VIVERE CON PENSIERI ERRATI ED EGOISTICI

Tizio soffre di intensi attacchi di ansia. È nervoso, teso e spesso si sente depresso senza una vera ragione. In casa esplode in attacchi di rabbia per cose infime, mentre fuori è amabile e mansueto come un agnellino.
Tizio ha vissuto per molti anni cercando di essere gradito alla gente. Ha sempre fatto ciò che gli altri si aspettavano da lui. Le principali decisioni della sua vita, come studio, matrimonio, carriera, le ha prese su influenza di altre persone. L’approvazione degli altri era per lui segno di essere nel giusto e di essere una persona di valore.
Tizio si converte a Dio, ma non è contento. In lui non c’è la gioia di essere figlio di Dio. Pensa che deve controllare i suoi sentimenti negativi, perché crede che è questo che gli altri si aspettano da lui. Non vuole essere giudicato o condannato, né sembrare ipocrita. È cresciuto pensando di dover soddisfare le aspettative della gente e per lui è più importante essere accettato che fare qualcosa che gli piaccia. Associa l’approvazione degli altri con la felicità. In tutta la sua vita Tizio non si è mai permesso di pensare a sé stesso e alle sue necessità come qualcosa di importante. Non deve, forse, il cristiano onorare il suo prossimo più di sé stesso?
Senza onorarsi nel modo convenevole, però, non è possibile onorare il prossimo.
Non dobbiamo degradarci o autodisprezzarci. Chi degrada sé stesso sente di aver valore solo quando gli altri lo approvano.
Tizio, però, scopre che malgrado il suo atteggiamento le cose non vanno bene, non è gioioso. Ecco alcuni suoi pensieri errati:
– Il modo di ottenere che gli altri mi accettino è di essere o di fare ciò che loro vogliono che io sia o faccia.

– Agisco più da cristiano, se cerco di essere gradito agli altri invece di soddisfare me stesso.

– Gli altri hanno diritto a giudicare le mie azioni.

– Non è buono e non sto agendo da cristiano, se considero le mie necessità più importanti di quelle degli altri.

– Non agisco in modo corretto, se non sono disposto a dimenticare i miei interessi per gradire amici e familiari, quando questi così desiderano.

– Gradire gli altri è una polizza che mi garantisce come risposta una loro propensione positiva nei miei confronti. In caso di necessità mi aiuteranno.

– Se gli altri sono scontenti di me, non avrò un momento di pace, né di felicità.

– L’approvazione di tutti gli altri è essenziale ai miei sentimenti di benessere e di pace mentale, dato che Dio non vuole che io mi senta contento, se non godo dell’approvazione di tutti.

– Essere come gli altri vogliono che io sia è l’unico modo per essere amato.

– Gradire gli altri e fare ciò che loro sperano che io faccia è l’unico modo per avere degli amici.

Caio è simile a Tizio. Se questi reagiva cadendo in depressione, Caio manifesta rabbia. Lui non ride e non si rilassa mai. “La Parola dice che bisogna dare, e questo è quello che faccio”, afferma con un tono che non nasconde la rabbia. Nello stesso tempo, però, si sente in colpa per questo suo sentimento. “Nessuno fa niente per me e qualunque cosa faccia gli altri non manifestano alcun rispetto nei miei confronti. Mi sento una cosa che tutti possono usare. Forse è egoismo da parte mia e forse sono una cattiva cristiana, ma non so come evitarlo”.
Caio è amareggiato. Tutta la sua vita ha lottato per ottenere l’approvazione e l’amore degli altri, ma non ha avuto buoni risultati. È diventato vittima dei desideri degli altri con l’intento di essere loro gradita e di ottenerne l’approvazione e l’amore. Quando non riceve parole di approvazione e accettazione si sente disperato e desolato, e crede di non essere altro che una cosa (auto disprezzo) da usare. Pensieri sbagliati di Caio:

– Se non dò continuamente non sono un buon cristiano (…in fondo non stava dando, ma facendo cose per ottenere qualcosa per sé stesso).

– Devo ricevere apprezzamento per tutte le cose che dò (…il vero dare non ha bisogno di essere riconosciuto).

– La mia autostima dipende dalle opinioni degli altri.

– L’amore è qualcosa che deve essere guadagnato e perciò richiede uno sforzo.

– Il rispetto è qualcosa che deve essere guadagnato con sforzo.

– Se non faccio ciò che gli altri vogliono e si aspettano da me, non mi ameranno.

– Se non faccio ciò che gli altri vogliono che faccia, non merito la loro approvazione e amicizia.

– Gli altri hanno il diritto di chiedermi qualsiasi cosa e devo farlo per evitare che si offendano con me.

– Se gli altri non mi dicono che sono una brava persona, ciò significa che non lo sono.

– Se qualcuno non mi apprezza, ciò significa che c’è qualcosa che non va in me.

– Se qualcuno è irritato nei miei confronti, certamente è colpa mia.

– È mio dovere fare che tutti si sentano felici e a loro agio.

– È mio dovere uccidermi di lavoro per la mia famiglia. Se non lo faccio, mi potrebbero rifiutare.

Caio pensava che il suo problema era quello di non riuscire a dare abbastanza. Aveva, però, altri pensieri sbagliati:

– Il rigetto, cioè il non essere accettati, è una cosa terribile.

– Malgrado tutto ciò che faccio per ottenere approvazione, ci sono ancora persone che non mi accettano e mi rifiutano. Ciò implica che sono cattiva.

– È una cosa cattiva arrabbiarsi. Mi arrabbio, quindi sono cattiva.

– È terribile essere una cosa che tutti usano.

– È terribile non poter dominare i sentimenti negativi.

– Sono terribile: non riesco a dominare i miei sentimenti negativi.

C’è differenza tra il rispetto per sé stessi e l’egoismo. La persona che si rispetta veramente può interessarsi genuinamente agli altri e dedicarvisi senza timore. Anzi, in certe occasioni, la cosa più amorevole che possa fare per un’altra persona è dirle un secco: “No!”
Una persona egoista, invece, alimenta desideri profondi, è timorosa e cerca di manipolare gli altri. L’approvazione della gente deve soddisfare una necessità insaziabile del suo intimo.
Lo stile di vita di persone e cristiani come Tizio è Caio è dedante, che vivono per motivi autocondannatori, soltanto con l’obiettivo di essere graditi, per diventare gli schiavi dei desideri altrui. Tutte queste motivazioni indicano auto disprezzo.

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