SI RICEVE IL GIUSTO INASPETTATAMENTE SENZA CHE CI SIA PRIMA IL DESIDERIO

Il desiderio crea la volontà di negare e di distruggere ciò che abbiamo e la mancanza di fiducia in chi si prende cura di noi.
Bisogna stare attenti a ciò che desideriamo (il volere ciò che secondo noi manca, ciò che aspiriamo), perché può scoppiare una tragedia non appena verranno soddisfatti i nostri desideri. Quante volte si fanno scelte sbagliate a causa del desiderio? Quante volte siamo stati illusi e delusi? Quante volte abbiamo dovuto subìre delle amare conseguenze?
La gratificazione dei bisogni fondamentali non produce automaticamente un sistema di valori in cui si possa credere ed a cui si possa affidare. Una delle possibili conseguenze della gratificazione dei bisogni fondamentali può essere la stanchezza, la incapacità di proporsi altri fini, l’assenza di regole nel comportamento e cose simili.
Lo stato di gratificazione non è uno stato di felicità o di contentezza garantita. È uno stato ambiguo, che, mentre risolve dei problemi, ne pone di nuovi. Porta ad una felicità soltanto temporanea, che a sua volta, tende ad essere seguita da un’altra insoddisfazione più alta e più fiduciosa.
I risultati sono stati sempre delle delusioni. La delusione è una prova che si trattava di illusioni, e questo sia da tenere ben chiaro: che possiamo ragionevolmente aspettarci che abbiamo dei miglioramenti, ma non possiamo ragionevolmente attenderci che giunga la perfezione o che si realizzi una felicità permanente.
Spesso ciò che abbiamo, subito diventano ovvio, viene dimenticato, se ne perde la coscienza ed infine non viene più preso in considerazione, finché non ne restiamo privi.
Ad esempio: in generale si può dire che oggi il sogno di ogni ragazzino/a è molto spesso quello di un/a uomo/donna che se ne innamori, che ci sia una casa ed un figlio. Nella sua fantasia pensa che sarà felice, quando avrà ottenuto questo. Di fatto però accade che, per quanto si sia desiderato di avere una casa o un bambino, una volta ottenutolo, ciò che prima si era desiderato, diventa ovvio e si comincia ad essere insoddisfatti e scontenti, come se mancasse qualcosa, come se si dovesse raggiungere qualcosa di più. Allora si commette spesso l’errore di pensare che la casa, il figlio ed il/la marito/moglie sono sciocchezze, sono una schiavitù, e di cominciare a desiderare cose più eccelse e gratificazioni più alte.
Il desiderio (guardare e soffermarsi su ciò che manca) distrugge la volontà di conservare, di custodire ciò che si possiede.
È come se non avessimo appreso una lezione eternamente valida, cioè che, quando si avrà ottenuto, per la propria caparbietà, tutto ciò che si desidera (una carriera o altro), l’intero ciclo dell’insoddisfazione si ripeterà. Dopo il periodo di felicità, di entusiasmo e di soddisfazione, inevitabilmente si considererà tutto come ovvio e si sarà agitati e desiderosi di avere di più.
Un’altro esempio: il desiderio cerca di immaginare chi potrebbe essere la persona con la quale vivere, la colora e la fissa. Quando si segue il desiderio, ogni persona che più o meno assomiglia a quella ideata, se nasce una simpatia o un piccolo affetto, si pensa sia quella giusta. Ma, alla fine, si rivela sempre un’illusione. Quante delusioni si sarebbero potute evitare!
Ciò che ci aspettiamo sarà sempre una illusione. Può comunque succedere che la persona giusta sia una tua vecchia conoscenza, che però non l’hai notata a causa della presenza ingannevole del desiderio.
Il vero incontro deve essere sempre e solo inaspettato. Adamo inaspettatamente ricevette la sua Eva.
La presenza di un desiderio nel nostro cuore è solo un pretesto per soddisfare il nostro egoismo, e per la nostra incessante insoddisfazione.
Bisogna imparare a rinunziare e vivere sempre con gratitudine per ciò che si ha nel presente.
La varie aspettative sono illusioni, anche le nostre conoscenze sono inadeguate, quindi devono inevitabilmente ed inesorabilmente produrre illusioni e poi disgusto, rabbia, depressione e rivalsa. La pretesa di un’immediata felicità è una grande fonte di mali. Bisogna rinunziare a ciò il nostro sporco giudizio sceglie fra ciò che è migliore e ciò che è peggiore. Se l’imperfetto viene definito come un male, allora ogni cosa diviene un male.
Bisogna scegliere se vedere o essere ciechi, se sentirsi bene o sentirsi male, se essere integri o paralitici.
Tutte le varie preoccupazioni (generate dal desiderio) possono essere intese come un male e possono produrre distorsioni della realtà presente e della verità. Quanto più pura è la realtà e la verità e quanto meno contaminata dai dottrinari dominati da preconcetti, tanto sarà migliore la vita.
Si deve avere la convinzione che la natura umana è fondamentalmente depravata, malvagia e cattiva. Si è ostinatamente ciechi ed ignoranti e ci si rifiuta di prendere in considerazione i fatti, la realtà, la verità.
I pensieri negativi sono causati dalla mancanza di flessibilità e dalle nostre pretese.
Sono sempre i tuoi pensieri, la pretesa che tutto si svolga nell’unico modo che piace a te, e quindi è la mancata accettazione della realtà che ti fa stare male scatenando tutta una gamma di emozioni negative (ansia, paura, rabbia, risentimento, gelosia, odio, ecc.).
La soluzione è quella di accettare ciò che è, accettare la realtà senza pretendere di cambiarla a tuo piacimento.
La realtà è ciò che è, perciò è sempre vera: sono i nostri pensieri rigidi e i nostri sporchi giudizi che non sono veri perché sono di parte, non sono obiettivi e guardano a una sola faccia della medaglia.

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