GLI IDOLI ANTICHI E MODERNI

“Gli idoli sono come spauracchi in un campo di cocomeri, e non parlano; bisogna portarli, perché non possono camminare.
Non li temete! perché non possono fare nessun male, e non è in loro potere di far del bene” (Geremia 10:5)
L’uomo che costruisce idoli e statue si pasce di cenere, i suoi occhi sono ciechi ed il suo cuore è ingannato. Sta vivendo una bugia; non sente il bisogno di essere aiutato, di essere liberato – perché non è cosciente della sua triste condizione.
Le statue idolatriche hanno bocca e non parlano, hanno occhi e non vedono, hanno orecchi e non odono, hanno naso e non odorano, hanno mani e non toccano, hanno piedi e non camminano, hanno gola e non emettono alcun suono, non hanno cuore e coscienza dei sentimenti dei loro adoratori, come loro son quelli che li fanno, tutti quelli che in essi confidano. Chi fabbrica un dio o fonde un’immagine che non gli serva a nulla?
“Ecco, tutti quanti costoro non sono che vanità; le loro opere non sono nulla, i loro idoli non sono che vento e cose da niente” (Isaia 41: 29)
Ci sono alcuni modi diversi di definire l’idolatria. Un idolo è:
– Qualcosa che per te è più importante di Dio
– Qualcosa che assorbe il tuo cuore e la tua mente
– Qualcosa che cerchi perché ti dia ciò che soltanto il Signore può dare
– Qualunque cosa a cui guardi dicendo nel tuo cuore: “Se lo avessi, allora la mia vita avrebbe un senso, allora saprei che ho valore, mi sentirei importante e sicuro”
– Qualunque cosa diventi più determinante di Dio per la tua felicità, per il significato della vita.
Quello che il cuore ama, la volontà sceglie e la mente giustifica; la mente è prigioniera di ciò che la volontà vuole, e la volontà è prigioniera di ciò che il cuore vuole. Il nostro cuore può essere una fabbrica di idoli. La natura dell’uomo è una continua fabbrica di idoli. L’uomo cerca di esprimere nella sua opera una sorta di Dio che ha interiormente ideato, perciò la mente genere un idolo e la mano gli dà vita”. L’idolatria 1) dà garanzie: assicurarsi la presenza di un dio senza dover dipendere dalla propria volontà; 2) È qualcosa di comodo: l’idolatria non richiede un certo comportamento etico, ma basta essere costanti e generosi nei sacrifici; 4) È conveniente: gli idoli sono”santuari onnipresenti” e possono essere adorati come si conviene e in qualsiasi momento. Dio, invece, richiede che Lo adoriamo secondo le Sue “scomode” condizioni.
L’idolatria riguarda ciò che ami, e gli idolatri non sono solo vittime di questo inganno, ma anche gli autori. Anche tu, misero uomo, puoi essere un idolo, credendoti “onnipotente”, un dio, credendoti di poter avere e di voler fare tutto ciò che vuoi, pensando di gestire e di controllare tutto quanto, e che nessuno ti può e/o dare ordini.
L’idolatria porta a difendere con ferocia inaudita le mie cose, ma la verità è che il mio bene, il mio avere, non arricchisce il mio essere, quello che io sono. Si tenta di sfociare nella cupidigia. Una deriva di idolatria.
L’idolatria può essere la fissazione della giovinezza, l’ossessione della crescita, il totalirismo della comunicazione.
L’interesse crescente del mezzo tecnologico virtuale proietta l’io narcisistico: essere lo specchio riflettente di tutto, riflettendo sé stesso. Essere come il dio nel quale si vedono tutte le cose, con la facolta di dominare su di esse senza essere visto. La realtà non esiste, conta solo la propria rappresentazione virtuale.
L’idolatria dell’usura, della lussuria, del potere.
L’usura come sete di danaro e di benessere egoistico; la lussuria come sete di piacere effimero e sensoriale; il potere come sete di dominio sul prossimo.
La società di oggi sembra basata sull’egoismo e sull’egocentrismo; ognuno, infatti, è disposto a tutto pur di realizzare i propri interessi e non si cura né di chi lo circonda né delle ripercussioni che le sue azioni producono sugli altri.
L’egoismo è la forza dirompente di questa nostra società in cui potere e denaro stanno diventando dei veri e propri idoli.
L’idolatria crea nuovi luoghi sacri, nuovi templi (es. shopping-center, sale multimediali, superdiscoteche, ecc…) dove l’attrattiva e la vanità sono da contemplare. L’idolatria è se compro e più compro più sono. L’idolatria è la maschera che mi metto per coprire la mia vera identità e realtà.
L’idolo dell’opinione pubblica, della popolarità , del nome, l’idolo della nostra identità, l’evasione dalle proprie responsabilità della vita.
Là dove Dio è allontanato, alla fine l’idolo diventiamo noi stessi. E allora si vive come a teatro.
Gli idoli dell’uomo moderno avido, alienato sono la produzione, il consumo, la tecnologia, lo sfruttamento della natura. Quanto più ricchi sono i suoi idoli, tanto più l’uomo si impoverisce. Invece della gioia egli va in cerca di piacere e di eccitamento; invece di crescere cerca possesso e potere; invece di essere, egli persegue avere e sfruttamento; invece di ciò che è vivo sceglie ciò che è morto.
Gli uomini moderni vivono sotto l’illusione di sapere quello che vogliono, mentre effettivamente vogliono quello che suppongono di volere.
Il mondo sta invadendo la vita del cristiano e sono pochi quelli che si allarmano.
Perché molti cristiani sinceri vengono ingannati da insegnamenti egoistici, che fanno colpo sulla carne? Perché non c’è discernimento né comprensione. C’è una forma di pietà ma senza potenza, c’è mancanza di vera santità.
“I guardiani d’Israele sono tutti ciechi, senza intelligenza; sono tutti cani muti, incapaci di abbaiare; sognano, stanno sdraiati, amano sonnecchiare. Sono cani ingordi, che non sanno cosa sia l’essere sazi; sono pastori che non capiscono nulla; sono tutti volti alla propria via, ognuno mira al proprio interesse, dal primo all’ultimo” (Isaia 56:10-1l).

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