ALLA FRONTIERA DEL GUATEMALA

“Io ti ho posto davanti una porta aperta”. (Apocalisse 3:8)
“Gesù aprì loro la mente per capire le Scritture”. (Luca 24:45)

ALLA FRONTIERA DEL GUATEMALA

America centrale: un gruppo di studenti credenti, di lingua spagnola,
dedica le sue vacanze all’evangelizzazione. Hanno affittato un minibus con cui quel giorno devono oltrepassare la frontiera del Guatemala dove sono attesi per alcune riunioni. Il posto di dogana si trova dall’altra parte di un fiume che è attraversato da un ponte di assi provvisorio, la cui solidità è molto relativa. Il gruppo attraversa così a piedi il corso d’acqua mentre il bus, prudentemente deviato, dovrà risalire lungo il fiume per più di 50 km. per trovare un altro ponte, il che impegnerà quasi la metà della giornata. Durante queste lunghe ore di attesa, che fare di meglio se non riunirsi sulla piazza principale e cantare alcuni inni? Il sindaco del paese passa e si ferma. Ascolta un momento, poi s’avvicina al gruppo e l’invita a casa sua per cantare ancora e per parlare a sua moglie che cura ì loro due figli ammalati. In questa casa che si è loro aperta, i nostri amici prendono le loro Bibbie, annunciano l’Evangelo e pregano, e i cuori degli ascoltatori si aprono a loro volta per ricevere la Parola di Dio. Il sindaco e sua moglie dichiarano entrambi che desiderano ricevere Cristo nella loro vita. Esperienza indimenticabile per coloro che l’hanno vissuta. Essa ricorda una volta di più, a noi credenti, che accettare un contrattempo come voluto dal Signore può essere il punto di partenza di una ricca benedizione per noi stessi e per altri.

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