Discernere le voci che risuonano intorno a noi (Salmo 2)

Il mondo è pieno di voci e il salmo n. 2 ci aiuta a distinguere le voci che udiamo.

I. La voce delle nazioni
“Perché tumultuano le nazioni, e i popoli tramano cose vane? I re della terra si ritrovano, e i principi si consigliano insieme contro l’Eterno e contro il Suo Unto, dicendo: Rompiamo i loro legami, e sbarazziamoci delle loro funi»” (1-3).
L’immagine presentata qui dal nostro salmo è quella di una cospirazione ai danni di un legittimo sovrano. Fra i suoi avversari c’è un certo movimento, un vociare di gente che prepara una rivolta contro il governo.
Siamo ai preliminari della rivolta, nella fase del complotto al fine di liberarsi dal giogo del re, una cospirazione che finirà con un appello aperto e animoso alla ribellione.
Non si tratta però della rivolta contro un dittatore ingiusto e cattivo, ma della rivolta contro un giusto governo da parte di forze che vogliono stabilire il proprio potere, il proprio arbitrio, i propri interessi. In questo caso i malvagi sono coloro che stanno tramando una rivolta, i malvagi sono “le nazioni”, “i popoli”, “i pagani”.
Ecco allora che il messaggio biblico prende forma davanti a noi: il legittimo Sovrano è Dio ed i ribelli che stanno macchinando di rovesciarne il potere e di prendere loro il controllo della situazione non è altri che l’umanità, l’essere umano, un quadro purtroppo famigliare nella nostra realtà.

1. L’umana ribellione.
“Perché tumultuano le nazioni, e i popoli tramano cose vane? I re della terra si ritrovano, e i principi si consigliano insieme contro l’Eterno” (2).
Fin dal tempo in cui Adamo aveva dato retta alla voce del peccato ed aveva così causato una maledizione sulla natura che Dio aveva creato, sulla razza umana sono state scritte tre parole con caratteri chiari e grandi: ribellione, apostasia e trasgressione. Se abbiamo orecchie per ascoltare riconosciamo queste parole molto bene che, da ogni parte della terra si alzano per sfidare Dio.
C’è infatti uno spirito di rivalità contro Dio nell’istinto umano.
E’ lo spirito diffuso nel mondo.
Non è una ribellione positiva: è la causa di tutti i nostri mali. La Bibbia dice: «Chi vuol essere amico del mondo, si rende nemico di Dio» (Giacomo 4:4).
In ultima analisi a chi vanno veramente le nostre simpatie: allo spirito del mondo o allo Spirito di Dio. Si tratta però di un antagonismo di cui solo noi avremo la peggio, a meno che noi non accogliamo l’offerta di grazia che Dio ci fa in Gesù Cristo.
2. L’umana apostasia.
«e i popoli tramano cose vane? …e i principi si consigliano insieme contro l’Eterno».
La parola qui tradotta con “tramare” è la stessa di “immaginare”, fantasticare, ed è usata nel senso di chi ribellandosi a Dio ed alla verità stabilita, si costruisce razionalmente un Dio secondo la propria immaginazione ed una verità di comodo a proprio uso e consumo.
Si, l’umanità non può stare senza un qualche Dio, una qualche filosofia che dia senso alla propria vita, ad una legge di comportamento da seguire, e se non può essere il vero Dio e la legge di Dio, allora ci costruiamo noi qualcosa che ci possa tornare comodo.
Apostasia significa rinnegare la verità rivelata per seguire altre strade.
…e non è illuminante vedere come in effetti lo spirito di ribellione conduca progressivamente ad alterare la verità, fintanto che si giunge al suo completo abbandono?
Succede anche oggi che si cerchi di piegare la Bibbia allo spirito del nostro tempo, costringendola ad affermare quello che a noi fa più piacere, solo per capire ben presto che questo lo possiamo fare solo fino ad un certo punto, ed allora si butta via la Bibbia ritenendola non utile ai propri fini.
3. L’umana trasgressione.
«Rompiamo i loro legami, e sbarazziamoci delle loro funi» (3).
Ed ecco così che l’intrigo disegnato nel segreto esce allo scoperto e spinge alla chiara rivolta.
Il “legame” di cui qui si parla è quello che viene usato per tenere a bada un animale ribelle e cocciuto.
La ribellione conduce all’apostasia come pure a liberarsi dai freni, dagli impedimenti che Dio usa per tenere sotto controllo l’indisciplina umana che altrimenti, senza alcuna misura, farebbe danni enormi: le leggi e le norme morali che Lui ha stabilito.

II. La voce di Dio Padre.
«Colui che siede nei cieli riderà, il Signore si farà beffe di loro. Allora parlerà loro nella Sua ira, e nel Suo grande sdegno li spaventerà, e dirà: «Ho insediato il Mio re sopra Sion, il Mio monte santo».
Nonostante la temibile e terrificante voce delle nazioni che si ribellano al legittimo sovrano, l’uomo di Dio, il cui orecchio è sintonizzato con il cielo, ascolta una voce ancora più significativa che risuona al di sopra del rumore e della confusione che regna tutt’intorno: è Dio che parla.
Si tratta di una voce chiara: Dio parla in tutta la Sua gloria, con ogni parte di sé stesso.
La voce è triplice, come triplice è la sua essenza trinitaria.
Che cosa dice questa triplice voce di Dio?

1) Una risata di scherno.
«Colui che siede nei cieli riderà, il Signore si farà beffe di loro» (4).
Dio guarda giù sull’umanità ribelle e ride.
Con infinita pazienza ed amore Egli continua a vestire e a nutrire le nazioni della terra, nella speranza che la Sua infinita bontà li possa condurre al ravvedimento; un giorno però la Sua risata si trasformerà in uno sguardo di severo ed implacabile giudizio, e poveretto chi persisterà a respingere la Sua legittima e giusta autorità!
2) Un espressione di rammarico.
«Allora parlerà loro nella Sua ira, e nel Suo grande sdegno li spaventerà».
Qualcuno ha detto che il silenzio del cielo è la speranza dell’umanità, perché se Dio vorrà alla fine parlare sarà solo nella Sua giusta ira: «Poiché Egli ha stabilito un giorno in cui giudicherà il mondo con giustizia per mezzo di quell’Uomo che Egli ha stabilito» (Atti 17:31).
Sorprende forse che lo scrittore di Ebrei dichiari: «E’ cosa spaventevole cadere nelle mani del Dio Vivente» (Ebrei 10:31).
“Dio non c’è”, dice qualcuno, “o forse è muto”.
Al che si potrebbe rispondere: “E’ meglio per te che stia in silenzio, perché se parlasse, se dicesse su di te quello che dovrebbe pur dire, tu non ci saresti!”.
Ripensate al giudizio di Dio ai giorni dell’arca di Noé e di Sodoma e Gomorra fa testo a questo riguardo.
3) Un’affermazione di intenti.
«Ho insediato il Mio re sopra Sion, il Mio monte santo».
Ecco la risposta che Dio dà alle nazioni ribelli.
Esse immaginano che il Suo eterno progetto possa essere abbattuto e che essi avranno successo nell’impedirgli di stabilire il Suo Figlio sul trono dell’impero universale come Re dei re e Signore dei signori; nulla però è più certo di questo.
La Parola di Dio ci dice che il trono di Davide sarà il trono del Figlio di Dio: «…e regnerà sulla casa di Giacobbe in eterno, e il Suo Regno non avrà mai fine» (Luca 1:33).
L’ultima parola di Dio è stata pronunciata nel Suo Figlio, Gesù Cristo.
Oggi il tono che Egli assume nella Sua voce è quello della grazia, domani però sarà la voce della Sua ira.
“Sta pur certo”, dice il Signore, “a suo tempo Io farò prevalere i Miei giusti diritti di Dio”.

III. La voce di Dio il Figlio
«Dichiarerò il decreto dell’Eterno. Egli mi ha detto: “Tu Sei Mio figlio, oggi Io ti ho generato”. Chiedimi, e Io Ti darò le nazioni come Tua eredità, e le estremità della terra per Tua possessione. Tu le spezzerai con una verga di ferro, le frantumerai come un vaso d’argilla».
In perfetta armonia con Dio Padre, Gesù Cristo, il Figlio, parla con sovrana autorità al riguardo di un fatto impressionante che tutti dovrebbero conoscere:

· La dichiarazione del Suo proposito.
«Dichiarerò il decreto dell’Eterno» (7).
La parola qui tradotta con “decreto” nell’originale deriva da “incidere, imprimere” ed è usata per definire ogni accordo ufficiale.
Questo decreto è il patto che Dio ha stabilito con Suo Figlio al riguardo della redenzione dell’umanità.
Anche se Dio sapeva come l’uomo si sarebbe ribellato, Egli pure aveva stabilito con Suo Figlio di salvare, tutti coloro che si fossero pentiti ed avessero creduto all’Evangelo.
Questo non è altro che il messaggio centrale delle Scritture.
Dio, in Gesù, rimane Signore, sia che lo accettiamo, ed allora sperimenteremo il Suo favore, sia che lo respingiamo, ed allora sperimenteremo la forza del Suo giusto giudizio su di noi.
Egli è il Signore!

IV. La voce di Dio lo Spirito Santo (10-12).
Notate come in questi versetti finali del salmo appaia tutto un tono diverso della voce, una voce più simile all’amore e alla supplica.
E’ la voce dello Spirito Santo, il quale si assume proprio questo compito, quello di persuadere, come dice Giovanni: «convincere il mondo di peccato, di giustizia e di giudizio» (Giovanni 16:8).

1) La Sua Parola di esortazione (10,11).
Questa esortazione è rivolta ai re della terra e a coloro che governano la terra, ai quali si faceva riferimento nei primi versetti di questo salmo. In breve: questo è l’Evangelo, la buona notizia «che ci può rendere savî a salvezza» (2 Timoteo 3:15).
Inoltre ora è il tempo della salvezza, domani potrebbe già essere troppo tardi.
Tocca sia a nazioni che a individui il cessare da ogni ribellione e rendere il culto che a Dio è dovuto con il massimo rispetto, ma anche con gioia.
2) La Sua Parola di invito.
«Sottomettetevi al Figlio» (12).
Il che si potrebbe anche tradurre: “Baciate il Figliolo”.
E’ forse il più dolce invito che la Bibbia fa.
Ricordatevi per altro, che questo invito è rivolto a coloro che sono attivamente in ribellione contro Dio ed il Suo Cristo.
Questa è la più bella offerta di riconciliazione, perché “baciare il Figlio”, significa altresì “baciare il Padre”.
Non vi ricorda forse questo la parabola del Figliolo prodigo che pretende di dare a meno del Padre e che se ne va lontano sperperandone i beni, ma che ravvedendosi, poi, ritorna al Padre per incontrarne non il castigo, ma il bacio e l’abbraccio dell’accoglienza e del perdono?
Per questo la Scrittura così ci esorta: «Siate riconciliati con Dio» (2 Corinzi 7:5).
Il salmista allora così conclude il suo salmo: «Beati tutti coloro che si rifugiano in Lui”».
Al di fuori da questo rifugio c’è pericolo, morte e dannazione; in Cristo c’è sicurezza, certezza e gioia.

Conclusione
Solo quando ascolteremo questa voce ed ubbidiremo ad essa, saremo in grado di respingere le voci che ci incitano alla ribellione, all’apostasia ed alla trasgressione in un mondo che velocemente sta andando verso l’esecuzione del giusto giudizio di condanna che Dio ha pronunziato su di esso.

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