Anche tu hai qualche reclamo da fare?

“Mosè udì il popolo che piagnucolava in tutte le famiglie, ognuno all’ingresso della propria tenda; l’ira del Signore si accese gravemente e la cosa dispiacque anche a Mosè. Mosè disse al Signore: «Perché hai trattato così male il tuo servo? Perché non ho trovato grazia agli occhi tuoi, e mi hai messo addosso il carico di tutto questo popolo?” (Numeri 11:10-11)

Il popolo piagnucola e anche Mosè ha qualcosa di cui lamentarsi e le sue parole non sono prive di amarezza.

Eppure, Mosè non venne colpito dal flagello come il popolo

Al contrario, il Signore lo conforta con parole incoraggianti, e gli concede un numero di settanta uomini che lo possano collaborare e così, alleviare il compito.

Come mai il Signore punisce senza indugio le lamentele del popolo, mentre invece tratta delicatamente il reclamo di Mosè?

La differenza potrebbe essere così spiegata.

Mosè esprime il dolore e la stanchezza del suo cuore, non agli egiziani da cui era uscito, e neppure alla congregazione di Israele.

Mosè ha esposto il suo reclamo nell’orecchio di Dio stesso.

Un figlio rispettoso può protestare con suo padre, quando i due sono da soli, ma non griderà contro il padre davanti agli estranei.

Quando un figlio di Dio ha un reclamo da fare, è a Dio che lo porta e i lamenti che vengono espressi a Lui, anche se contengono impazienza ed incredulità, saranno ascoltati con molta gentilezza da parte del Signore.

Cari amici, tutte le nostre tristezze, anche quelle irragionevoli, non ce le teniamo nel cuore, ma riversiamole sul Signore, il quale, con amorevole pazienza, ci ascolterà e allevierà i nostri pesi.

Pace

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