MEDITAZIONE dal titolo: “Gesù sulla croce unisce Maria a Giovanni”.

Giovanni 19:26 -27
“Gesù dunque, vedendo sua madre e presso di lei il discepolo che egli amava, disse a sua madre: «Donna, ecco tuo figlio!»
Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!» E da quel momento, il discepolo la prese in casa sua”.

Nei Vangeli detti sinottici perché raccontano quasi sempre la stessa cosa anche se con parole diverse e qualche volta più perfezionati nell’esposizione, questo passaggio biblico è raccontato solo dal discepolo Giovanni mentre gli altri trascurano benché rilevante come contenuto.
Quando il Cristo è stato inchiodato sul palo, erano passati da poco le nove del mattino e quando è stato issato, sotto la croce di Gesù vi era solamente Maria la madre del Signore e il discepolo Giovanni che Gesù tanto amava sicché, il discepolo è il solo a conosce i fatti che racconta mentre tutti gli altri discepoli erano assenti e non poterono scrivere verità a loro sconosciute.

Si fa un gran parlare del perché Gesù chiamava Maria “donna” e non l’ha mai chiamata “mamma” ma la verità sta nella natura umana in quanto l’uomo è un essere unitario formato di tre elementi: spirito, anima e corpo (1 Tess 5:23).

Biblicamente quando si parla dell’anima, solitamente si riferisce alla “vita” in quanto il nostro vivere proviene dal “soffio dell’Eterno” (Genesi 2:7; Gb 33:4) e questo soffio dura finché Dio lo vuole ma quando lo ritira che che è Suo, l’uomo si spegne.
Nessuno ha facoltà di prolungare i suoi giorni ma questa decisione spetta solo a Dio e noi viviamo perché Dio lo vuole…
Biblicamente quando si parla di spirito, tra gli esseri della terra solo l’uomo lo possiede (nessun animale lo possiede che sia acquatico, terreno o volatile: vedi Giobbe 12:10).
La ragione che solo l’uomo possiede uno spirito umano, è perché Dio vuole avere con l’uomo una relazione spirituale, intima di perfetta comunione mentre ne sono esenti gli animali.
E’ scritto nella Bibbia che Dio tutte le sere scendeva nel giardino dell’Eden e chiamava Adamo, Dio cercava al calar del sole la Sua creatura fatta a Sua immagine e somiglianza. Tutto questo, perché l’uomo godesse la presenza del Suo Creatore.
Biblicamente quando si parla di corpo, questo non è altro che l’involucro dove noi (spirito ed anima) abitiamo e Dio ha voluto darci questa copertura, per vivere su questa terra in modo che Egli ricevesse la lode dagli esseri celesti (gli angeli, arcangeli, cherubini, serafini) e dagli esseri terreni (uomini).
L’apostolo Paolo parlando del corpo dice che questa è la nostra “tenda” (2 Co 5:1-4; 2 Pi 1:13-14) ossia, la nostra dimora momentanea poiché quando usciremo da questa dimora, andremo col Signore se la nostra condotta è degna della Sua grazia.

Ritornando al fatto che Gesù chiama Maria “donna” non vuole essere una mancanza di rispetto verso chi l’ha partorito ma per evidenziare che la donna ha fatto la “tenda” ma non ha creato ciò che Gesù è realmente: il Creatore delle cose visibili e quelle invisibili e Dio Padre, senza la Parola che è Gesù Cristo, nulla poteva fare poiché in Gesù vi era tutta la potenza del creato.
Maria è una creatura di sesso femminile e Dio la onora per un compito che è di costruire una capanna per Dio ma Dio è DIO e Maria è una semplice lavorante che mette a disposizione quello che possedeva e la stessa Maria, quando l’angelo le dice che avrebbe partorito l’Emmanuele (Dio con noi), lei si sente stimata ed esclama la contentezza all’Iddio suo Salvatore: Luca 1:47 poiché anche lei aveva bisogno di un Salvatore come tutti gli uomini.

Ritornando al testo inizialmente citato, è bene sapere che secondo l’usanza Ebraica, alla donna era vietato lavorare così, quando a questa le moriva il marito, il figlio maggiore diveniva capo di famiglia ed era compito suo al sostentamento di ogni componente.
Gesù adesso è prossimo a lasciare questo corpo ed è probabile che Giuseppe fosse già morto da tempo dunque, per la donna Maria l’unico modo per sopravvivere era di chiedere l’elemosina come tante o morire di fame ma ecco che Gesù trova la soluzione per la donna: affidare a Maria un giovane che Gesù amava e poiché Giovanni molto probabilmente non avesse i genitori, dona a Giovanni una mamma da amare e sostenere nelle sue vicissitudini.
E’ molto chiaro il significato espresso, infatti leggiamo che Giovanni portò Maria a casa sua e i due come mamma e figlio vissero finché Dio lo volle.
Maria muore fisicamente nell’anno 65′ d.C. e fino ad allora nessun discepolo scrisse un solo rigo su Maria e nessun apostolo scrisse mai un semplice pensiero su Maria poiché come un qualsiasi profeta ha espletato il volere di Dio nella sua semplicità.
Teniamo anche presente che l’apostolo Giovanni, secondo le Scritture, è stato rapito e scrisse nell’anno 95 il libro che noi chiamiamo Apocalisse (Rivelazioni) e non ha mai citato Maria benché la amasse come madre.
Oggi, biblicamente, come tutti i santi, Maria dorme nel Signore in attesa della resurrezione dei morti in Cristo e ogni congettura fuori della Parola di Dio, è da rigettare tenendo presente che satana riesce a perfezione creare illusione affinché distogliendo lo sguardo su Cristo, camminiamo per false visioni e non per fede in Colui che crea la fede a anziché lodare e pregare il Creatore ci si inginocchia dinanzi alle statue che la Bibbia chiama “peccato di idolatria” e condannato da tutta la Parola di Dio.

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