MOTIVI DI GRATITUDINE

Essere grati non ci viene naturale, lamentarsi invece, sì. Nessuno aveva motivo di lamentarsi più di Giuseppe. Abbandonato, reso schiavo, tradito e allontanato. Potrebbero essere titoli di capitoli nel racconto della sua vita. Eppure, quando Giuseppe ne parla, non vi è alcuna sfumatura di amarezza. Si sente, invece, l’esatto opposto. Scegliendo i nomi per i suoi due figli, li rende testimonianze viventi della sua gratitudine a Dio. “Giuseppe chiamò il primogenito Manasse, perché disse: “Dio mi ha fatto dimenticare ogni mio affanno e tutta la casa di mio padre”. Il secondo lo chiamò Efraim, perchè, disse: “Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione” (Genesi 41:51-52). Nota due cose: 1. Giuseppe guardò al passato e rese grazie a Dio per tutto ciò che era riuscito ad affrontare; anche tu hai bisogno di fare questo. Che siano cose che altri hanno fatto a te o cose che tu hai fatto a loro, la grazia di Dio ti ha fatto superare tutto. C’è solo un motivo per parlare del passato ed è ricordare come Dio ti ha guidato, protetto e benedetto in esso. 2. Giuseppe guardò al presente. “Dio mi ha reso fecondo nel paese della mia afflizione”. Ti ricordi di quando hai pensato che non ce l’avresti fatta? E anche di quando gli altri lo hanno pensato? Pensa a tutto quello che il Signore ha fatto nella tua vita! Nonostante gli ostacoli e le opposizioni, Egli ti ha benedetto e si è preso cura di te. Spegni il rubinetto delle lamentele e apri quello del ringraziamento. “In ogni cosa rendete grazie, perché questa è la volontà di Dio… verso di voi”.

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