PENSIERO AUTISTICO

Il pensiero autistico consiste nella perdita dell’evidenza naturale, nella perdita del contatto vitale con la realtà, è costituito da “desideri” e “timori”, persegue fini e si pone problemi che non sono presenti.
Non è adattato alla realtà esteriore ma crea a sé stesso una realtà di fantasia o di sogno; tende a soddisfare dei desideri e ondeggia in balia dei capricci (come la fantasticheria).
Il pensiero di piacere, che governa il pensiero autistico, precede il principio di realtà che governa il pensiero intellettuale.
L’intelligenza è il pensiero attivo, pratico, diretto verso la realtà e rappresenta una delle forme fondamentali di adattamento alle condizioni nuove, alle situazioni in cambiamento dell’ambiente esterno, affinché ci sia formazione.
Quando il piacere viene contrastato dalla realtà, chiede con insistenza, ordina, minaccia, critica, pone dei problemi, nel frattempo l’eccitazione cresce e la soddisfazione si fa attendere, e ad un certo punto manifesta il suo dispiacere attraverso una scarica motoria di crisi e agitazione.
L’autismo non conosce adattamento al reale, perché per l’io e il piacere è la sola molla. Il pensiero autistico ha per unica funzione quella di dare ai bisogni ed agli interessi una soddisfazione immediata e senza controllo, deformando il reale per adattarlo all’io.
L’esperienza della vita non fa cambiar parere a delle menti così orientate. Le cose hanno torto, loro mai. Il selvaggio che invoca la pioggia con un rito magico spiega l’insuccesso con l’intervento di uno spirito maligno. Egli è impermeabile all’esperienza, non si lascia disingannare e deforma secondo leggi proprie. I fenomeni della natura, la realtà della vita, la concezione delle malattie dei dolori delle prove, diventano troppo complicati per lui e rifiuta tutto rifugiandosi in quel che è il pensiero autistico. Perché là solamente si possono avere delle rappresentazioni legate a delle sensazioni vive di piacere, si possono formare dei desideri e si può gioire della propria soddisfazione immaginaria, modellare l’ambiente secondo la rappresentazione che se ne fa, non pensando (mettendo da parte) ciò che è spiacevole e che niente aggiunge al piacevole di propria invenzione.
Il pensiero autistico è un pensiero egocentrico, pensiero che soddisfa le aspirazioni, e lavora in funzione di allontanamento dalla realtà creando un minuzioso progetto del suo destino.
L’autismo spirituale (egocentrismo) è un affronto alla sovranità di Dio e al Suo pensiero.
Dio ha metodi che scavalcano e stravolgono i criteri umani. I Suoi piani possono sembrare (devono essere) folli agli occhi nostri. Non possiamo scrivere la nostra vita o fare disegni e presentarli a Dio sperando che faccia qualche modifica, correzione e aggiustamento o abbellimento. Dio non sa che farsene dei nostri gusti personali. Siamo onesti, tendiamo a scrivere la sceneggiatura della nostra vita avendo come protagonisti noi stessi e Dio in un ruolo secondario, se siamo buoni con Lui.
L’uomo che confida in Dio, presenta sè stesso a Dio come carta bianca, perché è la Sua storia che deve importare.
Dio guida Giobbe nella boscaglia di domande che lo assalgono, perché si renda conto che c’è un progetto, un piano divino, che si svolge nel tempo e nello spazio.
Alla luce di quello che Dio ha detto, riconosce che i suoi argomenti non hanno consistenza, che per lui, così come per noi, è più saggio tacere e imparare l’arte di ascoltare.

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