ISAIA 39

Ezechia cade nell’adulazione, crede nella lettera ricevuta e accetta il dono. Mette sé stesso al centro di tutto mostrando le sue ricchezze, come se avesse avuto dei meriti per le sue vittorie e la sua guarigione. Nella sua gioia, e nel suo orgoglio Ezechia mostrò tutti i suoi tesori agli uomini di Babilonia, si che ad essi fu resa palese tutta la sua ricchezza.
Invece mostra ingenuamente tutte le sue ricchezze e l’arsenale militare. E la lettera? La volta precedente l’aprì davanti all’Eterno… Se avesse fatto così anche stavolta, Dio gli avrebbe rivelato subito l’inganno del nemico che veniva a spiarlo per distruggerlo.
Ezechia fa una completa esibizione anche di tutti i suoi possedimenti. Dove non riuscì l’esercito più potente del mondo, riuscirono le lusinghe che liberarono il suo orgoglio umano.
Quanto siamo vigilanti noi? Saremmo caduti in questo “cavallo di Troia”? E’ facile di si.
Pensiamoci invece come dei responsabili di famiglie intere o di comunità religiose: apriremmo le porte delle nostre case e delle nostre chiese a chiunque ci faccia un’offerta e ci parli con modi gentili, magari facendoci i complimenti per la nostra attività? È proprio quando tutto sembra andare bene che le sentinelle sonnecchiano sulle mura ed è quello il momento più pericoloso. Quando stiamo bene non andiamo davanti a Dio a pregare come prima. Magari cominciamo a saltare un giorno poi due giorni… in fondo va tutto bene… che lo consulto a fare il Signore? Va tutto bene… Ed è questa autonomia che ci fa peccare, perché pensiamo di non aver più bisogno di Dio tutti i giorni. La sicurezza umana, quella in sé stessi, che si compiace del proprio star bene e delle proprie ricchezze esteriori o interiori, è proprio quella che mette da parte la fede. La mancanza di fede ci rende sempre più insensibili al discernimento che viene dallo Spirito di Dio. Per questo un eventuale segnale d’allarme nella nostra coscienza non viene più recepito.
Molti cristiani soffrono
poiché all’esterno mostrano molta vita, mentre dentro sono poveri e hanno poca vita e maturità spirituale.
Il cristiano che mette in mostra tutte le sue qualità positive, non possiede sensibilità profonde.
Nel giorno della prova e della tentazione non saprà resistere, perché gli mancano le radici.
E la misura in cui estendiamo arbitrariamente davanti agli altri quel che interiormente possediamo, sarà la misura del nostro danno. Questo dato di fatto è molto grave e non lo dovremmo mai perdere di
vista. È deplorevole che tanta gente non sappia fare a meno di parlare delle proprie esperienze.

2 Responses to ISAIA 39

  1. edda travaglianti ha detto:

    Lezione molto profonda da mettere in pratica in quanto e’quello che normalmente facciamo,per sentirci veri cristiani,davanti agli occhi degli altri.
    Che il signore ci possa aprire sempre gli occhi spirituali perche’in verita’siamo molto miseri.

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