“Tu sei Mio” (Isaia 43:1-5)

“Ma ora così parla l’Eterno, il tuo Creatore, o Giacobbe, Colui che t’ha formato, o Israele! Non temere, perché Io t’ho riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei Mio! Quando passerai per delle acque, Io sarò teco; quando traverserai de’ fiumi, non ti sommergeranno; quando camminerai nel fuoco, non ne sarai arso, e la fiamma non ti consumerà. Poiché Io sono l’Eterno, il tuo Dio, il Santo d’Israele, il tuo salvatore; Io t’ho dato l’Egitto come tuo riscatto, l’Etiopia e Seba in vece tua. Perché tu sei prezioso agli occhi Miei, perché sei pregiato ed Io t’amo, Io do degli uomini in vece tua, e dei popoli in cambio della tua vita. Non temere, perché, Io sono teco…”

Nel libro di Isaia, Israele è presentato come un popolo dal “collo duro”, che non volle sempre ascoltare e seguire i consigli dell’Eterno.
Forse anche noi, pur essendo credenti, alle volte possiamo somigliare a questo popolo.
Ma grazie a Dio che, nonostante tutto, il Signore ci ama, ci cerca e rivolge a noi la Sua benedetta Parola!
In questo passo il Signore vuole parlare alle nostre diverse nature, al “Giacobbe” e all’“Israele” che sono in noi.
Giacobbe, l’imbroglione e il soppiantatore dalla peccaminosa natura, a Peniel lottò una notte intera con Dio, cui rivolse la propria richiesta: “Non ti lascerò andare prima che Tu m’abbia benedetto!”. Ma Dio a Sua volta gli chiese: “Qual è il tuo nome?” Ed egli rispose: “Giacobbe”. E quello disse: “Il tuo nome non sarà più Giacobbe, ma Israele, poiché tu hai lottato con Dio e con gli uomini, ed hai vinto” (Genesi 32:27-28).
Giacobbe ebbe un nome nuovo, Israele, colui che lotta con Dio.
E forse anche tu, da tempo, come Giacobbe stai lottando con Dio, ti stai opponendo a Lui, ma il Signore ti vuole parlare e dire: “Non temere, perché Io t’ho riscattato, t’ho chiamato per nome; tu sei Mio!”
Dio parla sia ai “Giacobbe” che non hanno ancora aperto il proprio cuore alla Sua opera, sia agli “Israele”, quanti sono nella Chiesa, incoraggiandoli con la Sua Parola “Non temere…”.
Quale Padre meraviglioso! “Padre nostro che sei nei cieli sia santificato il Tuo Nome; venga il Tuo regno; sia fatta la Tua volontà anche in terra com’è fatta nel cielo…”.
Come genitori naturali quando discipliniamo i nostri figli lo facciamo per amore, con amore, e per il loro bene.
Pensiamo a quanto ci ama il nostro Padre celeste che, pur conoscendoci intimamente e sapendo dei nostri peccati, ha dato Gesù affinché noi avessimo vita eterna!
Il salmista afferma: “O Eterno, Tu m’hai investigato e mi conosci…” (Salmo 139:1). Possa essere questo il desiderio di ogni “Israele” che appartiene al Signore ed è stato riscattato da Dio.
Dio si ricorda il nostro nome e chiama perché ci conosce profondamente e desidera che Gli apparteniamo ogni giorno di più: “…t’ho chiamato per nome; tu sei Mio!”.
Nella tempesta Dio verrà in nostro soccorso, non sonnecchierà, né dormirà: “Quando passerai per delle acque, Io sarò teco; quando traverserai de’ fiumi, non ti sommergeranno…”.
Nemmeno nel fuoco della prova il Signore ci abbandonerà, anzi “la fiamma non ti consumerà” e non permetterà che siamo divorati dal dolore, dalla tentazione, dalla difficoltà.
Se lo vorremo veramente, niente e nessuno potranno rapirci dalla potente mano di Dio! “Perché tu sei prezioso agli occhi Miei, perché sei pregiato ed Io t’amo”.
Il solo pensiero di essere preziosi agli occhi di Dio dovrebbe spronarci a servire il Signore con rinnovato zelo, ma ancor di più sappiamo dalla Sua Parola che Egli, oggi, ci ritiene degni della Sua stima, e tutto questo per il solo, immutabile e fermo motivo che: “tu sei Mio!”

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