“Dodici pietre che siano di testimonianza”. Giosuè 4:1-7

Quando tutta la nazione ebbe finito di attraversare il Giordano, il SIGNORE disse a Giosuè: «Scegliete tra il popolo dodici uomini, uno per tribù, e date loro quest’ordine: “Prendete da qui, in mezzo al Giordano, dal luogo dove i sacerdoti si sono fermati, dodici pietre; portatele con voi di là dal fiume, e collocatele nel luogo dove vi accamperete stanotte”».
Giosuè chiamò i dodici uomini che aveva designati tra i figli d’Israele, un uomo per tribù, e disse loro: «Passate davanti all’arca del SIGNORE vostro Dio, in mezzo al Giordano, e ognuno di voi porti sulla spalla una pietra, secondo il numero delle tribù dei figli d’Israele, affinché questo sia un segno in mezzo a voi. In avvenire, i vostri figli vi domanderanno: “Che cosa significano per voi queste pietre?”
Allora voi risponderete loro: “Le acque del Giordano furono tagliate davanti all’arca del patto del SIGNORE; quand’essa attraversò il Giordano, le acque del Giordano furono tagliate, e queste pietre sono per i figli d’Israele un ricordo per sempre”».

Le dodici pietre raccolte dal letto del fiume Giordano dovevano costituire un memoriale della fedeltà di Dio infatti è scritto che le nuove generazioni nel vedere quelle pietre avrebbero chiesto: “Cosa rappresentavano”, i grandi avrebbero risposto che “Dio aveva prosciugato il fiume perché gli Israele passasse per l’asciutto assieme all’arca dell’Eterno”.
Dunque, le 12 pietre erano le pietre che non avevano voce ma avrebbero detto molto ad ogni uomo israelita e questo messaggio per tradizione venne raccontato da padre in figlio perché non si perdesse memoria.

Giosuè ancora oggi rappresenta quel condottiero senza paura che ascoltando la voce di Dio guidò il popolo israelita all’assalto conquistando il territorio a loro da Dio assegnato e per raggiungere questo obiettivo, dovettero lottare e non poco sconfiggendo qualunque nemico che vi si presentava dinanzi.
Dopo diversi millenni, vediamo una figura simile che non viene da seme umano ma da Dio stesso: Gesù.
Il Signore prima di iniziare la Sua missione, dovette lottare contro il principe delle tenebre non con armi convenzionali ma restando fermo nella volontà del Padre e dovette subire l’umiliazione del digiuno di ben 40 giorni per sentirsi dire: “Se sei il Figlio di Dio fa che queste pietre diventino pane”.

Come Giosuè fu vittorioso contro le popolazioni che abitavano quei luoghi, il Signore Gesù sconfisse l’avversario ma si trattava di una lotta iniziale perché nel corso del Suo Ministero, Egli è stato provato come un qualunque uomo e persino una volta sudò come grumoli di sangue per lo stress.
La forza che Gesù riceveva era nella preghiera e così ha potuto portare a termine la Sua missione abbattendo definitivamente il diavolo salendo sulla croce che caricandosi dei nostri peccati rese libero l’uomo dalla schiavitù del peccato.

Giosuè aveva scelto 12 uomini perché ciascuno raccogliesse una pietra in memoria di un evento glorioso ma Gesù, lungo il Suo cammino raccolse 12 pietre che non avevano titolo per essere chiamati “apostolo” e mentre le pietre di Giosuè stavano in silenzio, le pietre del Signore spesso manifestavano carnalità poiché litigavano quando ciascuno si credeva migliore dell’altro ma quando si convertirono veramente a Dio (ciò accadde quando ricevettero il battesimo nello Spirito Santo), Pietro divenne una pietra vivente nelle mani del Signore e la sua predica fu talmente potente che si convertirono ben 3.000 persone (At 2:41).

La Bibbia afferma che anche noi siamo chiamati ad essere pietre viventi (1 Pt 2:5) poiché insieme formiamo il tempio di Dio, una casa spirituale dell’Eterno; dunque, è bene che ciascuno sappia stare legato al fratello e alla sorella, non attraverso la calce o cemento, ma attraverso l’amore e la guida dello Spirito Santo!

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