ESSERE BENEDETTI

Essere benedetti non è un emozione o una sensazione, ma significa avere l’opportunità di “cambiare”, dar vita ad un nuovo inizio, significa possedere una pace profonda dinanzi alle situazioni più disperate e così via.
Giacobbe era un uomo già benedetto. Isacco lo aveva benedetto, era partito da casa solo e nel tempo ebbe mogli, figli, servi e bestiame, era molto ricco. Ma quando s’incontrò con l’Angelo a Peniel l’unica cosa che chiesa fu: Signore benedicimi. Perché? Probabilmente si rese conto che è la benedizione del Signore che ci da la forza di camminare in modo giusto. Giacobbe in un attimo comprese che la vera ricchezza erano i cambiamenti interiori che avrebbe ricevuto da Dio dinanzi alle situazioni più avverse. Davanti a se lo scenario era senza scampo. Esaù suo fratello gli stava venendo incontro con 400 uomini, indietro non poteva tornare in quanto aveva giurato a suo suocero Labano di non oltrepassare il confine stabilito. Che fare? Il grido di Giacobbe dinanzi a tutto questo fu: Signore benedicimi. Giacobbe comprese che la benedizione era l’unica soluzione, ma in quella richiesta si nascondeva una piena dipendenza da Dio, si intravedeva una totale fiducia in Colui che aveva iniziato l’opera nella sua vita. Il resto lo conosciamo un pò tutti. Da Giacobbe ad Israele, da soppiantatore a colui che lotta e vince,. La benedizione regnò e vinse su ogni situazione umana interiore ed anche esterna. Esaù non si vendicherà più, abbraccerà sua fratello Giacobbe e la benedizione unì due fratelli separati da 20 anni.
Possa ogni cristiano ricercare la benedizione di Dio in ogni area della vita. La benedizione crea ponti, fornisce le giuste attitudini, cambia le circostante e ci permette di fare pace.
Past. Pietro Varrazzo

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