TESTIMONIANZA-ALL’OSPEDALE… PER TROVARE LA VITA VERA (1 Pietro 1:23-25)

Con la testa bassa, il passo pesante, Michele R. si recava in cantiere. È molto depresso. La sua vita gli sembra un fallimento su tutti i piani. Quella mattina, uscendo di casa, ha detta alla sua amica di essere assillato dalle preoccupazioni e di trovare la vita insipida. Ma ora preferisce morire. Fingendo di scherzare, dice al capo cantiere: «Se vedi un impiccato all’impalcatura, sono io!»
Mentre sta salendo sulla scala, improvvisamente, tutta la struttura precipita in un solo colpo.
Michele si ritrova all’ospedale con molte gravi fratture, immobilizzato per parecchi mesi. Nel suo intimo prova una strana impressione. Non crede in Dio, eppure c’è un pensiero che lo perseguita: QUALCUNO HA CAPITO LA SUA DISPERAZIONE E L’HA FERMATO. È costretto a trascorrere lunghe ore a soffrire e a riflettere…
Intanto le settimane passano…e diventano mesi. Sua sorella gli da una Bibbia. L’apre in una sera di solitudine e di disperazione. Vuole assicurarsi che si tratti proprio di un libro «superato».
Eppure, si sente come agganciato, interpellato. Lo stupisce questo libro in cui lui steso si riflette come in uno specchio. Gli ritorna in mente tutto il male commesso nella vita. Continua a leggerlo e fa conoscenza con Dio che perdona il peccatore. Ma Michele resiste a lungo. Alla fine, depone le armi. Un giorno realizza di essere diventato un vero cristiano, di aver posta la sua fiducia in Gesù Cristo.

Prima di affermare che la Bibbia non è un libro attuale, occorre leggerla con rispetto, accettando di essere trasformato da essa, che è la Parola di Dio.

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