“Per me Signor, conoscer te è vivere” (Giovanni 1:37-51)

La cosa più importante

Qual è la cosa più importante di tutta la fede cristiana?

Le prediche.

La scuola.

Gli incontri sociali.

Nella comunità cristiana gli incontri sociali sono importanti: è importante incontrarci con gli altri, parlare, scambiarci idee, esperienze, confrontarci con i nostri problemi comuni, discutere.

E’ bene che fra di loro si incontrino i bambini, i giovani, gli anziani, le donne, gli uomini.

Nell’ambito della comunità cristiana, però, chiediamoci, l’incontrarsi è fine a sé stesso?

Ci si incontra perché la socialità è un valore importante oppure ci dovrebbe essere qualcos’altro che sia l’obiettivo ed il fine ultimo di ogni incontro?

Che cos’è questo “qualcosa”?

E’ la necessità impellente, la questione davvero “di vita o di morte” che ciascuno di noi si incontri personalmente con il Signore e Salvatore Gesù Cristo, Colui che Dio ha mandato come unico mezzo per salvarci dalle conseguenze temporanei ed eterne del peccato.

Bambino, ragazzo, giovane, uomo, donna, anziano, a qualunque categoria sociale o professionale tu appartenga: è questione di vita o di morte che nella tua vita tu incontri il Signore e Salvatore Gesù Cristo, che tu Lo conosca sempre meglio tanto da stabilire con Lui un rapporto così efficace da poter ricevere quelle benedizioni che solo Lui ti potrà dare.

Predicazioni, lezioni, incontri sociali, sono importanti ed hanno – nel contesto della comunità cristiana – grande valore, ma si tratta pur sempre di un valore secondario, perché la vita della chiesa cristiana ha un solo obiettivo ultimo: l’incontro personale e “terapeutico” della creatura umana con Cristo, promuovere questo incontro, coltivare questo incontro, approfondire questo incontro, comprenderne sempre meglio il valore e le virtù. Tant’è vero che se questo incontro personale non avviene, se questo incontro personale non viene incoraggiato, la predica è inutile, l’ora di scuola domenicale è tempo sprecato, l’incontro sociale lascia il tempo che trova…

La vita è breve ed anche molto fragile.

Oggi ci sei, domani non ci sei più…

Molto spesso noi sprechiamo il nostro tempo in cose futili o anche solo di secondaria importanza!

Tutto è tempo sprecato se prima non hai stabilito un rapporto efficace con il Salvatore Gesù Cristo, in cui solo puoi trovare salvezza eterna.

L’incontro con Cristo è urgente e di assoluta priorità.

Se Cristo non diventa presto il tuo Signore e Salvatore, Colui che determina la tua vita, non solo qualsiasi altra cosa sarà uno spreco di tempo, ma anche la tua vita si rivelerà del tutto sprecata, rovinata, te la sarai giocata irrimediabilmente come alla roulette!

Il nostro testo

Nel testo biblico che abbiamo letto all’inizio abbiamo importanti indicazioni sul necessario nostro incontro con Gesù.

1. Venire e vedere.

Ecco due discepoli di Giovanni.

Sono due persone che amano Dio e vogliono essere a posto con Lui.

Hanno riconosciuto e confessato che la loro vita non era fedele alla volontà di Dio e nel battesimo di Giovanni si erano impegnati a una nuova vita.

Il loro ravvedimento però non era sufficiente, dovevano incontrare Gesù, affinché Lui li rigenerasse la loro vita e li conducesse a Dio.

Gesù è infatti la Via, la Verità e la Vita.

Dicono: “Accertiamoci di persona se è vero quel che dice”.

“Dove abiti?” chiedono a Gesù. “Vorremmo conoscerti più da vicino”.

E Gesù a loro: “Venite e vedrete”. Si, “Venite ed accertatevi di persona che quanto avete udito è vero!”.

Quanti oggi hanno “udito parlare” di Gesù, ma non si sono mai accertati di persona che Egli è venuto per dare una vita ricca di significato ed eterna.

“Venite e vedrete, non ne rimarrete delusi!”.

“Essi dunque andarono… videro… e stettero con Lui”.

Si, se “segui” Gesù, se constati di persona, se fiduciosamente “sperimenti” allora da Lui non ti staccherai mai. Troverai che non c’è nulla di meglio al mondo, che rispetto a Lui, a quello che Egli è e dà, tutto il resto è del tutto secondario…

E’ stata ed è la mia esperienza.

2. Condurre a Gesù.

“Andrea, fratello di Simon Pietro, era uno dei due che avevano udito Giovanni e avevano seguito Gesù” e dopo aver fatto l’esperienza che davvero Gesù è il Messia, il Salvatore del mondo, Andrea non può trattenere per sé questa scoperta, ma la condivide anche con suo “fratello Simone e gli disse: «Abbiamo trovato il Messia» (che, tradotto, vuol dire Cristo); e lo condusse da Gesù”.

“Ho trovato Colui che Dio ha consacrato per la salvezza umana. Non lasciamoci sfuggire questa opportunità!”.

E che cosa fa Andrea?

Conduce suo fratello Simone a Gesù.

Se hai trovato la cosa, anzi, la persona più importante del mondo, e più importante per il destino ultimo della tua vita, come non diffondere anche agli altri questa notizia, come non condurre anche loro da Gesù.

C’è chi “si vergogna” di parlare agli altri di Gesù.

Tutto questo è insensato: se ami qualcuno e davvero ti importa di lui, certamente – se puoi – condividi con lui ciò che è importante.

Condurre una persona da Gesù è l’atto d’amore più importante che potresti fare nella tua vita.

3. Una trasformazione interiore.

Gesù appena vede Simone, lo guarda fisso in volto, legge nel suo cuore il suo carattere e problemi e gli dice: “Tu sei Simone, il figlio di Giovanni; tu sarai chiamato Cefa” (che si traduce «Pietro»).

Che senso ha questo “cambiamento di nome”?

Notate quel “tu sei” e quel “tu sarai”, quasi a dire “tu sei «in un certo modo» e io mi prenderò cura di te affinché tu diventi una persona nuova”.

E’ proprio ciò che il Salvatore fa con i Suoi discepoli. Prende ciascuno di noi con i propri vizi, i propri difetti, i propri peccati, il proprio carattere, e “lavora su di noi” per renderci a poco a poco quello che dovremmo essere davanti a Dio.

Gesù prende in questo caso Simone e “lo modella” come il vasaio con l’argilla, per farlo diventare “Pietro”, una “roccia”.

Prende il suo carattere e lo modella per stabilirlo fermamente e da incerto renderlo determinato, da debole a forte, da pauroso a coraggioso, da confusionario a ordinato, nella mente, nel cuore, nell’anima.

Non è meraviglioso che Cristo possa fare di noi delle persone nuove?

Quanto spesso noi non piacciamo a noi stessi, ma Cristo può trasformarci in giustizia e santità!

4. Il dubbioso.

La catena di rapporti e di incontri si allunga.

Gesù trova Filippo e gli dice di seguirlo, e anche Filippo trova in Gesù quello che il suo cuore da sempre aveva cercato.

Però anche Filippo condivide la sua scoperta, e va da Natanaele.

Anche Natanaele avrebbe bisogno di Gesù.

Filippo gli dice: «Abbiamo trovato Colui del quale hanno scritto Mosè nella legge e i profeti: Gesù da Nazareth, figlio di Giuseppe».

Natanaele però è un tipo sospettoso tendente a dubitare, come tanti fra noi, e dice: “Può forse venire qualcosa di buono da Nazareth?”.

E’ come se dicesse: “Conosco Nazareth. Ci sono certi tipi là… Ma pensa un po’ se quello è il posto da cui viene il Salvatore! Io sono cauto, non mi entusiasmo subito, voglio bene accertarmi che cosa sia questa novità”.

Natanaele è una persona seria e considerata.

Quando incontrerà Gesù, Gesù lo loderà per questo, dicendogli: «Ecco un vero Israelita in cui non c’è frode». E’ come se gli dicesse: fai bene ad andarci cauto con tutto quel che c’è e si sente in giro, ma come in te c’è sincerità e non frode, voglio che tu sperimenti in prima persona che davvero io sono quel che dico di essere e che neppure in me c’è frode.

Natanaele accoglie l’invito di Filippo: “Vieni a vedere”, ed anche lui farà l’esperienza della verità di ciò che si trova in Gesù.

5. Ci conosce a fondo.

Natanaele scopre che Gesù lo conosce molto meglio di come lui conosca sé stesso.

Gesù è Dio con noi, e Dio è il Creatore e il Sostenitore di ogni vita e ci conosce a fondo.

Il fatto che Gesù già sapesse di Lui, Natanaele, e che già avesse visto come si conduceva e il suo stesso carattere, lo sconvolge e solo già da questo viene portato ad una grande confessione di fede: «Rabbì, Tu sei il Figlio di Dio, Tu sei il re d’Israele». E Gesù a lui: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto il fico, tu credi? Tu vedrai cose maggiori di queste».

Ben più di questo Natanaele vedrà quando seguirà Gesù come Suo discepolo, questo ed altro, e sarà meraviglioso scoprire di volta in volta tutte le dimensioni della Persona di Gesù, il Suo amore, la Sua disponibilità, la Sua forza.

C’è tutto un mondo meraviglioso da scoprire in Gesù.

6. Il cielo aperto.

Quando il patriarca Giacobbe fuggì da suo fratello Esaù per recarsi in Mesopotamia, un giorno “giunse in un certo luogo e vi passò la notte, perché il sole era già tramontato. Prese una delle pietre del luogo, se la mise per capezzale e lì si coricò. Fece un sogno: una scala poggiava sulla terra, mentre la cima toccava il cielo; e gli angeli di Dio salivano e scendevano per la scala. Il Signore stava al di sopra di essa” (Genesi 28:11-13) e gli parlò tornando a promettergli le benedizioni che già aveva promesso ad Abramo.

“Quando Giacobbe si svegliò dal sonno, disse: «Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!» Ebbe paura e disse: «Com’è tremendo questo luogo! Questa non è altro che la casa di Dio, e questa è la porta del cielo»” (Genesi 28:16-18).

A Natanaele Gesù promette che al Suo seguito Egli scoprirà grandi cose di cui ancora nemmeno si immagina.

Scoprirà che Gesù è “la porta del cielo” e “la casa di Dio”.

Noi tutti possiamo arrivare a questa stessa scoperta ed esclamare anche noi come Giacobbe: “Certo il Signore è in questo luogo e io non lo sapevo!”.

Conclusione

L’incontro con Gesù – a livello personale, – non solo quindi è importante, ma è essenziale per ciascuno di noi, è fondamentale.

Avete voi incontrato Gesù Cristo?

Questo è ciò che più conta nella nostra vita.

Egli non solo “lascerà un segno” nella nostra esistenza, ma determinerà il nostro presente ed il nostro futuro.

Non sprechiamo il nostro tempo in cose e questioni secondarie senza esserci accertati di aver fatto “la cosa che più conta”.

Fate in modo di incontrare il Signore Gesù, promuovete un rapporto sempre più intenso e significativo con Lui e scoprirete in questo il senso della vita!

Potremo allora cantare con convinzione quel cantico che dice: “La cosa più importante è conoscer Te, La cosa più importante è conoscer Te. Conoscer Te Signor, conoscerTi di più. La cosa più importante è conoscer Te “

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