“Ma quella stessa notte la parola del Signore fu rivolta a Natan in questo modo: Va’ e di’ al mio servo Davide: Così dice il SIGNORE: Saresti tu quello che mi costruirebbe una casa perché io vi abiti?” (2Samuele 7:4-5).

Sino al tempo di Davide, la casa di Dio era costituita dalla struttura mobile della tenda, che, durante l’esodo dall’Egitto, era stata trasportata dai Leviti accompagnando il popolo d’Israele in tutti i suoi spostamenti. Nell’intento di rendere grazie a Dio, il re Davide si propose di edificare un tempio all’Iddio suo. Ma la dimora preferita del Signore è sempre stato il cuore umano convertito alla Sua parola.

L’idea di costruire il tempio di pietra non fu pertanto iniziativa di Dio, ma scaturì dal cuore di Davide, per onorare il Suo Dio. Ma in 2Samuele 7 vediamo che il Signore si oppone al progetto di Davide, perché è solo quella tenda ed è solo quell’arca che Egli ha voluto. I templi di pietra sono stati innalzati per volontà degli uomini, e non per desiderio del Signore. Dio ha sempre viaggiato in una tenda, volendo stare in mezzo ai Suoi figliuoli, e non ha mai domandato ad alcuno di costruirGli una casa di pietra e di legno. Disse ad Abrahamo di uscire dalla sua casa e di viaggiare in tende mobili, e lo condusse dalla Mesopotamia alla terra promessa. Spiritualmente ciò significava che Dio costituiva il cuore di un uomo come Sua dimora. Il Signore nostro Dio ha sempre continuato a ripetere che desidera dimorare in mezzo al Suo popolo; ha sempre bramato di abitare in noi, con noi, in mezzo ai Suoi figli. Sì, Dio permise la costruzione del tempio ma, se ci avete fatto caso, non dettò direttamente istruzioni particolari su come edificare la costruzione, contrariamente a come aveva fatto con Mosè, perché il tempio non era proceduto dalla Sua diretta volontà, ma dalla volontà di Davide, e fu Davide a stendere i progetti.
Non è vero, quindi, che tutto ciò che sentiamo in cuore di fare provenga da Dio. Dobbiamo imparare a riconoscere la guida di Dio, lo Spirito Santo, da quelle che provengono dalla nostra immaginazione umana e dai nostri pensieri umani. Dio desidera che noi conosciamo e ascoltiamo la Sua voce.
Non possiamo procedere per mezzo di sensazioni fisiche. Il tipo di testimonianza interiore della guida dello Spirito Santo è una cosa che non possiamo percepire attraverso i nostri corpi fisici e nemmeno nelle nostre emozioni. Si deve imparare a conoscere la differenza tra i sentimenti delle nostre emozioni fisiche e del nostro corpo e i sentimenti del nostro spirito.
Inizialmente faremo anche degli errori mentre impariamo confondendo talvolta un desiderio emotivo con un il volere di Dio con la testimonianza interiore dello Spirito Santo nel nostro spirito. Dio disse: “Mettero dentro di voi il Mio Spirito e farò sì che CAMMINERETE SECONDO LE MIE LEGGI e osserverete e metterete in pratica LE MIE PRESCRIZIONI”.
Un cristiano nato di nuovo ha la totale volontà nel suo spirito soltanto di ubbidire alla volontà di Dio.
Colui che è nato di nuovo ha in sé il potenziale per conoscere ogni cosa della volontà di Dio. Dobbiamo imparare a distinguere la Sua voce da altre voci che possono solo confonderci.
Se non impariamo a conoscere la voce di Dio non saremo mai capaci di camminare vicini a Dio in ubbidienza e fede. Ci sarà sempre qualcosa che mancherà nella nostra vita cristiana. Per fare la volontà di Dio bisogna non tenere se stessi in alcun conto.
Molti sanno quanto sia importante ubbidire agli insegnamenti delle Scritture. Ma sanno poco dell’ubbidienza a Gesù Cristo mediante la guida giorno per giorno dello Spirito Santo. Questo avviene perché raramente viene insegnato come vedere la differenza tra la voce di Dio e quelle che vengono da dall’immaginazione umana.
Come si può allora avere sempre la presunzione di credere che tutto ciò che è nel nostro cuore venga da Dio?
Ricerco la volontà di Dio o l’aiuto di Dio nel fare la mia volontà e realizzare i miei piani? Non è possibile fare prima i nostri progetti e poi portarli a Dio e chiedere di aiutarci. Dobbiamo solo attendere, mentre camminiamo alla Sua presenza, che Lui ci riveli i Suoi progetti. Non possiamo mettere né i nostri pensieri né la nostra volontà nei pensieri e nella volontà di Dio. L’opera deve essere sempre e solo di Dio, e dovrebbe utilizzarsi di noi per compiere la Sua opera, non la nostra. Non dobbiamo affidarci a ogni nostro impulso. Al contrario, ogni cosa deve essere valutata alla stregua del volere di Dio, con attenzione. Se Dio è dentro di noi, dobbiamo pur talvolta lasciar perdere i nostri desideri.
“Ho sentito nel cuore di fare questo..” spesso è ambire agli onori, cercare l’approvazione degli uomini, montare in alta condizione, è seguire desideri carnali, e aspirare a cose.

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