“Fate dunque dei frutti degni del ravvedimento” (Matteo 3:8)

Il vero ravvedimento è un cambiamento radicale nel cuore che cambia il proprio modo di vedere e considerare Dio e l’uomo. Non consiste solamente nell’essere triste per il peccato e nel comportarsi meglio. Il vero ravvedimento è il cambiamento radicale nel cuore e nella mente. Il ravvedimento richiede un impegno quotidiano. Il ravvedimento è sia un’attitudine sia un’azione. Sarà utile pensare che il ravvedimento si compone in due parti: repulsione e risoluzione La repulsione si ha di fronte a qualcosa di offensivo o sgradevole. In questo caso, si manifesta riconoscendo la perversità del peccato e ritarandosi da esso. Il tuo peccato dovrebbe farti indietreggiare perché ti fa credere che puoi trovare soddisfazione e appagamento in qualcosa di diverso da Gesù. Dietro ad ogni peccato si nasconde l’orgoglio, perché nel momento in cui si sceglie di peccare, neghiamo Dio ed esaltiamo noi stessi. Proverai repulsione soltanto vedendo il carattere Santo e giusto di Dio. Finché non capirai che il peccato è una ribellione autodistruttiva contro il Signore, che guasta la tua vita e calpesta la Sua dignità, non sentirai repulsione. È da chiedersi se davvero apparteniamo a Lui, se davvero c’è il vero ravvedimento.
Noi siamo morti al peccato, come vivremmo ancora in esso? O IGNORIAMO forse che tutti noi, che siamo stati battezzati in Cristo Gesù, siamo stati battezzati nella Sua morte? Siamo dunque stati sepolti con Lui mediante il battesimo nella Sua morte affinché camminassimo in novità di vita. La Sua morte è avvenuta anche per guidarci nel nostro morire e vivere quotidiano. Nati di nuovo siamo giustificati, ma la Sua morte dovrebbe indurci a morire. Ciò significa che la morte di Gesù è anche il mezzo in cui sperimentiamo una profonda e reale trasformazione. Dovremmo sapere che il nostro vecchio uomo è stato crocifisso con Lui affinché il corpo del peccato fosse annullato, e noi non serviamo più al peccato. Dovremmo far conto di essere morti al peccato, ma viventi a Dio, in Cristo Gesù. Il vero cristiano non cammina più secondo la carne, ma secondo lo Spirito; quelli che sono secondo la carne pensano alle cose della carne e non sentiranno mai repulsione; invece quelli che sono secondo lo Spirito pensano alle cose dello Spirito. Ciò che brama la carne è inimicizia contro Dio, perché non è sottomesso alla legge di Dio e neppure può esserlo; e quelli che sono nella carne non possono piacere a Dio. Il vero cristiano non è più nella carne ma nello Spirito, se lo Spirito di Dio abita veramente in lui. Siamo noi dunque a far sì che il peccato regni nel nostro corpo per ubbidire alle sue concupiscenze, e DIMENTICHIAMO E IGNORIAMO che il peccato non ha più potere su di noi, se veramente apparteniamo a Lui, se veramente siamo stati salvati. Attraverso un’azione continua di fede e di ravvedimento, muoriamo al peccato e viviamo per la giustizia. Morire al peccato significa rigettarne l’influenza e riconoscere che il male non ha potere su di noi. Vuol dire confessare la nostra corruzione e le nostre tentazioni, riposando sulla liberazione che Dio ha provveduto attraverso il sacrificio di Cristo Gesù. Mentre muoriamo al peccato viviamo per la giustizia. Vivere per la giustizia significa seguire Cristo in modo santo e crescere nella grazia. Puoi morire al il peccato perché Egli è morto per il tuo peccato. Puoi vivere nella giustizia perché Gesù è risorto e ora sei davvero vivo in Lui.
La risoluzione è la nostra decisione di essere integro, spogliarci del vecchio uomo e camminare in novità di vita. Ciò significa avere la determinazione di vivere secondo la volontà di Dio.
Siamo dunque chiamati a combattere contro il peccato perché questo cerca di allontanarci da Dio, e possiamo ucciderlo grazie a Dio. Siamo chiamati a ucciderlo, a perseguire in modo aggressivo la distruzione; distruggiamo il peccato, o sarà il peccato a distruggerci. Il peccato somiglia a una quercia: se non la tagli, le sue radici diventano sempre più profonde, e i suoi rami si estenderanno, sempre più forti. Non è comunque sufficiente tagliarne i rami; bisogna colpirlo alla radice. Non basta quindi riconoscere il peccato. L’opera di distruggere il peccato non è un miglioramento personale o una riforma morale. È un combattimento spirituale condotto con lo Spirito Santo. Il successo in tale battaglia può avvenire soltanto attraverso la potenza dello Spirito di Dio.
Che oggi sia un giorno per morire e vivere.

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