Che cosa fare quando sei offeso?

Per rispondere a questa domanda dobbiamo ricordarci che dobbiamo reagire secondo la “cultura del Regno di Dio” e non più con i vecchi schemi della nostra natura di peccato, perché sappiamo che siamo morti al peccato e non siamo più di questo mondo. La salvezza include un nuovo modo di vivere ed è quello che ci proponiamo. Di conseguenza non possiamo comportarci come prima, come quando non eravamo salvati.
Per cui, quando sei offeso non parlare con nessuno della tua sofferenza, per evitare di trasmettere i tuoi sentimenti le tue emozioni ad altri, coinvolgendoli in facili giudizi o mormorii.
La verità che tu presenti è dettata dalla tua prospettiva, potrebbe essere vera in assoluto, come potrebbe contenere dei dettagli che ti sfuggono o che non hai considerato, oppure che hai dimenticato.
Per questa ragione la migliore soluzione presentata dal Vangelo del Regno è chiarire la questione con spirito cristiano, con il tuo interlocutore da solo, prima che passi la giornata.
Se la questione viene risolta, il fatto lo conosci solo tu e la persona coinvolta, senza che nessuno sappi nulla. In questo modo si sono evitate lunghe tensioni, voci di corridoio e schieramenti di amici che pur non essendo presenti ai fatti avvenuti, ti daranno sempre ragione.
Se questo incontro non dovesse portare a nulla di fatto, allora il Vangelo ti indica che devi ripetere l’operazione con due testimoni, i quali devono prendere atto che tu sei intenzionato a perdonare oltre a che a chiarire. Va da se che i testimoni che porti, non devono essere tuoi amici, ma persone al di sopra delle parti, mature e sensibili allo Spirito per affrontare in modo equo i fatti. Naturalmente non spiegherai i fatti accaduti ai testimoni per evitare di influenzarli, ma racconterai ogni cosa alla presenza della persona che ti ha offeso. Se anche questa operazione non porta risultati allora dillo alla chiesa. Di questo ne parleremo un’altra volta.
Se ognuno di noi si attiene alla indicazioni delle Scritture onoreremo il Signore e molte “divisioni” non avrebbero modo di esistere.
Past. Pietro Varrazzo

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