TESTIMONIANZE DAL CARCERE

(testimonianza di Nicola dal Cc di San. Maria C. V. C’è Nicola ha invitato la sua testimonianza e ci concede di publicarla)

Pace a tutti. Mi chiamo Nicola, ho 37 anni sono sposato e ho 2 bambini. Mi trovo nel carcere di SMCV nel reparto AS (alta sicurezza). 8 anni fa, alle 4 di mattina mi vennero ad arrestare con l’accusato di estorsioni e associazione a delinquere. Il maresciallo dei carabinieri nel verbale d’arresto mi fece dichiarere di essere membro di uno dei clan rivali della zona. Mi portarono nel carcere di Carinola dove sono rimasto due anni e tre mesi. A Carinola ho conosciuto il pastore Turco, il primo impatto che ebbi con il pastore fu quando un’assistente sgridó un detenuto che non aveva risposto ad una semplice domanda che gli era stata fatta. Ricordo che il pastore Turco biasimó fortemente quella guardia facendogli notare il suo mancato rispetto per la persona. Ricordo precisamente le parole del pastore: “assistente, si ricorda che queste persone sono prive di libertà non di dignità”. La calma e la franchezza di quelle parole mi rimasero impresse nella mente. Pensai che il pastore Turco fosse un membro del garante del detenuto. Mi informai, mi dissero che era il ministro di Culto Evangelico che assisteva spiritualmente chi lo richiedeva. Erano molti quelli che incontrava il pastore. Più di una volta ho provato ad andare ma per impegni di lavoro in cucina, non ebbi mai la possibile.
Dopo qualche mese fui portato nel carcere di SMCV dove mi trovo attualmente. L’ingresso in questo carcere è stato la trasformazione della mia esistenza, avevo deciso ormai di staccarmi dalla mia famiglia e permettergli di crearsi un loro futuro senza che questi fossero vincolati a me. Mi pesava molto vedere mia moglie e i mie bambini portare la croce con me. Pensavo che questo li avrebbe aiutati e liberarsi da tanti aggravi. Mi studiavo ogni giorno di dirlo a mia moglie. Quando scendevo ai colloqui, mi proponevo di dirglielo ma non ho mai avuto il coraggio di farlo. Per motivo ricerca regolamento interno, mi cambiarono cella. Fui collegato in una cella vicino alla sala teatro. Non è stato facile per me abituarmi. In questa sala viene usata per varie attività, per me era molto fastidioso in quando queste attività recano molto rumore e distrazioni alle celle che stanno vicino. Un giorno ho sentito una musica diversa dalle altre, quella musica saliva dalla stessa sala che in altre occasioni infastidita. Ogni lunedì tutto il giorno la sala teatro del carcere e occupata per il culto Evangelico, si tengono tre riunioni di tre reparti diversi. Ogni volta che sentivo quella musica l’anima mia si tranquillizzava. Passarono diversi giorni, nel mio cuore aumentava la curiosità di conoscere che cosa c’era in quella musica. Mi sono informato da alcuni detenuti che partecipavano a questi incontri, mi dissero che nel nostro reparto (AS) Tamigi, chiunque avesse voluto partecipare al Culto Evangelico poteva farlo, bastava fare una richiesta di adesione ed ogni lunedì alle 13 si poteva partecipare al secondo incontro. Feci richiesta e Il lunedì seguente scesi per la prima volta in quella sala dove erano riuniti decine dei miei compagni di reparto che cantavano, ricordo le parole di quel coro: “(siamo qui per adoranti..). Il primo impatto che ho avuto entrando nella sala teatro, ho avvertito l’aria di libertà, libertà doll’oppressione dei peccati, sentire più volte che Cristo Gesù libera, mi sprona a alla ricerca della Sua presenza. O avvertito un grande piacere rivedere e conoscere il pastore Turco. Per noi che frequentiamoil culto, il lunedì e stato soprannominato il giorno della libertà. Ogni volta che andavo alla riunione mi sentivo fuori del carcere, non sento più il peso della prigione anche se all’inizio non riuscivo a comprendere quello che il pastore predicava, ma mi sentivo sollevato da ogni peso. Un giorno il Signore Gesù parlo al mio cuore con il verso di Ebreo10:23 “Manteniamo ferma la confessione della nostra speranza, senza vacillare; perché fedele è colui che ha fatto le promesse”. quale promessa? Ricordo ancora le principali promesse che furono evidenziate: la promessa del perdono, della salvezza, della vita eterna, il pastore invitava i presenti di mantenere viva nel cuore questa promessa. Quelle parole entrarono come una spada a doppio taglio nel mio cuore, incominciai a comprendere l’importanza di sprigionare l’anima dai peccati che avevo commesso, ma non sapevo come fare. Parlai al pastore Turco e gli chiesi com’era possibile realizzare liberazione e ricevere la pace, il pastore rispose: quando sentirai l’invito di arrenderti ai piedi di Cristo non indugiare a farlo perché quando lo farai allora diventerai un cristiano.

Oggi posso dire che non tardò quel momento, subito il Signore parla al mio cuore, ricordo che il Signore investi il mio cuore in una delle successive riunioni. fece una grande opera nella mia vita, oggi sono un uomo nuovo il mio desiderio e servire il Signore anche in questo carcere insieme ai miei compagni nell’organizzare le riunioni che teniamo col pastore. Sono molti scritti al corso evangelico, diversi stanno ricevendo il Signore. La nostra preghiera e che l’Evangelo deve raggiungere tramite noi anche le nostre famiglie. Ringrazio il Signore perché, con il Suo aiuto si stanno aggiustando i processi, non si esclude la possibilità che potrei uscire. In ogni colloquio con mia moglie e i miei bambini parliamo di Cristo. So che alcune sorelle della chiesa vicino casa nostra, stanno visitando mia moglie e i miei due bambini frequentano la scuola domenicale. Sa quando ho conosciuto Gesù e cambiato tutto. Ho chiesto al pastore di battezzarmi, il pastore mi ha detto di farlo in chiesa appena esco. Pregate per noi pregate per l’opera del carcere.

Carcere di SMCV
Rep Tamigi
Nicola

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