“Insegnami a far la tua volontà, poiché tu sei il mio Dio” (Salmo 143:10)

Non dobbiamo agire per dovere, ma solo perché prendiamo piacere nel fare ciò che Egli ci dice. Il fare la volontà di Dio e il agire secondo la Sua volontà deve essere il nostro cibo. Ma, spesso, ci cibiamo del cibo carnale, cioè ci nutriamo delle opinioni degli altri, del nostro modo di pensare, del nostro discernimento, delle nostre ambizioni personali. Di conseguenza, ci ammaliamo con malattie quali la superficialità, la maldicenza, la malizia, l’ipocrisia, la caparbietà, l’orgoglio, e ostacoliamo il Suo operare nella nostra vita, il Suo voler farci essere conformi all’immagine di Cristo.
“Insegnami a fare la Tua volontà” è il grido che ogni persona nata di nuovo vorrebbe fare, perché annullando sé stessi, rinunziando a sé stessi, il suo proponimento è quello di conoscere la volontà di Dio, nel frattempo disconoscere la propria volontà, e quello di agire in sintonia con la volontà di Dio. Prima della salvezza eravamo come pecore erranti, andavamo ciascuno per la propria via e facevamo ciò che ritenevamo noi giusto. Ora invece, essendo salvati, abbiamo il Pastore e seguiamo le Sue vie. E non è possibile fare uno e l’altro, cioè andare per la propria via e seguire le Sue vie; non è possibile fare la nostra volontà e poi la Sua volontà. O si odia sé stessi e si ama Dio o si odia Dio e si ama sé stessi, o si ha riguardo per sé stessi e disprezzo per Dio oppure si ha riguardo per Dio e disprezzo per sé stessi.
Chi ha fatto una genuina esperienza di salvezza vuole conoscere e vuole adempiere la Sua volontà, e rifiuta di fare tutto ciò che non è secondo la Sua volontà. Dio è sempre pronto a rivelarci la Sua volontà se siamo a Lui consacrati.
Romani 12:1-2: “Vi esorto dunque, fratelli, per le compassioni di Dio, a presentare i vostri corpi, il che è il vostro ragionevole servizio, quale sacrificio vivente, santo e accettevole a Dio. E non vi conformate a questo mondo, ma siate trasformati mediante il rinnovamento della vostra mente, affinché conosciate per esperienza qual sia la buona, accettevole e perfetta volontà di Dio.”
La parola “Insegnami” denota umiltà e volontà di conoscenza, e un’ardente amore e bramosia di seguire la Sua volontà.
Con abbandono di sè stessi, diciamo: “Signore, Tu sai che cosa sia meglio per me. Dammi quello che vuoi, e quanto vuoi e quando vuoi. Disponi di me secondo la Tua sapienza, la Tua volontà e la tua maggior gloria. Mettimi dove Tu vuoi, e fai quello che vuoi, liberamente. Sono nelle Tue mani”
La stabilità della pace interiore e il vero progresso spirituale consiste nell’offrire sé stessi al volere di Dio nelle piccole come nelle grandi cose, per il tempo presente come per il futuro. Se non si rinnega totalmente sè stessi, non si potrà avere una perfetta libertà. Infatti si è legati come coloro che portano amore alle cose e a sè stessi, pieni di bramosia e di curiosità, svagati, sempre in cerca di novità e di mollezze, anziché di Dio e di ciò che è Suo.
È buono sì il voler conoscere la volontà di Dio e voler agire secondo essa, ma la metteremo subito in pratica o ci penseremo due volte? Se domandiamo a Dio di indicarci la via da seguire, procederemo nella direzione indicata? Ci lasceremo guidare dal nostro Buon Pastore anche sul terreno accidentato?
Ci lasciamo guidare da Lui senza obiezioni e senza lamentele?
Che intimità abbiamo con Lui? Quanto Lo cerchiamo nella nostra vita quotidiana affinché sia fatta la Sua volontà?

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