CORRENTI SUPERFICIALI
“Non giudicate acciocché non siate giudicati: perché col giudicio col quale giudicate, sarete giudicati: e con la misura onde misurate, sarà misurato a voi” (Matteo 7:1, 2)
Chi si è mai preoccupato per l’osservanza di questo precetto o addolorato per averlo trasgredito? Eppure Gesù stesso ne evidenzia l’importanza. Cerchiamo di comprendere il significato profondo di questo comandamento. Ci sono due o tre cose cui certamente esso non allude. Non significa che non dobbiamo discernere il bene dal male. Non vuol dire che dobbiamo dipingere di bianco ciò che è nero per dargli un aspetto migliore, o che dobbiamo dire o pensare delle bugie e considerarle un atto di carità. Non significa che dobbiamo battezzare cose sciocche con bei nomi cristiani e pensare di averle rigenerate. L’avarizia non deve essere chiamata “prudenza che trattiene”. L’avidità non deve essere scambiata con “una forma d’economia”. Un carattere irascibile non può essere imputabile al semplice “nervosismo”. La disonestà non deve essere passata per “scarsa accortezza”. Un significato certo di questo comandamento è questo: sgombrate la vostra mente da inutili giudizi sugli altri. Considerate come potete essere ingannati dalle impressioni. Ricordate che ci sono in tutti gli uomini correnti superficiali che non hanno niente a che fare con la marea. In ognuno di noi vi sono umori e momenti alla luce dei quali sarebbe ingiusto essere giudicati. “Per questo vi dico non giudicate”. Siamo naturalmente soggetti a vedere le cose in modo sbagliato, o ad interpretare erroneamente ciò che vediamo. Non possiamo scrutare l’animo di un uomo e comprendere a fondo le circostanze in cui si trova. Allora, come possiamo permetterci di giudicare qualcuno? C’è, inoltre, un altro significato in questa esortazione, molto più solenne e nascosto. È proprio riguardo a noi stessi che le parole assumono il loro contenuto più forte. Ciò da cui faremmo bene a guardarci è il giudizio che deriva da una presunta superiorità morale sugli altri. Sono stato onorato di avere comunione con Dio in qualità di Suo figlio. Ora, però, mentre esco per andare in mezzo agli altri, i miei sentimenti, i miei pensieri, i miei punti di vista diventano dei principi in base ai quali inizio a valutare tutti gli altri. Indosso le vesti della mia santità, salgo sullo scranno del giudizio, e dall’alto della mia virtù guardo in basso, verso un’umanità meno privilegiata che si trova alla sbarra degli imputati, e la giudico, non senza una punta di spietatezza … Signore aiutami!
Da:Assemblee di Dio
Lascia un commento