Daily Archives: 25 Novembre 2014

LA PROVA by David Wilkerson

I figli d’Israele erano completamente impotenti – padri, madri, principi, capi – tutti senza un posto dove andare. Nessun cammello era carico di provviste. Niente frutta secca, pesce, pane, fichi, datteri, uva passa o noci. Senza dubbio avevano visto le provviste del faraone spazzate via: canovacci carichi di cibo galleggiare sul Mar Rosso! La loro

LA MISURA DELLA FEDE by Gary Wilkerson

I Vangeli rendono chiaro che qualsiasi misura di fede noi riceviamo dipenda da noi. “Tre giorni dopo, si fecero delle nozze in Cana di Galilea, e la madre di Gesù si trovava là. Or anche Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli. Essendo venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli

ACCENDONO LO SCHERMO by Claude Houde

Una delle più grandi sorprese di un nuovo credente che comincia a leggere ed esplorare la Bibbia è quella di scoprire che gli uomini e le donne delle Scritture sono così incredibilmente umani. Non c’è trucco, né inganno e nessun lifting nel racconto Biblico. Non ci sono sceneggiature di Hollywood, né “troppo bello per essere

Il SIGNORE RINNEGATO TRE VOLTE DA PIETRO

Pietro non è completamente sconvolto come gli altri discepoli che sono fuggiti lontano, ma non è neanche più sicuro di sé e della sua fede in Gesù, come quando, poco tempo prima, gli aveva confessato di riconoscerlo come “il Cristo, il Figlio del Dio vivente” e, comunque, di essere pronto, se necessario, a morire con

“Voi che temete il SIGNORE, confidate nel SIGNORE!” (Salmo 115:11)

Timore e fiducia devono per forza andare insieme. Essi si abbracciano l’un l’altro. Come si può quindi temere Dio senza però confidare in Lui? Ciò genererebbe solamente paura di non farcela, una continua e asfissiante apprensione di giudizio. Ugualmente, voler confidare nel Signore senza però temerLo, rispettarLo, abbracciare appieno la Sua volontà, è un’illusione, soltanto

Vogliamo proprio noi annullare il Suo giudizio? Condannare Dio per giustificare noi stessi? Che pretese può accampare l’uomo davanti a Dio?

Chi può ritenersi abbastanza valoroso per contendere con Dio? Possiamo noi rinchiudere Dio nel nostro concetto umano della rettitudine morale? Possiamo, forse, concepire tutte le ragioni che ispirano le decisioni del Governatore dell’universo? Dio concede e Dio toglie. Dio dà, Dio toglie perché ogni cosa era, è, sarà sempre Sua, disponibile ed alienabile a Suo

“Ma quella stessa notte la parola del Signore fu rivolta a Natan in questo modo: Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il SIGNORE: Saresti tu quello che mi costruirebbe una casa perché io vi abiti?” (2Samuele 7:4-5).

Sino al tempo di Davide, la casa di Dio era costituita dalla struttura mobile della tenda, che, durante l’esodo dall’Egitto, era stata trasportata dai Leviti accompagnando il popolo d’Israele in tutti i suoi spostamenti. Nell’intento di rendere grazie a Dio, il re Davide si propose di edificare un tempio all’Iddio suo. Ma la dimora preferita

Davvero abbiamo fede in Dio? Verifichiamo.

Avere fede significa abbandonare il proprio atteggiamento, la propria terra, il proprio pianto; incamminarsi per una via nuova anche se non si sa ancora dove conduce, proprio perché si cammina non fidandoci di una via, che non conosciamo, non fidandoci di noi stessi, perché non sappiamo ancora cosa dovremo fare e come dovremo farlo; ma

“Rendete dunque a Cesare quello che è di Cesare, e a Dio quello che è di Dio” (Luca 20:25)

Gesù afferma – restituite quello che è dell’imperatore all’imperatore perché gli appartiene (la sua immagine), ma quello che è di Dio restituitelo a Dio. L’accento è posto sulla seconda: uomo è fatto a immagine di Dio non a immagine del potere. La priorità per Gesù è la signoria di Dio. Ma è tanto facile affannarsi

IL CRISTIANESIMO PRIMITIVO È ANCHE QUELLO ODIERNO?

“La moltitudine di quelli che avevano creduto era d’un sol cuore e di un’anima sola; non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era in comune tra di loro” (Atti 4:32) Qui si parla del cristianesimo primitivo…e l’odierno cristianesimo rispecchia quello primitivo? Verifichiamo. I cristiani primitivi non pensavano ognuno a

“Se io ho sacrificato qualcosa per Dio, allora, Egli mi farà quello che voglio.”

Vediamo questo pensiero in modo palese nella pratica del digiuno, come atto per avvicinarsi a Dio. In Isaia 58 troviamo scritto: “Mi cercano giorno dopo giorno, prendono piacere a conoscere le mie vie, come una nazione che avesse praticato la giustizia e non avesse abbandonato la legge del suo Dio; mi domandano dei giudizi giusti,

“Oh se tu sapessi, almeno oggi, ciò che occorre per la tua pace!” (Luca 19:42)

Non è la sofferenza in sé il problema, ma il senso che noi le diamo. Le uniche persone che sono veramente felici sono coloro che piangono! Sembra un’assurdità! Come è possibile tutto ciò? Il mondo dice che coloro che hanno motivo di essere felici sono i ricchi, coloro che hanno successo, coloro per i quali

“non sarai tu che costruirai la casa…” (2Cronache 6:9)

Davide, il re, vuole costruire una casa per il Signore, una dimora stabile che sostituisca la tenda che custodiva l’arca di Dio e che sia degna della sua gloria. Progetto lodevole, che attira subito l’approvazione del profeta. Così come quando uno si consacra alla causa del Regno, tanto meglio se pubblicamente, e suscita di solito