OLOCAUSTO

Il termine «olocausto» significa «ciò che va in atto». Sfogliando la Bibbia, troveremo moltissimi esempi d’uomini di Dio che hanno offerto olocausti al Signore: Abramo, Giacobbe, Giosuè, Davide, Elia, Zaccaria, (tanto per citarne alcuni); ma – come sempre – Dio è stato l’esempio per tutti.
Egli ha immolato il primo sacrificio per il peccato d’Adamo. L’Eterno come ben sappiamo, uccise un agnello e con la sua pelle coprì le nudità d’Adamo ed Eva, significando cosi la «copertura» del primo peccato dell’umanità. Furono proprio i peccati dell’uomo che, aumentando sempre più, costrinsero Dio ad istituire la legge dell’olocausto alla quale tutto Israele doveva sottomettersi.
Tale legge stabiliva l’offerta di un agnello, o un montone, oppure due tortore o due giovani piccioni (seconde le proprie disponibilità economiche), da parte d’ogni israelita che aveva peccato e desiderava il perdono divino.

Nel rito del sacrificio, si distinguevano cinque fasi essenziali che, rispecchiano chiaramente ai nostri occhi la vita ed il sacrificio del nostro Salvatore.

Per prima cosa l’offerente doveva presentare la vittima – da lui designata ad essere olocausto – ai sacerdoti i quali l’esaminavano, perché doveva essere fisicamente sana e perfetta.
Anche Gesù fu presentato al Giordano da Suo Padre come «l’Agnello di Dio» e da quel giorno fu «esaminato» da tutti. Scribi, farisei, discepoli, amici, nemici… Egli fu sotto lo sguardo inquisitore del Suo tempo, ma nessuno Gli trovò alcun difetto, se non quello d’amare.
La seconda fase era la confessione e la trasmissione dei propri peccati da parte dell’offerente sull’olocausto, con l’imposizione delle mani.
Gesù, a differenza dell’offerta simbolica del Vecchio Testamento, si è volontariamente caricato dei nostri peccati. Egli, la perfezione, si è reso piena imperfezione per l’umanità, si è addossato delle nostre infermità, per farci ottenere
Olocausto
guarigione e perdono.
Eccoci ora al terzo passo: a questo punto il sacrificio era pronto per essere immolato. La vittima veniva uccisa ed il suo sangue raccolto in un bacino. Quest’immagine ci parla del sangue di Gesù. Egli ha sparso tutto il Suo sangue (al punto che dalle Sue ferite, infine, uscì acqua).
Gesù ci ha amato tanto da dare interamente Se stesso per noi! Il sangue di Gesù ci purifica da ogni peccato!
Il quarto aspetto da sottolineare del rito sacrificale, era lo spargimento del sangue della vittima per sette volte, intorno all’altare. Questo simboleggiava ed anticipava la perfezione del sacrificio di Cristo, per l’espiazione dei sette peccati capitali: ira, avidità, orgoglio, gola, lussuria, gelosia, pigrizia.
Chi di noi è senza peccato? Nessuno! Ma, siano rese grazie a Dio, per il Suo immenso amore e per il piano di redenzione adempiuto attraverso Suo Figlio.
L’ultima fase del rito era la consumazione del sacrificio; esso doveva essere bruciato, in modo che il fumo e l’aroma potessero salire e spandersi nell’aria, adempiendo interamente il significato e lo scopo dell’olocausto: Quanti sacrifici (lo leggiamo nel Vecchio Testamento) sono saliti verso l’alto e Dio li ha accolti… Ma solo il«ciò che va in alto»! sacrificio di Gesù è stato l’OLOCAUSTO eccellente che ha pienamente soddisfatto il Padre, avendolo Egli stesso offerto in vece di tutta l’umanità.
Dio ha sacrificato Suo Figlio per noi, per la nostra salvezza. A questo punto, TUTTO È COMPIUTO! Con la consumazione del divino Olocausto, un odore soave, una richiesta di perdono è saliva al cielo; essa è stata accolta ed esaudita dal Padre, che si è compiaciuto nel Figliolo.
Talvolta non ci rendiamo conto della profondità e dell’altezza e della larghezza dell’amore divino; se solo riuscissimo a comprendere! Preoccupazioni, giudizi, atteggiamenti sbagliati e provocatori, diffidenza, disperazione, rancore, ecc., sparirebbero in un solo attimo dal nostro intimo.
Il Signore ha donato il perfetto Olocausto con amore a noi. Ora, Egli ne richiede uno da noi.
Il credente, il salvato per grazia tramite, lo spargimento del sangue di Cristo, sa cosa offrirGli personalmente ed ha già risposto alla richiesta divina.
Se tu fino ad ora non l’hai fatto, non tardare più. Non sai che il Signore sta ancora aspettando?

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *