“Certo, Dio non dà ascolto a lamenti vani; l’Onnipotente non ne fa caso” (Giobbe 35:13)
Sapete il problema qual’è? Ché siamo molto pigri. Non vogliamo combattere, non vogliamo affrontare le difficoltà, perché siamo divenuti troppo pigri. Non vogliamo più scomodarci dalla comoda poltrona della pigrizia. Dio sta già dando laforza, la capacità di affrontare ogni cosa, si può benissimo alzarsi e agire, ma noi viviamo nell’ozio. E ci lamentiamo pure!
L’uomo nasce per imparare; la vita dell’uomo è una scuola, quindi non c’è mai tempo per stare in ozio se si vuol vivere.
La prova della nostra fede produce costanza, cioè fermezza, ci fa diventarepiù fermi in Cristo. Quindi Dio proverà lanostra fede e ci metterà in situazioni dove noi veniamo testati, dove
dobbiamo fare una scelta: o mi fido di me stesso o di un’altra persona, overamente lascio tutto e mi fido di Dio, anche se non so cosa mi dirà, dovemi manderà, cosa succederà. Quindi la nostra fede viene messa alla provain certe situazioni, e questo ci porta alla fermezza, diventare sempre più forti, sempre più fermi nella nostra fede in Dio, nella nostra relazione con Dio.
Non facciamo scelte affrettate seguendo il nostro cuore ma aspettiamo la liberazione del Signore, fidiamoci di Lui che vuole solo il bene per noi. Non facciamo compromessi con i nostri sentimenti, non andiamo contro la Parola di Dio nella vita sentimentale, negli affari, perché Dio non ci può benedire nella disobbedienza o in una condizione di peccato.
Fin quando l’uomo leverà i suoi lamenti, contesterà tutto e tutti, e rimarrà nelle tenebre più fitte. Quando siamo troppo abituati a farci schermo dei nostri difetti e siamo sempre pronti a giustificarli, allora ci lamentiamo delle imperfezioni altrui. Tutto quello che di negativo accade nella nostra vita non è mai colpa nostra, ma degli altri, di Dio o delle circostanze. È un modo di fare antico, risalente all’ingresso del peccato nella vita umana. Adamo accusò Dio per avergli dato la donna ed accusò la donna per avergli dato il frutto.
Dio non dà ascolto ai lamenti inutili, alimentati da nervosismo, irriverenza, ingratitudine e miopia spirituale. I mormoratori e gli scontenti SONO coloro che NEGANO Gesù come Pastore e Padrone e Signore della loro vita, come se non fosse capace di prendersi cura di ciascuno, e non riconoscono che la Sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita, e non credono alle Sue promesse.
Ogni lamento è un monologo, e Dio tace fino a quando l’uomo riconosce la propria condizione e chi sia davvero Dio, e si dispone ad ascoltarLo. Allora Dio può finalmente parlare e inizia il dialogo. Giobbe dice: “Ma io vorrei parlare con l’Onnipotente, ci terrei a ragionare con Dio” (Giobbe 13:3), ma il suo fiume di parole è un monologo che impedisce il dialogo… un continuo attribuire a Dio ogni responsabilità dell’accaduto e dichiarare di non aver nulla da rimproverarsi, con le orecchie del cuore chiuse – ma alla fine dovette ravvedersi e pentirsi sulla polvere e sulla cenere. Il silenzio di Giobbe permette l’intervento di Dio. Dio può ristabilire i ruoli: Lui è Dio! Dopo aver così a lungo conteso con Lui deve tornare al suo posto e riconoscerne la Sua sovranità.
Con il Suo silenzio, Dio vuole che impariamo a fidarci di Lui, e farci crescere spiritualmente nella pazienza. Ricordiamo Abraamo e ciò che vien detto di lui: “Così, avendo aspettato con pazienza, Abraamo vide realizzarsi la promessa.” (Ebrei 6:15). Nell’attesa non ci deve essere il lamento. Il lamento è la voce di chi non crede in Dio. E se non credi non potrai sussistere. Fede significa aspettare che Dio agisca, significa confidare in Lui senza fuggire. Tante volte le cose ci vanno male, perchè siamo noi a voler affrettare lecose, siamo noi a voler trovare la risposta e questo non fa che bloccare la nostra crescita, bloccare la volontà di Dio nella nostravita, se agiamo in questo modo.
Fidarsi di Dio, significa anche riposare inDio, quando noi abbiamo fede in Dio, anche se non capiamo quello che stasuccedendo, anche se non sappiamo dove stiamo andando, Dio ci chiede difidarci e questa fiducia implica il riposo, il stare calmi, tranquilli, e in silenzio; questo riposo ci da anchela forza di continuare e di resistere. Di regola, quando ci fidiamo di qualcuno,non c’è preoccupazione dentro di noi, non abbiamo ansia, perchè sappiamo che quella
persona manterrà la sua parola, sappiamo che farà quello che ha promesso. EGesù ha detto: “Venite a Me, e io vi darò riposo”, ma se invece andando aLui noi ci preoccupiamo, magari stiamo pregando e poi cipreoccupiamo e cominciamo a trovare noi delle soluzioni, questo ci toglieil riposo. Quando invece ci fidiamo veramente di Dio, noi entriamo inquel riposo.
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