IL CRISTIANESIMO PRIMITIVO È ANCHE QUELLO ODIERNO?

“La moltitudine di quelli che avevano creduto era d’un sol cuore e di un’anima sola; non vi era chi dicesse sua alcuna delle cose che possedeva, ma tutto era in comune tra di loro” (Atti 4:32)

Qui si parla del cristianesimo primitivo…e l’odierno cristianesimo rispecchia quello primitivo? Verifichiamo.
I cristiani primitivi non pensavano ognuno a se stesso, perché comprendevano che tutto quello che avevano apparteneva a Dio. Quindi, invece di aggrapparsi egoisticamente ai propri averi, li consideravano proprietà di tutta la fratellanza. Erano ripieni dell’amore di Cristo e di conseguenza il loro cuore ardeva di amore per gli altri. Tale amore si manifestava nel donare: questo è il motivo per cui i primi cristiani espressero la realtà della comunione di vita in Cristo praticando la comunione dei beni. E quando c’erano bisogni, c’erano credenti pronti a dare, molto più di una piccola offerta. Piuttosto questi credenti erano pronti a vendere poderi e case per aiutare molto gli altri. Non davano solo quel che era per loro il superfluo, davano doni di grande valore. È importante notare che l’importo veniva distribuito ogni volta che ve ne fosse bisogno; non era praticato arbitrariamente in un momento specifico. Non si trattava di una rinuncia alle proprietà personali, ma di un amore che non sapeva risparmiarsi di fronte alle necessità altrui. Era come se avessero preso alla lettera l’attuazione del comandamento di Dio presente nel libro di Deuteronomio capitolo 15 versi dal 7 all’11: “Se ci sarà in mezzo a voi in una delle città del paese che il Signore, il tuo Dio, ti dà, un fratello bisognoso, non indurirai il tuo cuore e non chiuderai la mano davanti al tuo fratello bisognoso; anzi gli aprirai largamente la mano e gli presterai tutto ciò che gli serve per la necessità in cui si trova. Guàrdati dall’accogliere nel tuo cuore un cattivo pensiero che ti faccia dire: “Il settimo anno, l’anno di remissione, è vicino!”, e ti spinga ad essere spietato verso il tuo fratello bisognoso, così che non gli darai nulla; poiché egli griderebbe al Signore contro di te, e un peccato sarebbe su di te. Dagli generosamente; e quando gli darai, non te ne dolga il cuore; perché, a motivo di questo, il Signore, il tuo Dio, ti benedirà in ogni opera tua e in ogni cosa a cui porrai mano. Poiché i bisognosi non mancheranno mai nel paese; perciò Io ti do questo comandamento e ti dico: apri generosamente la tua mano al fratello povero e bisognoso che è nel tuo paese”. Perciò, dovevano aiutare, con cuore generoso, chi si trovava nel bisogno. Passo ad Ebrei 13:16
“Non dimenticate poi di esercitare la beneficenza e di mettere in comune ciò che avete, perché è di tali sacrifici che Dio si compiace” (Ebrei 13:16)
Dio vuole che facciamo parte dei nostri beni agli altri, chiaramente, agli altri che sono nel bisogno.
Cosa è meglio: soddisfare i bisogni del nostro prossimo o soddisfare i nostri bisogni? Se noi provvediamo per il nostro prossimo, Dio provvederà per noi. Nulla ci mancherà. Dio ama un donatore gioioso. Badate bene: “NON C’ERA NESSUN BISOGNOSO TRA DI LORO”.
Il pensiero di quella moltitudine era: “ciò che è mio è anche tuo” e tutto appartiene a Dio.
Ogni forma di egoismo era stata eliminata e abrogata in mezzo a loro e l’amore non era solo predicato ma praticato in maniera evidente per tutti.
Una delle soluzioni ai problemi in mezzo al popolo di Dio si trova proprio quando si ha maggiormente a cuore l’interesse degli altri piuttosto che il proprio. Nel dare la nostra vita in sacrificio devoto per gli altri ci eleviamo al di sopra del conflitto egoista degli uomini.
È sempre Dio che prima dà all’uomo, e poi, richiede dall’uomo una risposta giusta.
Nelle religioni create dagli uomini, invece, è l’uomo che deve agire per primo. Spesso, l’uomo fa qualche sacrificio per il suo dio, o l’uomo prende qualche iniziativa, e poi il dio di quella religione dovrebbe rispondere.
Quanto quel modo di pensare è diverso dalla realtà che la Bibbia ci rivela! È sempre Dio che agisce per primo. Dio fa, Dio opera in noi, Dio provvede la sua grazia, e poi, ci insegna come dovremmo vivere, per mezzo della grazia che abbiamo già ricevuto.
Lo Spirito cerca di unire ma l’uomo alza i suoi recinti…
La vera benedizione spirituale, il vero riempimento dello Spirito fa di noi delle persone generose, quindi dove c’è egoismo, dove c’è cupidigia e avarizia non c’è la presenza, l’opera e l’amore di Dio nella propria vita. E chi non dona, non hai mai veramente considerato quanto Cristo ha fatto per lui.
Quindi, alla luce di questa indagine, il cristianesimo primitivo è anche quello moderno? No.
Vi leggo, in conclusione, ciò che ho trovato scritto in un commento:
Piuttosto amaro ma, disgraziatamente, spesso esatto, è il moderno parallelo di un commentatore:
Mettendo a confronto la chiesa primitiva con l’odierno cristianesimo, qualcuno ha dichiarato: “Non sbagliamo di molto se pensiamo che, se l’evangelista Luca avesse descritto il cristianesimo moderno anziché quello primitivo, avrebbe dovuto modificare il passo di Atti 4:32-35 in qualcosa di simile: “…E la moltitudine di quelli che avevano creduto avevano un cuore duro e un’anima di pietra; ognuno dichiarava che tutte le cose che possedevano erano sue, e tutti si comportavano in questo modo. Con gran potenza rendevano testimonianza delle attrattive di questo mondo, e grande era l’egoismo di tutti loro. Infatti molti tra loro mancavano di amore; perché tutti quelli che possedevano poderi ne acquistavano gli altri, e a volte ne portavano una piccola parte per il bene comune, così i loro nomi erano scritti sui giornali ed erano pubblicamente lodati, secondo i loro desideri”.

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