Il Peccato Imperdonabile

Le persone profondamente turbate da un senso di colpa spesso sentono di aver commesso dei peccati troppo gravi perché Dio possa perdonarle e salvare. Altre persone, invece, dominate da un atteggiamento carnale e calcolatore, sperano di peccare fino al limite consentito per poi andare da Cristo ed evitare le conseguenze. Così, spinte da motivazione completamente diverse, queste persone chiedono: “E’ possibile peccare fino al punto da non poter essere salvati?”. La capacità di salvare da parte di Dio non è limitata dalla peccaminosità umana. In realtà ogni persona, prima di accettare Gesù Cristo come Salvatore, è in totale ribellione contro Dio, anche se la peccaminosità non si manifesta necessariamente con la stessa intensità in ogni persona. L’Apostolo Giovanni insegnò ai credenti che : Se alcuno ha peccato, noi abbiamo un avvocato presso il Padre, cioè Gesù Cristo, il Giusto; ed Egli è la propiziazione (espiazione) per i nostri peccati; e non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo (1 Giovanni 2:1-2). La Bibbia è piena di esempi di persone che ricevettero il perdono per qualsiasi tipo di empietà, perché la mano dell’Eterno non è troppo corta per salvare (Isaia 59:1). La grazia illimitata di Dio spinse Paolo a esclamare: Dove il peccato è abbandonato, la grazia è sovrabbondata (Romani 5:20). E la testimonianza personale di Paolo dimostrò che il piano e il potere di redenzione di Dio non erano limitati dalla peccaminosità umana, e questo era di incoraggiamento per coloro che temevano di aver peccato in modo troppo grave per essere salvati ( 1 Timoteo 1:15-16). Anche se la capacità di Dio di salvare è illimitata, la Bibbia dimostra chiaramente che ci sono alcune condizioni in cui Dio non salva. Per esempio, Dio non salva quelli che rifiutano o disprezzano il sacrificio di Gesù Cristo e si sforzano di trovare un piano di salvezza alternativo. Perché, se pecchiamo volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non resta più alcun sacrificio per i peccati (Ebrei 10:26). Questo avvertimento riguarda quelli che calpestano il Figliuol di Dio e considerato profano il suo sangue (Ebrei 10:29). Dio Padre ha stabilito il sacrificio di Suo Figlio come unica via verso la salvezza e non concederà la salvezza a chi la cerca in qualche altro modo. Il libri dei Romani contiene l’insegnamento più intenso che si possa trovare nel Nuovo Testamento riguardo alla salvezza e inizia con una panoramica sul peccato dell’uomo. Quelli che hanno rifiutato la rivelazione che Dio fece su di sé e hanno adorato gli idoli sono stati abbandonati da Dio a una grave contaminazione morale (Romani 1:22-24). Quelli che hanno adorato l’uomo al posto di Dio hanno ricevuto un castigo altrettanto severo: Perciò Iddio li ha abbandonati a passioni infami (Romani 1:26-27), da cui sono derivate immoralità e omosessualità dilaganti. E siccome non si sono curati di ritenere la conoscenza di Dio, Iddio li ha abbandonati ad una mente reproba, perché facessero le cose che sono sconveniente (Romani 1:28). Da questi avvertimenti si possono trarre alcune conclusioni. Per prima cosa, Dio effettivamente punisce il peccato non confessato, non solo dopo la morte del peccatore ma anche durante la sua vita. Inoltre, la degradazione morale è un castigo di Dio per l’ostinata ignoranza spirituale. Per di più, quando Dio abbandono qualcuno a una mente reproba, la sensibilità di quella persona al peccato si attenua e in tal modo le sue possibilità di ravvedimento diminuiscono. Tuttavia, Dio non viola la libertà umana costringendo l’uomo a peccare e giudicandolo poi per questo. Al contrario, gli uomini in questa condizione accolgono di propria volontà la degradazione più estrema e vi si abbandonano volutamente: Essi, avendo perduto ogni sentimento, si sono abbandonati alla dissolutezza (Efesini 4:19). Perciò, le Scritture affermano sia che il Faraone indurì il suo cuore contro Dio, sia che Dio indurì il cuore del Faraone (Esodo 8:32). Lo Spirito Santo dichiara colpevoli gli uomini per i loro peccati e li conduce al Salvatore (Giovanni 16:8-11: 3:5-6). Tuttavia, almeno una volta nella storia, Dio ha punito l’iniquità ritirando il Suo Spirito. Prima del diluvio universale Dio disse: Lo Spirito mio non contenderà per sempre con l’uomo ( Genesi 6:3) e poi Dio stabilì una possibilità di 120 anni in cui era possibile ravvedersi. Invece di pentirsi, però, l’uomo sfruttò la pazienza di Dio per continuare a peccare e solo Noè e la sua famiglia furono risparmiati. Dio ha anche dichiarato che non perdonerà la bestemmia contro lo Spirito Santo. Perciò io vi dico: Ogni peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini; ma la Bestemmia contro lo Spirito Santo non sarà perdonata (Matteo 12:31). Se una persona è tormentata dalla propria coscienza fino al punto di sentirsi troppo colpevole per essere perdonata da Dio, sappia che la Parola di Dio le assicura che il perdono è possibile. Solo il fatto che questa persona sia tormentata dalla propria peccaminosità dimostra che lo Spirito Santo non la ha abbandonata e che Dio non la lasciata ad una mente reproba. Il vero pericolo sorge quando qualcuno viola continuamente e ostacola la legge di Dio senza provare mai il minimo rimorso per la propria ribellione. L’avvertimento della Bibbia dovrebbe scuotere dalla leggerezza spirituale e liberare dalla compiacenza: E’ cosa spaventevole cadere nelle mani dell’Iddio Vivente (Ebrei 10:31). Cercate il SIGNORE, mentre lo si può trovare;
invocatelo, mentre è vicino. Lasci l’empio la sua vie e l’uomo iniquo i suoi pensieri;
si converta egli al SIGNORE che avrà pietà di lui, al nostro Dio che non si stanca di perdonare (Isaia 55:6-7).

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