“…perdonate” (Marco 11:25)

La superbia produce discordia, mentre l’amore produce l’unione. Chi ama i fratelli sopporta tutto per l’unità, perché l’amore fraterno consiste nell’unità della carità.
Amando il prossimo purifichiamo gli occhi del cuore per arrivare a vedere Dio.
Dovremmo essere felici di perdonare. Desiderare significa dare valore e amare ciò che abbiamo e chi ci sta vicino, e far di tutto per non perderlo. Quindi non si deve cercare nuove amicizie, cercare un nuovo ragazzo o ragazza, o addirittura cercare un nuovo marito e una nuova moglie, voler allontanarsi dai propri genitori, anche con modi di agire tipo l’indifferenza, il silenzio, e con pensieri tipo: “Se non ti avessi conosciuto, era meglio”; “Chi me lo ha fatto fare a sposarmi, era meglio stare da solo”, solo perché ci hanno fatto del torto. È solo per il nostro orgoglio che ci offendiamo.
Non dobbiamo lasciarli “morti” ma dobbiamo avere la gioia di “risuscitarli” con il perdono, e saremo ripieni di amore. Infatti perdonare è donare totalmente. Dio ci ha perdonati donandoci amore, ed Egli lo ha dato affinché noi diamo agli altri. Quando domandiamo perdono a Dio per noi stessi, allora è proprio quello il momento di ricordarci che devi concederlo agli altri.
È dall’amore dell’uno che si accende l’amore dell’altro, e il perdono è l’essenza dell’amore. Amare è perdonare, perdonare è amare.
Il perdono è sorgente di guarigione, guarisce infatti le ferite provocate dal risentimento, rinnova le persone, i matrimoni, le famiglie, le comunità, la vita sociale
Nel caso di non perdono, invece, si enfatizzava il risentimento e l’idea della vendetta, e Dio non può ascoltare preghiere che eleviamo a Lui mentre sono presenti questi sentimenti.
Il Signore non ci userà misericordia se a nostra volta non usiamo misericordia. Il debito del nostro fratello è piccolo, rispetto a quello che abbiamo noi col Signore. La nostra ribellione a Dio costituisce il debito impagabile dei diecimila talenti. Dio perdona solo se a nostra volta perdoniamo di cuori i nostri debitori. Se Dio esercita grazia verso di noi, quanto più noi dovremmo essere benevoli e misericordiosi gli uni verso gli altri, perdonandoci a vicenda.
Quando un non credente vede che i cristiani agiscono proprio come il resto della società, commettendo peccati tipo amarezza, ira, clamore, parola offensiva, maldicenza e cattiveria che infrangono l’amicizia e distruggono le relazioni, l’integrità della chiesa risulta compromessa ai suoi occhi ed egli si rafforza ancora di più nella sua resistenza ai richiami del Vangelo.

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