TESTIMONIANZA-Davide Borgetti

Mi chiamo Davide, ho 18 anni e abito a Cisterna. Sono nato e cresciuto in una famiglia cristiana, e fin da piccolo ho ricevuto gli insegnamenti della Parola di Dio.

Crescendo, iniziai ad uscire con i miei amici del calcio: con loro mi trovavo bene perché condividevamo la stessa passione, quella che mi portava a trascurare le riunioni della chiesa. Cosi distolsi inconsapevolmente lo sguardo dal Signore e mi immersi sempre di più nel mondo, attirato dalle sue passioni/illusioni. Abbandonai definitivamente la Chiesa perché, anche quando non ero impegnato con il calcio, cercavo di non andarci, accampando qualche scusa. Ma crescevo e crescevano anche i miei desideri. Iniziai a frequentare le discoteche, anche se non costantemente, perché non ne ero appassionato: ci andavano tutti e per questo ci andavo anche io. Non volevo essere da meno degli altri, anzi volevo essere migliore degli altri ed è proprio questa peculiarità del mio carattere che mi ha portato a fare alcune esperienze che ormai vengono considerate “normali” nel mondo.

I miei genitori continuavano a parlarmi del Signore, ma io non li ascoltavo: fingevo per non offenderli. Dentro me dicevo:”Ho tutto e ho anche degli amici fantastici, che cosa mi manca? Ho forse bisogno di Dio?” Ma il Signore indirettamente mi rispose perché iniziarono i primi litigi tra gli amici, le prime delusioni: la più grande me la inflisse il mio migliore amico, almeno lo era per me. Ed ecco che il mio mondo crollò; avevo dato me stesso per gli amici e mi ritrovavo da solo, senza nulla. Stavo male e nessuno si preoccupava del motivo per cui stessi male.

I miei genitori mi consigliarono di leggere la Bibbia e di pregare il Signore che mi avrebbe aiutato, liberato e dato la Vera Pace che solo Lui può dare. Li per li rimasi sbigottito, ma poi pensai tra me e me: “Se non ci provo sto male, se ci provo non so cosa succede, tanto vale provarci.” Misi alla prova il Signore che mi rispose e non mi deluse: mi liberò da quella specie di depressione e mi diede la Vera Pace. Cosi ricominciai a frequentare la Chiesa ed i culti ma iniziai a pensare che mi ero rialzato da solo: ero riuscito ad uscire da quel brutto momento da solo, con le mie forze; in realtà non era vero. Allora tornai nel mondo pensando che erano stati quegli amici a deludermi e cosi cambiai amicizie. Nel frattempo a calcio andavo veramente bene, avevo molti estimatori e anche le persone mi rispettavano: avevo ottenuto il rispetto di molti anche più grandi e la cosa mi dava un senso di protezione; credevo che il rispetto fosse importante.

Ma qualcosa cambiò: alcuni dei miei amici usavano droga pesante come la cocaina. Questo mi mise con le spalle al muro. Non avevo intenzione di rovinare la mia vita e avevo capito che non era questo il mondo che volevo. Allora uscivo, mi divertivo come sempre, ma quando tornavo a casa sentivo un vuoto dentro me: mi mancava qualcosa. Ero nuovamente triste perché non ero piu’ felice nel mondo: potevo fare qualsiasi cosa, ma ciò non m’appagava.

Una notte, dopo essere uscito, tornai a casa, m’inginocchiai e piansi: chiesi perdono al Signore perché l’avevo sfruttato: l’avevo cercato solo nel momento del bisogno e poi l’avevo scacciato via dalla mia vita. Non mi ero accorto che l’Unico Vero Amico è Gesu’; Lui c’è sempre e non ti delude mai. Cosi mi riavvicinai al Signore, tornai a frequentare i culti in Chiesa. Nel calcio andavo sempre meglio, volevo essere una testimonianza per il Signore nel mondo del calcio, eppure non avevo dato il mio cuore al Signore. Infatti, incomprensibilmente per me iniziarono i primi problemi proprio nel momento in cui stavo andando bene.

Tornai a casa e pensai a come, da quando mi ero avvicinato al Signore, nel calcio c’erano stati molti impedimenti che non permisero di mettermi in mostra. Dissi alla società che mi sarei preso una settimana di tempo per riflettere circa l’abbandono del calcio. Pregai il Signore e gli dissi:”Signore, fammi comprendere se è nella Tua volontà che io giochi ancora.” Un giorno aprii la Bibbia e lessi nel libro dei Proverbi al capitolo 22:24-25: “Non fare amicizia con l’uomo collerico, non andare con l’uomo violento perché tu non impari le sue vie ed esponga te stesso ad un insidia” Il Signore, come sempre, era stato chiaro. Non voleva che io continuassi a giocare a calcio perché sapeva che nel calcio, ricco di persone che non conducono una vita di sani principi, sarei tornato al mio vecchio stile di vita. Ma il Signore proprio perché mi ama, mi ha preservato dal male. Cosi comunicai la scelta alla società. Abbandonai il calcio e subito dopo accettai il Signore quale mio personale Salvatore. Ora sono un figlio di Dio e ho quella gioia in me che il mondo non può dare.

Davide Borgetti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *