UN ESEMPIO DI SERVIZIO AL SIGNORE

Siamo nel nord della Russia. In una camera ingombra di vecchi mobili, c’è una donna attempata, semicoricata e semiseduta su un divano, incapace di fare il minimo movimento se non di alzare la mano destra lentamente e a scatti.
Davanti a lei, su un tavolino, una macchina da scrivere.
Per tutto il giorno, e sovente fino a notte fonda, ella batte i tasti con il suo dito ancora valido. Traduce in russo, in lettone, in lituano delle porzioni della Bibbia e di libri evangelici. Ed ella prega sia per quelli che scrivono che per quelli che leggono quei messaggi. Suo marito credente, credente fedele, è sempre vicino a lei per voltare una pagina, per porgerle un foglio o per accomodarle un cuscino.

Ci dice, “Dio ha le sue ragioni per permettere quest’infermità. La polizia segreta sorveglia tutti gli altri credenti della città. Ma, sapendo che mia moglie è malata da tanto tempo, non si preoccupa di lei e nessuno sa quello che fa. Ci lasciano tranquilli. Io raccolto i dattiloscritti e li consegno ai nostri fratelli che li fanno circolare”.

Quella credente ha ormai terminato il proprio servizio. Ha lavorato fino al minuto che ha preceduto il momento di lasciare questo luogo di sofferenza, scrivendo col suo dito per la gloria di Dio. Non ci fa vergogna? Noi che disponiamo di tutte le nostre membra, come le impieghiamo?

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