Sicuro strumento di Vittoria LA PAROLA DI DIO VINCE GLI STRALI DEL MALIGNO
Fin dall’inizio della storia gli strali che il maligno scaglia contro l’uomo sotto forma di tentazioni sono sempre sostanzialmente gli stessi: “la concupiscenza della carne”, “la concupiscenza degli occhi” e “la superbia della vita” L’esempio del Signore Gesù ci insegna che abbiamo un solo modo per uscirne indenni e vittoriosi: riconoscere in ogni circostanza, attraverso una chiara sottomissione, la piena autorità della Parola di Dio.
Scorrendo le Parola di Dio, la mia attenzione è stata attirata dalle parole con cui l’apostolo Giovanni, nella sua prima lettera, ammonisce tutti i figli di Dio:
«Non amate il mondo né le cose che sono nel mondo. Se uno ama il mondo, l’amore del Padre non è in Lui. Poiché tutto ciò che è del mondo: concupiscenza della carne, concupiscenza degli occhi e superbia della vita non viene dal Padre, ma dal mondo. E il mondo passa con la sua concupiscenza, ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno» (1 Giovanni 2:15-17).
Strali fin dagli inizi
Nel libro della Genesi leggiamo che la prima coppia umana è caduta in disgrazia proprio perché non ha fatto “la volontà di Dio”. Infatti Dio aveva messo a loro disposizione i frutti di tutti gli alberi, vietando solo quello dell’albero della conoscenza del bene e del male (Genesi 2:17).
Il brano non aggiunge altro, ma abbiamo ragione di credere che Adamo ed Eva, nel loro candore, non fossero attirati dall’albero proibito, avendo a sazietà la disponibilità dei frutti di tutto il resto del giardino.
Ma ecco che si presenta “il serpente”, che apre perfidamente con una menzogna il
suo dialogo con la donna, dicendo: «Come! Dio vi ha detto di non mangiare da nessun albero del giardino?» (Genesi 3:1).
Dopo che la donna chiarisce che in realtà si tratta di un solo frutto vietato per il loro bene (Genesi 3:2-3), il maligno ribatte che, anzi, mangiandone saranno «come Dio, avendo la conoscenza del bene e dei male» (Genesi 3:4-5).
La donna cede alle lusinghe del serpente e guarda con altri occhi, con occhi pieni di desiderio, l’albero proibito. Allora scopre che il frutto dell’albero della conoscenza del bene e del male è:
• buono per nutrirsi: si desta in lei “la concupiscenza della carne”;
• bello da vedere: entra in lei “la concupiscenza degli occhi”;
• desiderabile per acquistare conoscenza: ed ecco “la superbia della vita”.
Eva non seppe fermarsi: «prese del frutto, ne mangiò e ne diede anche a suo marito, che era con lei, ed egli ne mangiò».
Quindi scopriamo che i tre “strali” che vengono elencati da Giovani e da lui definiti “cose che sono nel mondo” e “cose che sono del mondo”, entrano nella storia dell’umanità fin dagli inizi, perché la prima coppia cede alle lusinghe di Satana e disubbidisce alla volontà di Dio.
Queste realtà hanno pregiudicato, da quel momento in poi, i rapporti tra Dio e la sua creatura.
Uomini colpiti dagli strali
I casi citati dalle Sacre Scritture in cui troviamo l’azione deleteria dei tre strali sono tanti e l’elenco diverrebbe troppo lungo.
Dobbiamo limitarci a qualche episodio più esemplare, dopo aver ricordato che le depravazioni collettive degli uomini che hanno fatto seguito al loro soccombere davanti agli strali del maligno hanno spinto Dio a giudicarli con il diluvio (Genesi 7) e con zolfo e fuoco (Genesi 19:24-25).
Troviamo, come casi singolari, tre personaggi famosi caduti sotto gli strali di satana ricordati da Giovanni:
1. Caino. Egli rifiutò di accettare con sottomissione le indicazioni di Dio relative ai sacrifici e presentò a Dio un’offerta sbagliata. Nella sua scelta mostrò chiaramente di essere stato colpito dallo strale della “superbia della vita”. La sua irriducibilità nell’errore lo portò addirittura a scaricare sull’innocente fratello Abele il suo livore, divenendo, oltre tutto, anche il primo omicida-fratricida della storia umana. Come dire: “un abisso chiama un altro abisso” (Salmo 42:7).
2. Sansone. Fu colpito dallo strale della “concupiscenza degli occhi” quando rispose caparbiamente ai genitori che cercavano di dissuaderlo dallo scegliere per moglie una donna filistea: “Piace ai miei occhi” (vers. Diodati). In questo modo contravvenne a precise disposizioni di Dio,
Nella sua totale indisponibilità ad ascoltare i genitori vediamo anche manifestarsi gli effetti dello strale della “superbia della vita”, ma fu colpito anche dal terzo strale, dal momento che, accecato dai primi due errori, si accoppiò con la donna, cedendo così alla “concupiscenza della carne”.
3 Davide. Quando vide Bath-Sceba e la desiderò, Davide fu colpito, senza opporre resistenza, dallo strale della “concupiscenza degli occhi”. Poi da quello della “concupiscenza della carne”, perché mandò a prenderla e si accoppiò con lei, pur sapendola maritata e commettendo così il grave peccato di adulterio. Infine lo colpì anche “la superbia della vita”, perché sfruttò arrogantemente le sue prerogative di re per ordinare che Uria lo Itteo, marito di Bath-Sceba, fosse esposto in prima linea durante la battaglia per andare incontro a morte certa, macchiandosi in questo modo anche del reato di omicidio.
Come sappiamo tutti questi tre personaggi hanno avuto pesanti conseguenze nelle loro vita per non aver saputo resistere agli strali del maligno.
Anche il popolo d’Israele rese più volte difficile il suo rapporto con il Signore, suscitando sovente la sua ira, a causa delle sue cadute frequenti davanti agli attacchi di satana.
La vittoria di Gesù
Nel racconto con cui ha inizio il capitolo 4 del vangelo di Matteo (1-11) leggiamo che, approfittando della fame che aveva Gesù dopo quaranta giorni di digiuno nel deserto, satana gli si accostò con un’insinuazione molto simile a quella usata con Eva.
Con la donna aveva messo in dubbio l’infallibilità e l’autorità di Dio. Con Gesù sfida la Sua natura divina. Infatti i primi due strali che lancia contro Gesù sono preceduti da un subdolo “Se tu sei il Figlio di Dio” ; satana tenta Gesù con tre proposte.
1. “Se tu sei il Figlio di Dio, ordina che queste pietre diventino pane” (v. 3). Ecco lo strale della “concupiscenza della carne”. Gesù risponde con fermezza: «STA SCRITTO (Deuteronomio 8:3): non di pane soltanto vivrà l’uomo ma di ogni parola che proviene dalla bocca di Dio»
La Parola di Dio è cibo per l’anima come il pane è cibo per il corpo. Il nutrimento dell’anima è così appagante da compensare i momenti di privazioni fisiche.
2. v. 6: «Se tu sei il Figlio di Dio, gettati giù (e qui, di seguito, satana osa citare un passo della Scrittura: stiamo in guardia… può farlo anche con noi! Accostiamoci allora alla Parola di Dio sempre con discernimento spirituale e chiedendo umilmente luce da Alto!). Egli darà ordini ai Suoi angeli a Tuo riguardo ed essi ti porteranno sulle lor mani…» (Salmo 91:11-1 2).
In questa seconda tentazione il maligno, mettendo ancora in dubbio le capacità divine del Dio incarnato, lo istiga a fare sfoggio di queste qualità per farlo cadere sotto i colpi dello strale della “superbia della vita”.
Le stesse parole di provocazione, messe in bocca alle autorità e alle turbe, le ritroviamo nella sfida estrema lanciata a Gesù, perché scendesse giù dalla croce, rivelando così platealmente la Sua divinità.
Gesù si oppone anche a questo strale con la Parola: «È altresì SCRITTO (Deuteronomio 6:16): non tentare il Signore Dio tuo».
3. satana porta Gesù in un luogo elevato e gli fa vedere la gloria di tutti i regni del mondo e, usando perfidamente lo strale della “concupiscenza degli occhi”, si rivolge a Lui con queste parole (v. 9): «Tutte queste cose ti darò, se tu ti prostri e mi adori».
v. 10: «Allora Gesù gli disse: “Vattene, satana, perché sta scritto (Deuteronomio 6:13): Adora il Signore Dio tuo e a Lui solo rendi il culto” ».
E’ fondamentale rilevare che il Dio fatto carne, che poteva sconfiggere il maligno con armi divine, ha invece rintuzzato vittoriosamente le tentazioni con le leggi che Dio ha dettato all’uomo perché se ne servisse per il suo bene e Gesù, come uomo perfetto e perfettamente sottomesso a quelle leggi, vi ha fatto preciso e coerente ricorso.
Questo per dare una lezione a noi, in modo che potessimo imparare dal Suo esempio che la Parola di Dio è la “spada dello Spirito”, è un’arma sicura per condurci alla vittoria
In questa straordinaria pagina della vita di Gesù sulla terra noi vediamo che, quando proprio agli inizi della Sua missione di salvezza, Egli venne ripetutamente provocato da satana, ricorse con autorità alla Parola, citando tre passi del Deuteronomio.
Una lezione per noi
Poiché siamo convinti che tutti i fatti raccontati dalla Parola di Dio sono avvenuti e sono stati tramandati fino a noi affinché se ne tragga non solo conoscenza ma anche insegnamento esemplare per la nostra vita cristiana, vediamo che abbiamo molto da imparare da questo comportamento del nostro Maestro.
Una cinquantina d’anni fa un giovane appena convertito, nell’entusiasmo del momento ma ancora con le remore della vecchia natura (nel suo passato gli piaceva fare “il bullo”), disse: «Io non ho paura del diavolo; se si ripresenta gli do un pugno che lo rimando all’inferno!! ».
Gli fu risposto ridendo che l’avversario gli si era appena presentato e lo aveva fatto cadere nel peccato di presunzione…
E’ buona cosa vigilare e non sottovalutare l’avversario (Giuda 9).
satana sa che, dopo i quaranta giorni nel deserto, Gesù avrebbe iniziato quella missione redentrice e che, quindi, avrebbe conosciuto una piena sconfitta.
Ma ciò nonostante non si arrese e anche nella fase culminante della crocifissione, metterà in bocca i falsi religiosi del tempo e alle turbe le stesse parole di sfida:
«Se tu sei il Figlio di Dio…» (Matteo 27:40).
Sulla croce il Vincitore oppose dignitosamente il silenzio; qui nel deserto invece usò le risposte già pronte del Libro.
Gesù è stato nel deserto per vivere l’esperienza di Figlio dell’uomo, soffrendo la fame come un uomo: un Figlio d’uomo che non avrà dove posare il capo (Matteo3:20).
satana sconfitto dalla Parola!
Alla sfida lanciatagli dal maligno con i suoi strali, Gesù rispose come Figlio dell’uomo, usando le stesse armi che Dio ha messo a disposizione di ogni uomo perché resti a Lui fedele. Rimaniamo ammirati davanti a quest’esempio: Gesù non ha usato “un pugno” (come avrebbe voluto fare il giovane credente appena ricordato): ha fatto sparire satana dalla Sua presenza citando semplicemente tre testi della Parola di Dio! Tre testi che, come tutta la Parola, sono a disposizione ancora oggi anche di tutti noi! Gesù ci ha insegnato che, per vincere il maligno, basta opporgli con fede la Parola di Dio.
Per il prezzo del nostro riscatto, per la nostra redenzione, Gesù sulla croce sconfisse satana versando il Suo Sangue per noi: azione fatta una volta per sempre, irripetibile (Ebrei 10:12), salvifica per chi è disposto ad accettarla con fede per la propria salvezza personale. Il modo con il quale Gesù sconfisse satana sulla croce poteva essere “praticato” solo da Lui, in quanto uomo perfetto, «agnello senza difetto né macchia ».
Proprio sulla croce il Figlio di Dio ci mostra in quale modo ha “pagato” definitivamente «il prezzo del nostro riscatto» dalla schiavitù di satana e questo lo ha fatto per noi, «mentre noi eravamo ancora senza forza»(Romani 5:6). Ma noi, che ora siamo suoi, abbiamo a disposizione la sua forza, siamo “fortificati resi forti) in Cristo” e siamo invitati ad imitarLo (Matteo 11:29).
Il Figlio dell’uomo nel deserto ci ha insegnato come ogni uomo può respingere quotidianamente gli strali del maligno, facendo un uso appropriato ed opportuno della Parola di Dio, lasciataci perché la usiamo.
satana si allontanò davanti al triplice “STA SCRITTO” lanciatogli contro da Gesù.
Se Adamo ed Eva fossero stati determinato ad ubbidire, rispondendo fermamente: “Dio ha detto”, avrebbero ottenuto lo stesso, vincente, risultato.
La Parola di Dio è:
• “pura”, perché affinata col fuoco (Salmo 119:140; Proverbi 3:5);
• “buona” (2 Re 20:18);
• “diritta” (Salmo 33:4);
• “stabile nei cieli” (Salmo 119:89);
• “Luce” (Salmo 119:105);
• “verità” (Salmo 119:160; Giovanni 17:17).
Non amiamo le cose che sono nel mondo e del mondo!
Indossiamo l’armatura che Dio mette a disposizione di tutti noi perché possiamo difenderci dal maligno (6:10-18).
• Impugniamo la spada dello Spirito che è la Parola di Dio!
• Cingiamoci i fianchi con la cintura della Verità!
• Rivestiamoci con la corazza della giustizia!
• Indossiamo come calzature lo zelo del Vangelo della pace!
• Proteggiamo il nostro capo con l’elmo della salvezza!
• Preghiamo con l’aiuto dello Spirito Santo!
• Teniamo in mano lo scudo della fede (Efesini 6:10-18)!
Non confidiamo in alcunché di nostro, ma, come fece Davide giovinetto davanti al gigante Goliath, confidiamo soltanto «nel nome del Signore degli eserciti»(1 Samuele 17:45)!
Sull’esempio lasciatoci da Gesù nel deserto, rispondiamo fermamente “Sta scritto!” e facciamo sempre la volontà di Dio!
Solo in questo modo potremo respingere tutti gli strali che il Maligno lancerà contro di noi.
“Noi che conosciamo Gesù Salvator forti in Lui, saremo sempre vincitor”
A Dio solo la gloria!
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