“Io vi dico in verità che in nessuno, in Israele, ho trovato una fede così grande!” (Matteo 8:10)
Il termine “grande” non sta a indicare solo la quantità o misura, come molti scelgono di interpretare senza mai andare a fondo, ma indica anche la qualità. La fede è il dono PERFETTO di Dio. O si ha fede o si ha paura; o si ha fede o si dubita. Una è contro l’altro. Due sono le scelte. La parola di Dio è piena di dualismo, e ve li elenco qualcuno:
Luce e tenebre; giorno e notte; mattina e sera; alba e tramonto; cielo e terra; terra e mare; puro e impuro; bene e male; verità e menzogna; angeli e demoni; benedizione e maledizione; ubbidienza e disubbidienza; Spirito e carne; costruzione e distruzione; gioia e tristezza; amore e odio; pace e guerra; potenza e debolezza; vita e morte; coraggio e paura; certezza e dubbio; credere e negare ecc ecc ecc…
“Grande fede”, in realtà, significa
fede semplice, pura, ma efficace, e allora Dio opererà con forza e potenza nella nostra vita e in quella degl’altri. Questa è la fede quanto un granello di senape: semplice pura ed efficace.
La vera fede lotta con i dubbi e con le paure e confida in Dio anche quando da Lui non ode risposta.
Dio non è “un dio qualsiasi” e chiunque crede in Dio non può ignorare ciò che Egli dice di Sé stesso e fa conoscere di Sé stesso in Cristo, nella Sua Parola.
Fede è “fiduciosa ubbidienza”. L’ubbidienza è il risultato inevitabile della vera fede. Fede ed ubbidienza sono inseparabili. Basti pensare all’episodio di Gesù che calma la tempesta: Gesù disse loro: “Passiamo all’altra riva”, e i discepoli dovettero ubbidire a ciò che ha detto qualunque cosa accada. Precedentemente i discepoli avevano ricevuto degli insegnamenti da parte di Gesù in parabole: delle due case, nella quale avevano udito che la tempesta sarebbe arrivata, e chi fondasse la fede in Cristo Gesù che è la Roccia, non sarebbe caduto e venuto meno; del seminatore e i diversi terreni, tra questi quello sulla roccia che indica coloro i quali ascoltano la parola, i discepoli lo seguirono, la ricevono con gioia, i discepoli con gioia obbedirono; ma quando viene la prova, si tirano indietro, di fatti i discepoli smisero di avere fede in Gesù Cristo lasciandosi prendere dalla paura. Poteva bastare soltanto vedere Gesù che dormiva e la Sua calma, per far comprendere che all’altra riva ci sarebbero comunque arrivati, nonostante la tempesta in atto. Quante volte noi crediamo in Cristo solo per un certo tempo, poi tutti nel panico più totale! Gesù dovette dir loro: “Dov’è la vostra fede?”; “Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede, oppure, Come mai non avete fede?”;
“Perché avete paura, o gente di poca fede?”. Avete notato le differenze presenti nei vangeli? Ciò deve far comprendere che è completamente sbagliato parlare di quantità della fede. Il poco non fa riferimento soltanto alla quantità, come molti vogliono interpretare per giustificare la mancanza di fede, ma anche al valore e all’importanza, cioè non ne diamo il giusto valore e non riteniamo quanto sia importante avere fede, sempre!
Quante volte smettiamo di avere fede in Dio in circostanze avverse perché pensiamo a noi stessi, perché vogliamo salvarci la pelle, e, di conseguenza, scegliamo di tirarci indietro. Quante volte ci è stato detto: “Non temere! Continua ad avere fede”, “Non temete, abbiate fede in Me”? Volendo dire di non permettere alla paura e all’incredulità di mettere da parte la fede.
La fede è una forte unione esistenziale con Cristo, porta alla rinuncia di noi stessi, è vivente ed operante, è ubbidienza a Cristo. Allontaniamo da noi quella superficiale e ingenua interpretazione della fede, altrimenti non vedremo mai manifestare nella nostra vita la Sua gloria e la Sua potenza.
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