LA POTENZA DI UN CANTO

Era la notte di Natale del 1875.

Sankey, il famoso cantante nelle conferenze delle campagne di evangelizzazione di Moody, era in viaggio su un battello a vapore che risaliva il fiume.

Era una notte stupenda e stellata.

Dei passeggeri erano riuniti all’aperto e qualcuno chiese a Sankey di cantare.

Appoggiato a uno dei grossi camini della nave, rivolse lo sguardo al cielo stellato in una silenziosa preghiera.

Voleva cantare un inno natalizio, ma quasi contro la sua volontà fu spinto invece a intonare: “Quale amico in Cristo abbiamo”.

Regnava un grande silenzio.

Le parole e la melodia risuonavano tutt’intorno attraverso la voce vigorosa del cantante.

Gli ascoltatori erano profondamente emozionati.

Terminato l’inno, un uomo dal viso abbronzato e segnato dalle intemperie si avvicinò a Sankey chiedendo: “Ha fatto il servizio militare durante la guerra?”.

“Sì” rispose Sankey, “nella primavera del 1862”.

“Si ricorda di essere stato di guardia in una notte di luna piena?”.

“Sì” rispose Sankey, meravigliato al massimo.

“Anch’io”, disse l’estraneo “ma io ero dalla parte dei nemici”.

Quando la vidi, mi dissi: “Questo tipo non uscirà vivo da qui!”.

Alzai il mio fucile e mirai.

Ero all’ombra, completamente nascosto, mentre la luna illuminava a pieno lei.

Proprio in quell’istante lei alzò gli occhi al cielo, precisamente come ha fatto un attimo fa e iniziò a cantare.

La musica e in particolare il canto mi hanno sempre toccato nel profondo.

Così abbassai il fucile.

“Voglio aspettare fino alla fine del canto”, mi dissi “lo ucciderò dopo, tanto non mi può scappare!”

Ma il canto di allora era lo stesso che lei ha cantato un attimo fa.

Distintamente potevo sentire le parole: “Se ci assale il nemico…se la tempesta insidia il cuor…”.

Terminato il canto mi fu impossibile sparare.

Il Dio che può preservare questo uomo da morte sicura, deve essere veramente grande e potente, pensai, e il mio braccio ricadde come paralizzato.

Da allora ho girato il mondo in lungo e in largo, ma rivedendola lì in piedi a pregare, proprio come allora, la riconobbi.

Sono stato colpito dal suo cantare e ora le chiedo di aiutarmi a trovare guarigione per la mia anima ferita”.

Molto commosso, Sankey abbracciò l’uomo, che un tempo era stato suo nemico.

In quella stessa notte lo straniero trovò il Signore Gesù Cristo come personale Salvatore.

Caro amico, il Signore vuole salvare anche te!

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