“tu sei giusto, o Signore, e retto è il tuo giudizio” (Salmo 118:137); “i giudizi del SIGNORE sono verità,

“tu sei giusto, o Signore, e retto è il tuo giudizio” (Salmo 118:137); “i giudizi del SIGNORE sono verità,
tutti quanti sono giusti” (Salmo 19:9). Il cristiano deve considerare, ammirare i giudizi di Dio, non discuterli, perché essi sono incomprensibili per l’intelletto umano. Neppure deve indagare e discutere dei meriti dei beati: chi sia più santo o chi sia più grande. Sono cose che danno luogo spesso a dispute e a contese inutili e fomentano la superbia e la vanagloria; onde nascono invidie e divisioni, giacché uno si sforza, presuntuosamente, di portare innanzi un santo, un altro, un altro santo. Ma sono cose che, a volerle conoscere ed indagare, non portano alcun frutto; cose che, invece sono sgradite ai veri cristiani, poiché “Dio infatti non vuole né disordine, né confusione. Dio ama l’armonia e la pace” (1Corinzi 14:33). Una pace che consiste nella vera umiltà, più che nella esaltazione di sé. Una umiltà che non vuole essere innalzata.
Ci sono alcuni che, quasi per un geloso affetto, sono tratti verso questi o questi altri santi, con maggior sentimento: sentimento umano, però, piuttosto che divino.
Con un gesto, guardando o non guardando, sorridendo o meno, in ogni modo possibile imponi le tue opinioni: dici che qualcosa è bello, ma così avrai condannato qualcos’altro come brutto. Dentro di te sei due persone. Una parte di te è buona, l’altra cattiva; e, ovviamente, tu ti identifichi con la parte buona. Allora vivrai in un continuo conflitto: non potrai mai essere un individuo, sarai sempre una casa divisa e in lotta contro se stessa.
È Dio che ha fatto i santi, l’uomo non diventa santo da sé; è Dio che ha elargito la grazia.
“Non siete voi che avete scelto me, ma sono io che ho scelto voi” (Giovanni 15:16); è stato Dio a chiamare e ad attirare l’uomo con la Sua grazia.
Per questo chi disprezza il più piccolo dei Suoi santi, non onora neppure quello che sia grande. E chi diminuisce uno qualunque dei santi, diminuisce anche Gesù. Una cosa sola costituiscono tutti i cristiani, a causa del vincolo dell’amore; uno è il loro sentimento, uno il loro volere, e tutti unitamente si amano.
Smettano, dunque, gli uomini carnali e materiali, essi che sanno apprezzare soltanto il proprio personale piacere, di disquisire della condizione dei santi. Essi tolgono e accrescono secondo il loro capriccio, non secondo quanto è disposto dall’eterna verità. Molti non capiscono; soprattutto quelli che, per scarso lume interiore, a stento sanno amare qualcuno di perfetto amore spirituale. Molti, per naturale affetto e per umano sentimento, sono attratti verso questi o quei santi; mentre c’è un divario incolmabile tra il modo di pensare della gente lontana dalla perfezione e le intuizioni raggiunte, per superiore rivelazione, da coloro che camminano nella luce di Cristo.
Non esisterà più un semplice fatto, una realtà: ci sarà invece la tua proiezione.
Guardati dunque, dall’occuparti avidamente di queste cose, che vanno al di là della possibile tua conoscenza; preoccupati piuttosto di poterti trovare tu nel regno dei cieli, magari anche ultimo. Molti cercano di sapere chi sia il maggiore nel regno di Dio, e neppure sanno se saranno degni di essere annoverati tra i più piccoli.
Quando infatti i discepoli andavano chiedendo chi sarebbe stato il maggiore nel regno dei cieli, si sentirono rispondere così: “se non vi sarete convertiti e non vi sarete fatti come fanciulli non entrerete nel regno dei cieli. Chi dunque si umilierà come questo piccolo fanciullo, sarà il più grande nel regno dei cieli” (Matteo 18:3-4). Guai a coloro che non vogliono accettare di buon grado di farsi piccoli come fanciulli: la piccola porta del regno dei cieli non permetterà loro di entrare.
Smettiamo di andare indagando, con inutile ricerca, il segreto della condizione degli altri. Coloro che sono indaffarati in questo, sono paghi, e pienamente. Magari gli uomini riuscissero a limitarsi, frenando i loro vaniloqui.

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