TESTIMONIANZA.Liberata dai legami dell’ipocrisia

Considero un grande privilegio poter raccontare ad altri le grandi meraviglie che il Signore ha compiuto nella mia vita. Circa tre anni fa, seppur giovanissima, mi trovavo ad essere sempre angosciata, insoddisfatta, vuota, anche se esteriormente apparivo come una ragazza allegra e spensierata. In realtà provavo vergogna nel confidare a coloro che mi stavano vicino questo mio triste stato d’animo perchè sicuramente nessuno avrebbe mai potuto comprendermi visto che non avevo proprio alcun motivo per essere infelice. Infatti, come figlia ero fin troppo coccolata e viziata dai miei genitori (avevo quanto di meglio una ragazza a quell’età potesse desiderare; a scuola tutti gli insegnanti mi elogiavano per il buon profitto che anno dopo anno conseguivo con costanza; fra gli amici venivo apprezzata e stimata da tutti. Nonostante tutto rimaneva il fatto che nel mio cuore non c’era pace anzi sembrava trovarsi tutto sottosopra e questo non sentirmi felice ed appagata interiormente, mi portava anche a non apprezzare tutto quello di cui disponevo, sia dal punto di vista materiale sia dal punto di vista affettivo. Finii allora con l’indossare una bella maschera fatta di ipocrisia anche se nascondermi in essa serviva solo a farmi sentire ancora peggio. Cosciente della mia situazione andavo disperatamente alla ricerca di qualcosa o di qualcuno che potesse colmare questo mio vuoto. Ero una ragazza molto religiosa e come tale il mio rapporto con Dio era solo formale anche se Lo consideravo irraggiungibile, troppo lontano per potersi interessare dei miei problemi, perchè aveva cose più importanti a cui pensare lassù, e le uniche volte che la domenica mi permettevano di disturbarLo pregando, o meglio, recitando quelle poche cose imparate a memoria che sin da piccola mi avevano inculcato, da Lui, comunque, non ricevevo mai nulla. Stanca ormai di tutto e di tutti decisi di fuggire, di scappare via dalla religione, dall’ipocrisia e dal formalismo, dalle amare delusioni che mi avevano trasformata in una ragazza diffidente, scorbutica e chiusa. Correvo ma senza una meta da raggiungere che potesse acquietarmi, e proprio quando tutto intorno a me sembrava essere diventato oscuro, troppo buio per poter avanzare, qualcuno mi venne incontro stendendomi la mano; era la mano di Dio, che, nella Sua infinita misericordia, pose il Suo sguardo su di me. Fu il mio fratello maggiore, che per la prima volta mi parlò di Dio in una maniera diversa. Al contrario di me, mio fratello Lo conosceva (e come tale Lo presentò anche a me) come un Dio vivente, attento ai bisogni di chi Lo cerca e Lo invoca con tutto il cuore, e mi invitò a leggere la Sua Parola. Non accettai subito quell’invito, perchè le esperienze negative del passato avevano tanto indurito il mio cuore e non sentivo più neanche la minima esigenza e il minimo bisogno di rifugiarmi in Dio. Osservavo perfino mio fratello e lo invidiavo perchè riusciva in ogni cosa che faceva ed era sempre gioioso, tranquillo e sereno, felice insomma, mentre io, al contrario, sempre più afflitta e turbata. Così un giorno decisi di accettare quell’invito, presi nelle mani la Bibbia ed iniziai a leggere; più ne sfogliavo le pagine maggiormente riuscivo a sentire vicino quello stesso Dio che prima sembrava essere cos” distante da me, non certo perchè Lui era cambiato ma perchè io mi stavo accostando in modo giusto al Suo cospetto, ossia in umiltà e col grande bisogno di un Suo intervento. In un istante sentii il mio cuore ricolmo di gioia, di pace, di amore ed ero felice di poter far partecipi gli altri della mia gioia, questa volta una gioia vera, che mi portò ad abbandonare ogni cosa vana e futile che c’era dentro di me. Finalmente, per la prima volta, mi sentivo protetta, appagata, serena, in nessun altro avrei mai potuto provare tanta comprensione. Da quel giorno non sentii più la voce della solitudine, con tutti i pensieri più brutti e tristi che da essa scaturivano, perchè la dolce voce della Sua Parola ne prese il posto. Iniziai a frequentare la comunità evangelica del mio paese perchè desideravo condividere insieme ad altri quello che provavo e dopo alcuni mesi decisi di fare il battesimo in ubbidienza alla Parola di Dio. Ancora oggi sto correndo, ma questa volta ho una meta da raggiungere, un traguardo da conseguire, quello della vita eterna nel glorioso giorno in cui Gesù ritornerà per premiare la Sua Chiesa. Certo nessuna corsa priva di ostacoli, ma ringrazio Dio perchè Egli stesso mi ha sempre aiutata a superare quelli passati ed è riponendo la mia fiducia nella Sua fedeltà che trovo la forza di andare avanti giorno dopo giorno perchè sicuramente Colui che ha iniziato un’opera buona in me la porterà a compimento.

Antonella Calabrò

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