LA CROCE SIMBOLO D’AMORE

Le cose più sante senza significato

Un simbolo molto importante per molti ha perso il suo significato

Ogni religione, ogni ideologia ha il suo simbolo visuale che illustra una caratteristica significativa della sua storia e dei suoi credi. Il fiore di loto, per esempio, usato nell’antichità da cinesi, egiziani e indiani, ora è particolarmente associato al buddismo. A causa della sua forma simile a una ruota, si pensi che rappresenti sia il ciclo della nascita e della morte, sia l’emersione della bellezza e dell’armonia delle acque fangose del caos. Qualche volta Budda è raffigurato seduto su un loto completamente aperto, come su un trono.

Il giudaismo antico evitava i segni e i simboli visuali per timore di infrangere il secondo comandamento, che proibiva di costruirsi delle immagini. Ma il giudaismo moderno usa il cosiddetto scudo o stella di Davide, un esagramma formato dalla combinazione di due triangoli equilateri. Il simbolo ricorda il patto di Dio con Davide, secondo cui il suo trono sarebbe stato stabilito per sempre e da lui sarebbe disceso il messia.

L’Islam, l’altra fede monoteista che sorse nel Medio Oriente, è simboleggiato, almeno in Asia occidentale, da una mezzaluna. Originariamente la rappresentazione della luna era già, a Bisanzio, il simbolo della monarchia prima della conquista musulmana.

Il simbolo dei primi cristiani

Quindi il cristianesimo non fa eccezione nell’avere un simbolo visuale; tuttavia la croce non fu il simbolo più antico. A causa delle feroci accuse dirette contro i cristiani e delle persecuzioni a cui furono esposti, essi furono costretti ad essere molto cauti a non ostentare la loro religione.

Quindi la croce, come simbolo universale del cristianesimo, all’inizio fu evitata non solo per la diretta associazione con Cristo, ma anche per la vergognosa associazione con l’esecuzione di un criminale comune.

Perciò sulle pareti e sui soffitti delle catacombe (luoghi di sepoltura sotterranei fuori Roma, dove i primi cristiani perseguitati probabilmente si nascondevano), le figure simboliche dominanti sembra siano state delle rappresentazioni pittoriche non impegnative di un pavone (che si supponeva simboleggiasse l’immortalità), di una colomba, di un ramo di palma simbolo della vittoria dell’atleta o, in particolare, di un pesce.

Solo gli iniziati avrebbero saputo, e nessun altro avrebbe potuto indovinare, che ichthys (pesce) era un acronimo di Iesus Christos Huios Soter (Gesù Cristo, Figlio di Dio, Salvatore).

Ma il pesce non rimase il simbolo cristiano, indubbiamente perché l’associazione tra Gesù e il pesce era dovuta unicamente a un acronimo (combinazione causale di lettere), ma non aveva nessun significato visibile.

Il fatto che in seguito i cristiani scegliessero la croce come simbolo della loro fede, è sorprendente se ricordiamo l’orrore col quale la crocifissione era considerata nel mondo antico.

Possiamo capire perché “il messaggio della croce” di Paolo era per molti dei suoi ascoltatori “scandalo”, persino “pazzia” (1 Cor. 1:18,23).

Come poteva una persona sensata adorare al pari di un dio un uomo morto che era stato giustamente condannato perché criminale e sottoposto alla più umiliante forma di esecuzione?

I romani consideravano con orrore la crocifissione e lo stesso orrore provavano i giudei, anche se per una ragione diversa. Essi non facevano distinzione tra un “albero” e una “croce” e quindi tra un’impiccagione e una crocifissione. Applicavano automaticamente ai criminali crocifissi la terribile affermazione della legge «Colui che è appeso al legno è maledetto da Dio» (Deuteronomio 21:23).

Quindi i nemici della cristianità sia romani che giudei, non perdevano occasione per mettere in ridicolo il fatto che l’unto di Dio e Salvatore dell’uomo, era morto sulla croce. L’idea era assurda.

Un sacro simbolo

Ma la croce, che il cittadino romano riteneva oggetto di vergogna, disonore e persino disgusto per l’apostolo Paolo divenne il suo orgoglio, il suo vanto e la sua gloria. La croce fu centrale negli affetti, nella predicazione e nell’esperienza degli apostoli che avevano compreso cosa significa crocifiggere il proprio io e vivere una vita di discepolato all’ombra della croce. La croce era centrale nel cuore e nei pensieri dei primi cristiani, molti dei quali sotto le feroci persecuzioni subirono il martirio e lo è ancora oggi per credenti di tutto il mondo che hanno fatto di Gesù Cristo, nel vero senso della parola, il loro Salvatore e Signore. La croce è centrale nell’alto dei cieli e lo sarà quando gente di ogni tribù, lingua, popolo e nazioni si prostreranno davanti all’Agnello che «…che ci ama e ci ha liberati dai nostri peccati con il Suo Sangue» (Apocalisse 1:5).

Purtroppo nel mondo di oggi la croce ha perso il suo meraviglioso significato come simbolo sacro del sacrificio di Cristo per i peccatori perduti. Viene diffamata e schernita, abolita con delle nuove leggi, esibita come costoso e scintillante gioiello su vertiginose scollature ed è simbolo di società segrete e di sette sataniche.

E’ disgustoso vedere a quali livelli un simbolo così santo venga dissacrato. I credenti devono ribellarsi a questo con tutte le loro forze.

La croce è il simbolo dell’amore e della santità di Dio, delle sofferenze e della morte di Cristo, diventando simili a Lui nella sua morte.

La croce è un simbolo santo.

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