Vogliamo proprio noi annullare il Suo giudizio? Condannare Dio per giustificare noi stessi? Che pretese può accampare l’uomo davanti a Dio?

Chi può ritenersi abbastanza valoroso per contendere con Dio? Possiamo noi rinchiudere Dio nel nostro concetto umano della rettitudine morale? Possiamo, forse, concepire tutte le ragioni che ispirano le decisioni del Governatore dell’universo?
Dio concede e Dio toglie. Dio dà, Dio toglie perché ogni cosa era, è, sarà sempre Sua, disponibile ed alienabile a Suo piacimento. Tutto ciò che Dio fa non può essere messo in discussione.
Egoisticamente volgiamo lo sguardo al passato, come Giobbe, e continuamo a lamentarci, a mostrare con orgoglio la nostra via retta e a chiederci la motivazione del cambiamento della vita. È facile pronunciare una qualsiasi giustificazione, ma quale parvenza verità di cui apriamo inutilmente le labbra ed accumuliamo parole senza senso, come Giobbe diceva di sé e che si ostinava nel suo assurdo atteggiamento.
Dovrà forse Dio render la giustizia a modo tuo, che tu lo critichi? Ti dirà forse: “Scegli tu, non io; quello che sai, dillo”?
Continuando a parlare non facciamo altro che aggiungere la ribellione e moltiplicare le parole contro Dio. Esprimiamo che la Sua visione sia così limitata e esposta all’errore come quella degli uomini, cosa che Lo porterebbe a confondere l’innocente con il colpevole.
Dio non fa parzialità, Dio libera l’afflitto nell’afflizione, e gli apre gli orecchi nella sventura. La Sua sovranità non agisce separatamente dai Suoi attributi divini, ma è la sovranità di un Dio infinitamente saggio, giusto e misericordioso. Dio può farci passare per momenti bui, ma Lui stesso ci guida. Alcune malattie ci purificano; alcune malattie ci fanno diventare umili. Il Signore, tutto buono, spesso vede la nostra pigrizia nella vita e ci dona qualche malattia come facile strumento di santificazione, umiltà, guarigione dalle passioni e dai pensieri malvagi. Dalle difficoltà affrontate sulla strada, molti hanno capito quale fosse la volontà di Dio.

Quando ci lamentiamo non facciamo altro che indurire la nostra autodifesa fino al punto di accusare Dio di ingiustizia, e continuamo con veemenza nella nostra protesta. Dio, qualunque cosa faccia, avrà sempre ragione e l’uomo dovrà tacere davanti alla Sua sovranità assoluta.
Che cos’è l’accumulo della ricchezza, la ricerca del potere per il potere ad ogni costo, rispetto alla presenza di Dio nel proprio cuore? Egli dà forse importanza alle tue ricchezze? Non hanno valore per Lui né l’oro né tutto il fasto della ricchezza. L’uomo per comprendere deve vedere Dio in mezzo al mare tempestoso, e di certo Dio non commette ingiustizie.
Dio vuole che l’uomo riconosca l’unicità e l’essenzialità della Sua decisione, ed il corrispettivo, immediato ascolto e l’uniformità alla Sua volontà. Tutto è e dipende da Dio e dal Suo modo di agire non sindacabile né raggiungibile da tentativo di mente umana. Egli ci sta vicino e con ogni mezzo è Sua intenzione distogliere noi dal nostro modo di agire e tenere lontano da noi la superbia, per salvarci l’anima dalla fossa, la vita dal dardo mortale.
Gratuitamente dobbiamo amare e onorare Dio. Possiediamo Colui che ha dato, perché dunque cercare ciò che ha dato?
Chiunque onora il Signore per avere ricchezze, per averne gli onori del mondo, e chiede queste cose, è chiaro che non Lo onora gratuitamente, ma Lo onora solo per riceverne la ricompensa. Se Dio non gli accordasse tali cose, Lo abbandonerebbe. Chi dà è da valutarsi più di quello che dà. Appoggiati a Dio, sia Dio tutto il tuo bene, sia Dio il vero tuo bene.
Un tale dice: “Non onoro Dio per le ricchezze, ed Egli lo sa, né per gli onori passeggeri e temporali”. E per che cosa? – l’uomo onora gratuitamente Dio, gratuitamente Lo ama -. E per che cosa? “Non voglio – risponde – le ricchezze, voglio le cose che mi sono necessarie. Niente manchi nella mia casa, sia sano io, insieme a mia moglie e ai figli. Questo mi basta”. Se questo è ancora il tuo pensiero, ancora non onori Dio gratuitamente.

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