“O Israele, torna al SIGNORE, al tuo Dio, poiché tu sei caduto per la tua iniquità.” (Osea 14:1)

“Dio mio, la mia iniquità è quella di non averTi dato ascolto; la mia iniquità è quella di aver fatto la scelta di non voler continuare a camminare alla Tua presenza; la mia iniquità è quella di non essermi fidato di Te, scegliendo di confidarmi negli idoli.”
Fino a quando ci dobbiamo comportare esattamente come il figliuol prodigo che scelse di allontanarsi dal padre? La scelta di non ubbidire più al padre, il pensiero di potersi liberare da ogni vincolo e da ogni regola, la prospettiva di dare libero corso ai propri desideri e alle proprie passioni, di concedersi ogni esperienza e ogni fasto, formano nel figlio la convinzione che solo abbandonando la casa del padre avrebbe potuto realizzare pienamente la sua vita e trovare la vera felicità; come realizzare altrimenti questo sogno? Pensiamo che la libertà significhi fare ciò che si vuole, quando invece si ha la libertà proprio seguendo la legge di Dio e facendo la Sua volontà.
Ma quando subentra questa scelta? Quando cominciamo a ragionare sulle cose Dio; quando vogliamo cercare di capire il perché permette determinate circostanze; quando Egli ci chiede di fare una cosa che non ci piace perché non è secondo la nostra logica e il nostro programma di vita; quando Egli ci vuole portare a perseguire nelle vie che non sono le nostre.
Quando usiamo tutto noi stessi per discutere con Dio non facendo altro che dimostrare mancanza di amore e di fiducia nei Suoi confronti.
Devi attraversare il deserto? Vai avanti, non ti preoccupare, Dio è con te. Devi attraversare i fiumi e/o il Mar Rosso? Vai avanti, Dio è con te. Ti sta chiedendo di rinunciare a tutto ed a te stesso? Fallo, che t’importa? È o no il Signore e il Padrone della tua vita? Si? Bene, allora lascia che Lo sia. Ti ha detto di passare all’altra riva e nel frattempo arriva una tempesta…Non ti spaventare e non farti prendere dal panico, perché ti ha detto che passerai all’altra riva insieme a Lui.
Mai bisogna porsi e porre a Dio il perché, poiché noi non abbiamo il diritto di chiedere a Dio delle spiegazioni sul perché una tale cosa. O si sceglie di ascoltare Dio o si sceglie di ascoltare sé stesso. O si sceglie di ubbidire a Dio o si sceglie di disubbidire a Dio. O si sceglie di camminare nelle Sue vie o si sceglie di camminare nelle nostre vie. O si sceglie di affidarci a Dio o si sceglie di affidarci agli idoli. Perché scegliere di vagare qua e là per il mondo vivendo una vita dissoluta e sperimentando poi paure, ansietà, insoddisfazioni, tristezze, fame e sete, mancanze di cura, mancanza di pace, e schiavitù. Perché rinnegare e discutere contro il Suo volere solo perché non lo comprendiamo? Citiamo spesso un famoso verso: “Tutte le cose cooperano al bene di quelli che amano Dio”, e poi?
Non sapete che non appartenete a voi stessi? Non ricordate più che i nostri pensieri non sono i Suoi pensieri? Quindi che senso ha scegliere di allontanarci da Dio? Chi sei tu da avere la presuntuosa libertà di puntare il dito contro Dio? Non ha senso che si continua a dire di amare Dio e di avere fiducia in Dio quando ogni volta ci comportiamo in quel modo. Per un cristiano la cosa più importante è amare Dio, è affidarsi a Dio, è camminare con Dio, qualunque cosa accada…costi quel che costi! Al cristiano non gli deve importare nulla di ciò che accade, deve a Dio lasciar libero di agire come vuole, poiché Dio sà cosa fare e sà ciò che è meglio per noi. Il cristiano non deve fare nient’altro. Può bastare una pur minima reazione che lo porta a dimostrare di saperne più di Lui.
Cosa vogliamo fare? Daremo ora la libertà a Dio di gestire la nostra vita? Siamo noi pronti ad accettare tutto purché la volontà di Dio si compia in noi? Vogliamo scegliere di rimetterci nelle Sue mani mani senza misura, con una fiducia infinita?
La sapienza e la prudenza risiedono nell’ubbidienza alle vie del Signore. Solo il Signore promette guarigione, amore, refrigerio, pace, gioia, rinnovamento e crescita, quindi perché allontanarci da Lui? Torniamo al Signore, poiché siamo caduti nella nostra iniquità.

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