…e saranno dolori!

“Non maltratterai lo straniero e non l’opprimerai, perché anche voi foste stranieri nel paese d’Egitto. Non affliggerete la vedova, né l’orfano. Se in qualche modo li affliggi, ed essi gridano a me, io udrò senza dubbio il loro grido;” (Esodo 22:21-23)

La società è composta da “pezzi grossi…potenti…ricchi”, i quali confondono la loro agiatezza come segno della loro divinità, anziché frutto della Grazia di Dio e dai poveri, immigrati, diseredati e nullatenenti, i quali fanno i “salti mortali con capovolta all’indietro” per arrivare alla fine del mese.

Così è stato e così sarà sempre; infatti Gesù disse: “Poiché i poveri li avete sempre con voi…” (Giov. 12:8).

Purtroppo però, dalla maggior parte dei benestanti, gli indigenti vengono considerati un fastidio, ne consegue quindi, che quando si presentano sulla nostra strada è difficile resistere alla tentazione di passare dal lato opposto e far finta di non vederli!

Il nostro testo biblico avverte coloro che sfruttano lo stato di indigenza di queste persone, proprio perché appaiono indifesi e, quindi, rimane semplice maltrattarli, opprimerli e affliggerli.

Il maltrattamento non è solo di natura verbale, ma può essere esercitato anche nel lavoro attraverso una puerile retribuzione economica, se non addirittura con la propria indifferenza.

Coloro che attuano tali comportamenti possono sfuggire al controllo delle preposte autorità umane, ma non potranno sfuggire al controllo dell’Autorità Suprema; infatti, coloro i quali sono oggetto di violenze e umiliazioni, al di la delle loro convinzioni religiose, quasi sicuramente gli verrà spontaneo gridare a Dio …..e allora saranno dolori!

Il Signore non ci dice cosa farà, ma ci fa sapere soltanto che udrà, aggiungendo il termine: “senza dubbio” il loro grido…e allora saranno dolori!

È evidente che il fatto gli da terribilmente fastidio e non tarderà a manifestare il Suo Insindacabile Giudizio!

Queste parole possano servirci di sprono a non renderci protagonisti di maltrattamenti nei confronti di coloro che, a motivo della loro condizione di debolezza, non sono in grado di replicare ai nostri abusi.

Riteniamoli piuttosto una risorsa, una benedizione, una opportunità di fare del bene! Sono certo che il Signore terrà in buon conto ogni nostro gesto concreto di incoraggiamento e di apprezzamento che attueremo nei loro confronti e ci restituirà, compreso di tutti gli interessi il bene profuso!

Rispondiamo sinceramente queste domande: Stiamo maltrattando qualcuno? Stiamo opprimendo qualcuno? Stiamo affliggendo qualcuno? Forse tua moglie, tuo marito, il tuo collega, un tuo figlio, un tuo fratello….

Se cosi fosse, allora, poniamo fine al male e facciamo loro del bene!

Pace

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