UN ACQUAZZONE CHE DEVASTA… (Proverbi 28:3)

Dedicato ai poveri che vengono oppressi, da chi si dimostra essere in verità più povero d’essi stesso.

“L’uomo povero, che oppressa miseri, è come una pioggia strabocchevole, che fa che non vi è del pane.” (Proverbi 28.3)

Povero nel senso stretto del termine, non certo si parla dei poveri in spirito, questi ultimi mai opprimerebbero alcuno.

Nel campo spirituale, quante volte, per eccesso di quello che consideravamo zelo, abbiamo oppressato altri, del resto poveri al pari di noi? Il nostro zelo, riguardiamolo, col senno di poi, che giovamento ha avuto?

Lo zelo presunto, quando si manifesta? Quando vediamo le mancanza di giustizia, come Davide alle parole del profeta Nathan, fu trascinato da uno zelo impetuoso verso quel ricco ladro di agnelli, che altri non era che lui, condannandolo ad una pena superiore a quello stabilito dalla legge stessa di Mosè. Sela.
Davide seppe accettare la Verità, riconobbe mancanza in se stesso, non prosegui oltre, si vide povero e manchevole innanzi a Dio, il suo peccato ebbe un prezzo, il suo piccino…

Lo zelo impetuoso afferra ogni opportunità di colpire chi ritiene colpevole innanzi alla giustizia e alla grazia. Ma questo modo d’agire, cari nel Signore non porta ad edificazione, ma ad essere paragonato ad una pioggia strabocchevole, eccessiva, ad un’alluvione in valli strette, di poveri già di per se sprofondati nella disperazione ed accettazione della loro condizione, questa inondazione, rischia spesso di distruggere tutto, non solo le piante in crescita, ma anche qualsiasi seme seminato in precedenza da qualche mano benevola.

Quei poveri, quelle anime, da loro qualcosa prima dell’inondazione, qualcosa si sarebbe potuto raccogliere, dopo, dal fango, solo freddure ed apatie.

Quando uomini, poveri di per se, maltrattano i miseri, scopriamo una delle Vanità descritte da Salomone, la peggiore, la vanità religiosa.

Guai a quei miseri che sono finiti in mano ad altri miseri, che ancora non hanno gustato ne maturato la povertà in spirito. Questi ultimi in fine, avranno rigore senza lacrime e senza misura, vi è una miseria più grande di quella che si vuole correggere, anche se ci sia da correggere. Vincete il male col bene…

Giobbe, chi soffrì come lui, chi era savio e santo come lui, eppure nonostante le sue molte doti, nonostante la sua eccellenza, aveva bisogno di conoscere meglio se stesso, prima che Dio. Le parole di Elihù furono dure ma necessarie:
“Ecco, Iddio è potente, ma non però disdegna alcuno; potente, ma di forza congiunta a sapienza;” (Giobbe 36:5)

Teniamo a mente, sempre e comunque, che l’arroganza e lo spirito di oppressione, sono la prova tangibile, di quanto siamo lontani dallo Spirito del Signore che crediamo di presentare collo zelo nostro, ma molto più in linea con ben altri signori dominatori dell’aria…

Triste e deleterio spettacolo, vedere uomini o donne della stessa statura spirituale, giocare alla guerra, percosse fra miseri, percosse di giudizio sommario, percosse con le lingue. Lo stesso rigore dovrebbe essere rivelatore del nostro miserevole stato.

In tali casi, abbiamo una certezza dolorosa, non vi sarà pane alcuno ne per alcuno.

Andiamo ai piedi di Colui che solo si è fatto povero in se, affinchè divenissimo ricchi in Lui. Adoperiamoci ad edificazione non a devastazione, se riprendere si deve, se si è veramente poveri in spirito, ciò costerà sacrificio, sospiri e molte lacrime.
Rumore di guerra e mancanza di pane, sappiamo a cosa porta, soprattutto oggi che milioni di migranti arrivano in Europa, voglia il Signore solo per questo. Porta abbandono, disperazione e molte perdite soprattutto fra i più deboli…

Ma anche fra i rumori di guerra e la mancanza di pane, Iddio suscita o manda dei suoi, prodi di altre battaglie, che passeranno per le valli devastate e ora deserte di anime contrite che fanno cordoglio, e le riducono in fonti e anche pozze che l’acqua empie…

“Beato l’uomo che ha forza in te; e coloro a cui le strade sono al cuore; I quali passano per la valle dei gelsi, la riducono in fonti, ed anche in pozze che l’acqua riempie.” (Salmo 84:5-6)

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