UN NEMICO SCHIACCIANTE: LA DELUSIONE. l Cronache 17

E’ straordinario vedere come questo servo di Dio è disposto ad accettare tutta la volontà di Dio. Come ti senti quando, animato da buoni propositi per cose che oggettivamente appaiono secondo il volere di Dio, Egli ti dice di no?
Ognuno di noi ha provato cosa significhi avere i nostri sogni infranti. Sembrava che le cose dovessero seguire un certo iter, il lavoro diverso da quello che volevano, una posizione sociale differente, tutte cose lecite e normali… Dio pero’ ci dice “no” perché ha qualcosa di diverso da quello che noi pensavamo. E forse dobbiamo fare i conti con l’avversario Delusione, che ha la capacità di condizionare negativamente tutta la nostra vita. Può accadere di essere delusi ma guai a noi se la delusione ci schiaccia! La Parola ci ricorda molti personaggi che hanno incontrato la delusione ma sono riusciti a vincerla. La delusione è alla porta delle nostre vite. Gesù stesso è stato deluso, come uomo: Giuda era stato scelto da Lui. Paolo fu deluso da Alessandro il ramaio e da Dema. Davide è altresì uno di quelli ch’è stato deluso ma che ha riportato vittoria. Egli aveva grandi sogni e non egoistici e riconducibili a se stesso: i suoi sogni erano indirizzati a Dio perché riconosceva che Dio era stato buono con lui e quindi voleva mostrarsi riconoscente. Dopo molte lotte, in questo testo Davide è in un momento di riposo: lo troviamo nel suo nuovo palazzo, mentre riflette sulla bontà del Signore ed ecco un sogno: costruire una dimora nuova per il Suo Dio. Non fu qualcosa di egoistico. Il desiderio del re era qualcosa di buono e persino Nathan il profeta lo benedisse umanamente. Nathan esamina e capisce che questo sogno è alla gloria di Dio e da’ una risposta guidata dalla sua esperienza. Tutto sembra procedere ma la volontà è diversa. Sono tante le cose buone che potremmo fare, edificare, inseguire, ma il Signore vuole che noi inseguiamo qualcosa di specifico. Paolo aveva in cuore di evangelizzare l’Asia e la Bitinia, ma lo Spirito Santo gli dice di no. Le cose buone diventano eccellenti solo quando sono dirette dal Signore.
Il Signore quindi mette il veto al re e Davide in qualche modo dovette gestire la delusione. Come si possono gestire i “no” del Signore?

1. Un desiderio santo. Proviamo a immaginare la scena: il regno era stato unificato, i filistei erano stati sconfitti e il re si trova nel suo bellissimo palazzo costruito dal re di Tiro. Davide considera la benedizione di Dio sulla sua vita e sulla sua casa e, comprendendo di essere stato benedetto, riflette e dice: “Io abito in una casa di cedro e l’arca del patto del Signore sta sotto una polverosa tenda, nel tabernacolo!” Un senso di disagio coglie il re: “Non è giusto che io abbia tutte queste comodità e che il mio Dio abiti una tenda!” Davide così elaborò un progetto imponente, degno di Colui che tanto aveva fatto per la sua casa. Dio non disprezzò il pensiero di Davide, che già immaginava il tempio costruito. A quel tempo non esisteva Autocad o programmi di elaborazione grafica che permettono di visualizzare in anteprima un progetto, ma già Davide probabilmente immaginava il tempio. Per lui, adorare Dio era una cosa fondamentale da fare con tutto il cuore. La riconoscenza del re era espressa in tutti i modi possibili. Davide non cerca la propria gloria al punto che si chiede: “Chi sono io che tu mi hai portato fino a questo punto?” Davide non attribuiva i suoi successi né il suo desiderio alla sua abilità; insomma, i suoi sentimenti erano giusti, in ordine, santi. Egli non vedeva proprio l’ora di offrire sacrifici in questo tempio. Davide non avrebbe fatto per l’opera di Dio niente di meno di quello che avrebbe fatto per la sua casa. Noi amiamo l’opera di Dio e amiamo riunirci nel tempio che il Signore ci ha provveduto perché qui il Signore ha stabilito la Sua benedizione in eterno. Ma riflettiamo bene: noi diamo per l’opera di Dio più di quanto diamo per la nostra casa? Al tempo di Aggeo, Dio si rivolse così:
Aggeo 1:4, 6 – «Vi sembra questo il momento di abitare nelle vostre case ben rivestite di legno, mentre questo tempio è in rovina? Avete seminato molto e avete raccolto poco; voi mangiate, ma senza saziarvi; bevete, ma senza soddisfare la vostra sete; vi vestite, ma non c’è chi si riscaldi; chi guadagna un salario mette il suo salario in una borsa bucata»
La casa di Dio non deve avere meno di quello che deve avere la mia casa. Non si può amare veramente solo a parole, ma con i fatti. Il Signore ci dia grazia di dimostrare che lo amiamo davvero.

2. Una risposta celeste. Sembrava tutto bello ma, come dice il proverbio, “l’uomo propone ma Dio dispone.” Come ha gestito il Signore la proposta di Davide?
• “Non sarai tu colui che mi costruirà una casa.” Non c’era niente di sbagliato nei sentimenti di Davide ma non sarebbe stato lui a costruire il tempio. Il progetto era bellissimo ma egli non era secondo Dio l’uomo giusto per costruire la Sua casa. Abbiamo mai ricevuto un “no” da Dio che ha stravolto i nostri piani? Forse desideravamo qualcosa di giusto ed onorabile ma il Signore ci dice “no”.
• “Mi costruirà una casa tuo figlio Salomone ed Io renderò stabile il suo trono per sempre.” E’ una risposta straordinaria. Accetta i proponimenti di Davide: non accetta solo che sia lui a compierli. I nostri buoni propositi saranno sempre portati a compimento dal Signore, con noi o senza di noi. E’ Lui che sceglie gli strumenti da utilizzare per la Sua gloria.
• “Tu vuoi costruire una casa per me ma sarò io a costruire una casa stabile per te.” Il signore mise sul trono di Davide la sua discendenza, fino ad arrivare a Gesù, il figlio di Davide, che regnerà in eterno. Ogni tanto un bagno di umiltà fa bene alla nostra salute spirituale e a volte la delusione è un ottimo metodo. E’ importante solo capire come bisogna reagire alla delusione e Davide è un ottimo esempio. Molti benedicono il Signore quando ricevono un “sì”, ma quando ricevono dei “no” si arrabbiano. I “no” di Dio spesso ci evitano problemi per la nostra vita. Davide non si amareggiò e non si ribellò ma con umiltà accettò la decisione di Dio. Dal verso 16 in poi vediamo la sua risposta: “Chi sono io e cos’è la mia casa?!?” Il re non dimentica le benedizioni passate e le riporta alla mente. “Chi sono io per pretendere un sì?” Quel sogno era andato parzialmente in frantumi ma non c’era nessun motivo per avercela col Signore. Quando il Signore ci dice un “no”, ricordiamo tutti i suoi “sì’” sapendo che la volontà di Dio è sempre la migliore, qualsiasi sia la sua risposta. Combatterla ci renderà perdenti; abbracciarla ci farà vincenti. Davide progettò il tempio e ne preparò tutto il materiale affinché altri potessero costruire la casa di Dio. Fu una gioia per lui preparare la strada a chi avrebbe preso gli onori della costruzione. Un’altra lezione da imparare; non importa essere il primo violino nell’orchestra di Dio: basta far parte dell’orchestra e che alla fine esca una musica armoniosa. Non potrò svolgere io questo incarico ma lo farà un altro… che farò? Gli metterò i bastoni tra le ruote? No: lo aiuterò con tutte le energie di cui dispongo.

Se guardo indietro al mio ministerio, alle umiliazioni, alle deluzioni, comprendo che sono queste cose che mi hanno formato. Se le delusioni della vita ci stanno tormentando e ci hanno riempito di amarezza verso Dio e verso gli altri, il Signore vuole curare il nostro cuore; se glieLo permettiamo, Egli ci renderà forti. Non permettiamo alle delusioni di sfociare in sentimenti negativi ma accettiamo la volontà di Dio, anche perché non possiamo cambiare nulla: affidiamo nelle Sue mani il nostro intero essere. Se Dio ci ha detto un “no”, ci sono molti “sì” che aspettano di essere afferrati per fede e che possono benedire la nostra vita e la nostra casa.

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