“Perché la carne ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro; in modo che non potete fare quello che vorreste” (Galati 5:17)

La carne ha desideri contrari ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; sono cose opposte tra di loro, in modo che non possiamo fare quello che vorremmo.
Lo Spirito Santo ci rende capaci di vivere in modo gradito a Dio. L’azione di camminare secondo lo Spirito indica, non solo un’azione continua o stile di vita abituale, ma anche implicitamente un progresso; il cristiano cresce nella sua vita spirituale nella misura in cui si sottomette alla guida dello Spirito Santo. Quando camminiamo secondo lo Spirito, la carne, ossia la nostra vecchia natura, è considerata come morta. Noi non possiamo, nello stesso tempo, interessarci di Cristo e del peccato. Fin tanto che il cristiano vive in questo mondo, è, per così dire, un albero innestato: il vecchio albero della carne e il nuovo albero della natura divina innestato con la nuova nascita. Il problema consiste nel mantenere sterile il vecchio albero e nel rendere fruttifero il nuovo. La soluzione del problema è possibile camminando nello Spirito. Bisogna scegliere: le due cose si escludono a vicenda. O vivere secondo la potenza dello Spirito, che si traduce in un comportamento retto e in una condotta spirituale retta, o vivere secondo la carne che genera un comportamento empio e un’empia condotta spirituale.
Dio ci ha dato il Suo Santo Spirito perché abiti in noi. Lo Spirito di Dio sono perpetuamente in guerra tra loro e continueranno a esserlo finché saremo in vita. In tal conflitto il ruolo del cristiano consiste nel rimanere al fianco dello Spirito.
Il cristiano deve spogliarsi delle sporche vesti della vecchia vita peccaminosa.
Chi cammina secondo lo Spirito NON manifesta e non può manifestare e NON compie e non può compiere opere come:
Adulterio, fornicazione, impurità, dissolutezza, idolatria, stregoneria (il termine greco pharmakeia fa riferimento alle droghe che alterano l’umore e lo stato di coscienza. In molte religioni pagane gli adepti praticavano l’assunzione di droghe per comunicare con le divinità. Può anche includere superstizioni, “malocchio” ecc), inimicizia (sentimento di insofferenza nei confronti degli altri), discordia (significa disaccordo, dissidio, litigio), gelosia (significa malanimo e astio, risentimento carico di odio), ire (esplosione di collera o di passione repressa; improvvise ed incontrollate espressioni di ostilità; desiderio di vendetta), collera (forma d’ira ardente, che può manifestarsi in attacchi violenti), malignità (condotta malvagia intesa a danneggiare il prossimo o la sua reputazione; è una irragionevole malevolenza che si compiace della sofferenza altrui; può indicare il male causato dalle parole), calunnia (termine normalmente tradotto con “bestemmia” accusa inventata per screditare un’altra persona), falsa testimonianza, menzogna, contese (designa lo spirito di competizione che spinge l’individuo egocentrico a voler eccellere a tutti i costi, talvolta perfino a spese degli altri), divisioni (causate dai disaccordi), sette (gruppi eretici formati da persone che si ostinano nelle proprie opinioni), invidie (procurano dispiacere di fronte al successo o alla prosperità degli altri), ubriachezze (uso smoderato di bevande alcoliche), orge (convegni licenziosi, accompagnati da ubriachezze), impurità (che non indica solamente gli atti sessuali peccaminosi, ma comprende altresì i pensieri e le intenzioni malvagie; indica corruzione morale), cupidigia (reso con “avidità”, questo sostantivo significa letteralmente “avere di più”; indica l’insaziabile desiderio di possedere di più; può evidenziare anche un insano desiderio di soddisfare le passioni sessuali).
Coloro che manifestano e compiono queste opere adorano sé stessi e diventano così idolatri. Gente dal collo duro e incirconcisa di cuore e d’orecchi, che oppongono resistenza allo Spirito Santo; contrista lo Spirito Santo, che non può contendere, o dimorare, per sempre in loro poiché non sono che carne.
Chi fa tali cose NON erediterà il regno di Dio. Ciò significa che coloro che conducono una vita caratterizzata dalle opere carnali contenute nel precedente elenco, e non solo, dimostrano di non essere salvati. Coloro la cui natura di fondo si concretizza nella loro pratica persistente e irriducibile non possono appartenere a Dio.

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