L’UTILITÀ DELLE DIFFICOLTÀ

Esiste il problema della “volontà di ascolto”: un atteggiamento di chiusura non permetterà mai di comprendere davvero che cosa Dio vuole farci sapere. Ecco, questa è una condizione molto simile a quello che accade quando vediamo le difficoltà come un inconveniente, una maledizione, qualcosa che non ci voleva.
Dio è il Dio della pace. Non parla che nella calma e nel silenzio dell’uomo, non nel turbamento e nell’agitazione.
Spesso ci agitiamo, ci inquietiamo nel tentativo di voler risolvere il problema e di voler gridare a Dio di annularlo, ma esso né va risolto né va annullato. Il problema va sempre e solo affrontato e superato senza scorciatoie. Questa è la volontà di Dio.
Un giorno un contadino si accorse di un bozzolo di una farfalla. Il bozzolo era completamente chiuso ad eccezione di un piccolo buchino sulla parte anteriore. Incuriosito, il contadino osservò attraverso il piccolo buchino, riuscendo ad intravedere la piccola farfalla che si dimenava con tutte le sue forze. Il contadino osservò a lungo gli sforzi eroici dell’elegante bestiolina, ma per quanto la farfalla si sforzasse per uscire dal bozzolo, i progressi apparivano minimi. Così, il contadino, impietosito dall’impegno della piccola farfalla, tirò fuori un coltellino da lavoro e delicatamente allargò il buco del bozzolo, finché la farfalla poté uscirne senza alcuno sforzo. A questo punto accadde qualcosa di strano. La piccola farfalla, aiutata ad uscire dal bozzolo, non aveva sviluppato muscoli abbastanza forti per potersi librare in aria. Nonostante i ripetuti tentativi, la fragile farfalla rimase a terra e riuscì a trascinarsi solo a pochi centimetri dal bozzolo, incapace di fare ciò per cui la natura l’aveva fatta nascere. Il contadino si accorse del grave errore fatto.
Il voler una vita senza problemi, senza troppa fatica, senza alcuno sforzo è la peggior maledizione che augurare a noi stessi. Desiderare un contadino che aprirà per noi il bozzolo, ma non farà altro che condannarci ad una mediocrità perpetua. Elevare una preghiera a Dio con la richiesta di liberarci dalla prova a causa dell’autocompassione è come sentenziare un’autocondanna.
Tale principio ha validità universale. I diamanti si formano nelle viscere della Terra, sottoposti a pressioni inimmaginabili; le specie animali sopravvivono adattandosi alle difficoltà del loro habitat; le fibre muscolari crescono solo grazie a micro-lacerazioni.
Un albero non diventa solido e robusto se non è continuamente investito dal vento e sono queste raffiche che ne fanno il fusto compatto e ne rinsaldano le radici, che si abbarbicano con maggiore forza al terreno. L’albero appare a prima vista vulnerabile, fragile: sembra che debba spezzarsi da un momento all’altro. Ma se concentrate l’attenzione sul tronco, vi renderete conto della sua solidità; se poi guardate alla struttura delle radici, capite che l’albero è profondamente e fermamente radicato nel terreno.
Fragili invece sono quegli alberi che crescono in una valle tranquilla.
Ogni difficoltà, per essere superata, implica una crescita personale
lo scopo di migliorare il modo in cui gestiamo il nostro stato d’animo e/o come incorniciamo le situazioni.
Ogni difficoltà è sempre un’opportunità.
L’arte della vita sta nell’imparare a soffrire e nell’imparare a sorridere. Che Dio ci trovi ripieni di entusiasmo spirituale ed allenati ad affrontare tutte le prove per le quali ci farà passare.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *