spada dello Spirito, che è la Parola di Dio”; lo Spirito Santo indirizza, tramite le sacre scritture, associata all’ubbidienza, il credente verso una dimensione ben delineata a livello santificativo.

Questo è confermato anche dalle parole dell’Apostolo Paolo in Romani 8:4 ” affinché la giustizia della legge si adempia in noi che non camminiamo secondo la carne, ma secondo lo Spirito”; egli (Paolo) sostiene che l’offerta (la preghiera) deve essere santificata mediante lo Spirito Santo (Romani 15:16)…….quindi la santificazione è il prodotto e il risultato dell’opera dello Spirito Santo. Egli risiede nel cuore di ogni cristiano (Romani 8:9), affrancandolo da ogni cosa, affinché ubbidisca e serva Dio (Romani 7:6; 2 Corinzi 3:17).

Tuttavia vi è una grande differenza tra il sostenere lo Spirito Santo come dimorante nel credente, e nel contempo, che il cristiano permetta che Egli governi la sua vita, esiste un detto che recita: “tra il dire ed il fare, c’è di mezzo il mare”, questo per significare che il credente non deve solo sostenere che ha ricevuto lo Spirito Santo, ma deve farsi guidare anche da Lui. Il cristiano è sempre incalzato dentro di sé, dallo lotta fra lo Spirito Santo e la sua carne, soltanto facendo si che Egli (lo Spirito) prenda il controllo della sua vita, non cederà alle tentazioni della carne (Galati 5).

IL PROPOSITO DELLA SANTIFICAZIONE

Ogni credente in Cristo deve camminare nello Spirito per preservare l’anima sua dal peccato (Galati 5:16), fortificato, a dunque, vive una vita santa. Giovanni ci dice nella sua prima epistola che chiunque è nato da Dio non pecca (1° Giovanni 3:9), questa dichiarazione non va intesa per asserire che per i nati da Dio è impossibile peccare; il testo greco, infatti, traduce testualmente: non pecca adesso; questo è molto importante per comprendere la dinamica testuale ed il significato di questo versetto. I credenti devono lasciarsi, dietro le spalle, il peccato, in quanto esso è inadattabile alla natura santa di Dio e ad una vita innovata in Cristo.

Chi è chiamato ad una vita santa, è per volere Dio, perché Egli ha uno scopo su di lui (il credente); quindi non deve sottovalutare il peccato e non confidare nella sua propria forza,e, il rischio più probabile e rappresentato dalla possibilità di cadere nel peccato, tramite la tentazione (1° Corinzi 10:12). Questo richiede sicuramente una santificazione personale ovvero santità di cuore e di condotta; queste caratteristiche sono amplificate dalle sacre scritture, concernenti, una santificazione che implica la persona nella sua interezza (1° Tessalonicesi 3:13; 5:23).

Va, inoltre, sottolineato che la santificazione produce un effetto positivo anche nel modello di vita del cristiano: il volere di Dio viene codificato come santificazione (1° Tessalonicesi 4:3), non soltanto nell’allontanarsi dall’adulterio, dal rubare, dal mentire ecc…….ma include sicuramente anche il modo con cui egli (il cristiano) si comporti per piacere a Dio (1° Tessalonicesi 4:1).

La santificazione si rispecchia nella volontà di Dio, in quanto consiste in una chiamata ad un modo di vivere conforme a Cristo. Le sacre scritture esortano i credenti a: ” comportarsi in modo degno di Dio, che vi chiama al suo regno ed alla sua gloria” (1° Tessalonicesi 2:12). La santificazione deve rappresentare un fattore illuminante nella vita del credente per allontanarlo dalle concupiscenze di questo mondo……quindi, a tal proposito, la Parola di Dio sottolinea il perfetto equilibrio tra la santificazione stessa e le buone opere: “affinché siate irreprensibili ed integri, figli Dio senza biasimo in mezzo ad una generazione perversa, fra la quale risplendete come luminari nel mondo, tenendo alta la parola della vita” Filippesi 2:15…..da questi versetti si evince che una buona santificazione permette una valida testimonianza ed una netta distinzione da questo mondo di peccato e tenebre.

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