TOGLIERE LE RADICI DEL PECCATO

Bisogna togliere la radice del peccato e non i rami; bisogna scavare profondamente altrimenti lasciando la radice i rami continueranno a crescere, e a volte ancora più forti. Spesso il pentimento è solo esteriore, che non raggiunge la radice del peccato: è come se tali persone cercassero di liberare un campo dalle erbacce radendo la superficie, senza estirpare le radici, agendo in tal modo quindi, costoro non fanno altro che aiutarle a crescere più forti. Quando questa è divelta, si dissecca e non può più ricrescere. La zappa che consente di estirpare la radice, causa del proprio peccato, è l’insegnamento che si apprende da Dio.
Il cristiano dimora in Cristo che è senza peccato, che è la fonte della vita e della santità, quindi non pecca. Chi pecca persiste nel peccare mostra di esser rimasto estraneo in realtà a Cristo ed alla salvezza, sebbene professi d’esser suo discepolo.
Chi è nato da Dio ha ricevuto disposizioni, inclinazioni, volontà, norme di condotta che sono agli antipodi del peccato; quindi non può moralmente, seguendo gli impulsi della sua natura nuova, nè approvare, nè praticare quel ch’è contrario ad essa. A nulla serve il vantarsi figliuoli di Dio, il possedere qualche conoscenza di Dio e di Cristo, quando il cuore e la vita pratica sono al servizio del peccato: superbia, avarizia, gola, lussuria, menzogna.
Il cristiano brama la santità e odia il peccato.
Il peccato non signoreggia più nella tua vita, perché Gesù Cristo è il Signore della tua vita.
I cristiani sono stati circoncisi di una circoncisione non fatta da mano d’uomo. L’oggetto della circoncisione di Cristo è lo spogliamento del corpo della carne. Il corpo della carne indica la nostra natura umana peccaminosa, che domina il cristiano PRIMA della salvezza. Se è presente ancora il dominio del peccato, ciò vuol dire che non c’è stata salvezza. I cristiani sono stati MONDATI da quell’influenza peccaminosa e hanno ricevuto una NUOVA NATURA creata nella giustizia, essendo stati circoncisi di una circoncisione spirituale. AL MOMENTO DELLA SALVEZZA, “il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con Lui affinché il corpo del peccato fosse ANNULLATO e noi NON serviamo più al peccato” (Romani 6:6).
L’amore divino non pulserà dentro di te finché la tua individualità egoistica non sarà morta e sradicata. Uno dei motivi che l’uomo persiste nel peccare è la sua inclinazione a vedere in Dio prima di tutto una propria limitazione e impotenza, perché vuole farsi dio per decidere da sé cosa è bene e cosa è male, vuole essere legge a sé stesso, rifiutando comunione con Dio che è fonte di vita.
Il peccato è l’affermazione di un altro modo di vivere. Il peccato religioso, il peccato per sentirsi liberi, autonomi, indipendenti è un fatto giornaliero. Già nel 1929 uno studio dimostrò che la maggior parte delle donne sposate che commettevano adulterio lo facevano non per amore o per maggior piacere, ma per affermare il principio dalla libertà coniugale, per affermare cioè la propria autonomia. I rivoluzionari della sessualità sottolineano che la vita, il vivere richiede la fornicazione, l’adulterio ed una varietà di perversioni. Dicono che chi non pecca sessualmente “ha paura di vivere”. Simili affermazioni si fanno anche tra i giovani riguardo all’assunzione di droghe. Riguardo alla disobbedienza ai genitori e alle autorità rappresentate dagli insegnanti, dai vigili e dalla polizia, dalla legge. Ma ogni invito a rompere, scassinare, rubare, distruggere, violentare, mentire, litigare, dividere, viene esortato da “ma di cosa hai paura, hai paura di vivere?” Il peccato viene eguagliato alla vita e alla libertà. Il voler affermare la propria persona a qualsiasi costo e contro qualsiasi legge, il motto del “voglio essere me”, oggi giunto a maturazione non è altro che una dichiarazione che il peccato deve essere il modo di vivere, tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e l’orgoglio della vita, sono la vita e quelli voglio perseguire. Il risultato è che la vita ha un falso centro. Il peccato è quindi considerato un’affermazione di vita, mentre l’osservare la legge di Dio è considerato un’affermazione di morte. Ciò crea un mondo che suscita indignazione e paura. Un mondo dove l’odio ha sostituito l’amore.

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