Spesso ci soffermiamo solo al peccato………..
Spesso ci soffermiamo solo al peccato come disubbidienza ma non cerchiamo mai di approfondire. Mi sto riferendo al mangiare il frutto della conoscenza del bene e del male di Eva e di Adamo. Il serpente tentatore è il provocatore, cerca quindi di travisare l’idea o l’immagine che Adamo ed Eva si fanno di Dio. Invece di un padre amorevole, mira a farne un despota geloso della propria autorità. Quando il tentatore fa la sua parte, Eva è già scossa; la proibizione divina incomincia a turbarla. La proibizione incomincia ad esercitare il suo fascino; Eva non vede più che quell’albero, là in mezzo al giardino. Dio ha proibito di mangiare il frutto diquell’albero: essa aggiunge che è anche proibito toccarlo. Diventa tabù. E’ così perché sta già nascendo il desiderio di mangiarne: “La donna vide che l’albero era buono da mangiare e bello da vedere, ed anche desiderabile per acquistare saggezza” (Genesi 3:6). La proibizione accende il desiderio; è la spinta alla follia e all’ossessione.
È a causa di questo frutto che l’uomo và in rovina. Mangiando di questo frutto ha perso l’assoluta soddisfazione della vita.
Questo frutto ha “donato” all’uomo intelligenza, sapienza, saggezza, discernimento del bene e del male ma con il decidere da sé cosa è bene e cosa è male. Ecco perché ciò che viene considerato un bene per l’altro, invece, è un male, e viceversa; si crea sempre confusione. Dio ha un Suo modo di discernere il bene e il male, mentre l’uomo ne ha un’altro.
Uccidere una persona è un bene o è un male? Nella vita dell’uomo è sia uno che l’altro. Aiutare il prossimo è un bene o un male? È sia uno che l’altro, perché si può essere criticati per aver trascurato sé stessi. La guerra e la pace sono un bene o un male? È sia uno che l’altro. La sofferenza è un bene o è un male? Dipende dal senso che noi le diamo. È quindi inutile che in preghiera ci lamentiamo con Dio e che ci lasciamo sopraffare dall’amarezza dimostrando di non conoscerLo e di non aver fiducia in Lui. Noi non sappiamo affatto ciò che è realmente giusto e bene, e chiamiamo male e sbagliato tutto ciò che è contro il nostro discernimento e il nostro proposito.
Chi dice che è bene essere ricchi, chi invece dice che è male. Chi dice che è bene essere poveri, chi invece dice che è male. Ma cosa c’è, chi sta dietro al decidere cosa è bene e cosa è male? Chi e cosa ci fa da guida? L’orgoglio e l’egoismo. L’essere diventati come Dio, e il pensare di sapere tutto perfettamente. Dipende tutto dal nostro atteggiamento consapevole e responsabile e dall’impiego della nostra libertà. Possiamo quindi scegliere noi ciò che è bene e ciò che è male ma con il fine di esaltare, di onorare, di difendere, di proteggere noi stessi… di fare tutto solo per noi stessi. Ecco le sofferenze e le delusioni nel mondo.
L’uomo è diventato lo zimbello delle passioni e delle vicissitudini; ora è buono ed ora è cattivo, ora è in collera ed ora è affabile, agisce ora con rigore o agisce con clemenza, è ora vivo, ora morto.
E com’è possibile che anche la nostra giustizia è un panno sporco? Perché tutto è incentrato sull’orgoglio e sull’egoismo.
Non comprendiamo mai una cosa che è molto importante. L’uomo non è stato creato da sé e per vivere per sé stesso. Dio non è mai stato da solo ed ha sempre avuto compagnia. L’uomo, quindi, è stato creato affinché avesse la meravigliosa compagnia di Dio, e poi ha avuto vicino a sé un essere che sia un aiuto adatto a lui, cioè una donna. Quindi si vive per il prossimo.
Chi e cosa può mettere ordine nella nostra vita? Solo Dio con la Sua legge e con la Sua parola. Non avete mai notato che il nostro modo di pensare non è mai come il Suo? Che i nostri disegni non sono mai come i Suoi? Che le Sue vie non sono le nostre vie? Che i nostri desideri non sono mai come i Suoi? Che il nostro modo di ragionare non è mai come il Suo?
La parola di Dio indica qual è il bene che porta alla vita e quale il male che conduce inesorabilmente alla morte. “Vedi, io metto oggi davanti a te la vita e il bene, la morte e il male; poiché io ti comando oggi di amare il SIGNORE, il tuo Dio, di camminare nelle sue vie, di osservare i suoi comandamenti, le sue leggi e le sue prescrizioni, affinché tu viva… Io prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra, che io ti ho posto davanti la vita e la morte, la benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, affinché tu viva, tu e la tua discendenza, amando il SIGNORE, il tuo Dio, ubbidendo alla sua voce e tenendoti stretto a lui, poiché egli è la tua vita e colui che prolunga i tuoi giorni.” (Deuteronomio 30:15-16, 19-20). “Confida nel Signore con tutto il cuore e non ti appoggiare sul tuo discernimento” (Proverbi 3:5).
Non badiamo a un particolare che è presente nella parola di Dio. Secondo voi, perché, per esempio, Salomone chiese al Signore che gli fosse dato un cuore intelligente per amministrare la giustizia e per discernere il bene dal male? Non è l’uomo già saggio e in grado di discernere ciò che è bene e male?
No, il potere di decidere del bene e del male non appartiene all’uomo, ma a Dio solo. La libertà dell’uomo non è illimitata ed è chiamato ad accettare la legge morale che Dio gli dà.
Vi ricordate di Davide? Quante volte consultò il Signore prima di agire? E che bisogno c’era di farlo? I Filistei avevano attaccato Cheila e saccheggiato le aie, gli Amalechiti avevano fatto una scorreria verso la regione meridionale e verso Siclag; avevano preso Siclag e l’avevano incendiata; avevano fatto prigionieri le donne e tutti quelli che vi si trovavano, piccoli e grandi; non avevano ucciso nessuno, ma avevano portato via tutti e se n’erano tornati da dove erano venuti, è quindi logico andare a sconfiggerli per vendicarsi e per riprendersi tutto ciò che era stato rubato. Invece no, preferì consultare il Signore affinché non agisse d’impulso e secondo la propria logica e il proprio senso di giustizia; anche perché il Signore poteva benissimo dirgli di non inseguirli e di lasciar perdere tutto.
Tutto ciò ci porta a dimostrare di non dipendere completamente dal Signore.
La libera obbedienza dell’uomo alla legge di Dio implica effettivamente la partecipazione della ragione e della volontà umane alla Sapienza e alla Provvidenza di Dio. Lasciamoci guidare da Dio, altrimenti avremo sempre la tendenza a prendere decisioni sbagliate. La vita è un dono di Dio e quindi dobbiamo condurci alla diretta dipendenza da Dio. Vogliamo accettare veramente di dipendere da Dio? O vogliamo continuare ad essere autonomi e continuare a discernere con orgoglio ed egoismo il bene e il male?
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