LA SINDROME DELLA DOMENICA
“In quel tempo non vi era re in Israele; ognuno faceva quello che gli pareva meglio” (Giudici 17:6)
Questa frase riassume al meglio l’epoca dei Giudici in Israele: regnava l’anarchia sociale, ma soprattutto regnava l’anarchia a livello spirituale, infatti “ognuno facevo quello che gli pareva meglio”.
In questa fase storica del popolo ebraico c’è uno schema che si ripete ciclicamente a più riprese:
- Israele si allontana da Dio;
- Dio manda un nemico straniero a padroneggiare sul popolo per punire la disubbidienza d’Israele;
- Israele, oppressa dal nemico, grida a Dio e si pente del male commesso;
- Dio ascolta la preghiera di Israele e manda un giudice, cioè un leader religioso/militare, per liberare il popolo dal nemico;
- Israele serve il Signore sotto la guida del giudice;
- Il giudice muore e Israele si svia, dando nuovamente inizio a questa catena.
Questo modo di agire di Israele mi ha fatto molto riflettere, infatti mi ha ricordato molto da vicino la vita di molti credenti, affetti da quella che voglia denominare la “sindrome della domenica”.
Molti, purtroppo, sono affetti da questa malattia e ogni domenica, trovandosi al culto, sono costretti a fare i conti con la propria situazione. Mi spiego meglio … Il più delle volte, la domenica arriviamo al culto dopo aver vissuto una settimana impegnativa, fatta anche di momenti difficili, dove abbiamo sperimentato anche delle sconfitte spirituali. Il nostro vecchio uomo ha avuto troppo spazio e ci ha portato a cadere su vecchi vizi o a far uscire la parte brutta del nostro carattere.
Ecco allora che durante la riunione domenicale ci apriamo a Dio, chiediamo perdono e magari piangiamo pure. La predicazione della Parola, come accade tutte le volte che apriamo i nostri cuori, ci parla e ci incoraggia a fare meglio con l’aiuto del Signore. Torniamo così nelle nostre case incoraggiati da Dio e con la ferma decisione di non sbagliare più sulle stesse cose.
La settimana però, anche se fatta di soli sette giorni, è lunga e le occasioni di caduta si presentano una dietro l’altra, fino a farci cadere e rotolare sempre sulla stessa pietra. Il senso di frustrazione aumenta sempre più e arriviamo alla domenica successiva che ci sentiamo inutili, come se dovessimo nuovamente cominciare tutto da capo, perché ancora una volta siamo venuti meno su vecchie situazioni peccaminose.
Col tempo, le domeniche nelle quali vive questa esperienza si moltiplicano e ciò ci porta a non realizzare più la benedizioni di Dio, in quanto cominciamo a credere di essere dei casi persi, ci vergogniamo di andare alla presenza dell’Altissimo e ci invade un senso velato di ipocrisia nei confronti del Signore.
Questa, cara amica e caro amico, è un’esperienza comune a tanti credenti e forse è anche la tua situazione. Desidero incoraggiarti. Certo, con tutta onestà occorre dire che se cadiamo sempre sulle stesse cose un problema c’è! Allo stesso tempo però, esiste anche una soluzione ed è la più semplice di tutte: Cristo Gesù! Solo Lui può risolvere questo tuo problema e darti nuova vitalità spirituale e forza per vincere le tue debolezze!
Al tempo dei Giudici ognuno faceva ciò che gli pareva perché non c’era Re in Israele … Forse non te ne sei accorto, ma il problema è che Gesù non è più il Re incontrastato della tua vita! Torna a fargli spazio, torna a dargli il primo posto e vedrai che la domenica non sarà più un momento nel quale, trovandoti alla Sua presenza, ti dovrai sentire mancante, anzi sarà il culmine di una settimana di benedizioni da condividere con i tuoi fratelli.
Dio ti benedica e ti guarisca dalla “sindrome della domenica”!
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