VENDETTA (testimonianza di Mirco Della Santina)

“Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il Signore” (Levitico 19: 18)

VENDETTA
(testimonianza di Mirco Della Santina)

Correva l’anno 1990, quando la banda dell’Uno Bianca aprì il fuoco contro il campo nomadi di Bologna in via Gobetti, causando la morte di Partizia Della Santina, madre di Mirco e dei suoi fratelli.

Da quel giorno il piccolo Mirco vide la sua famiglia distruggersi a poco a poco: suo padre cercò il conforto nell’alcool; i suoi fratelli iniziarono a prendere le strade della criminalità; sua sorella, invece, per quanto giovane, dovette prendere posto della madre, perdendo tutta la sua infanzia nei lavori di casa.

Inoltre, il trauma di aver assistito alla morte di sua madre, e il dover crescere con la sua mancanza, non gli lasciava pace.

Fu allora che giurò vendetta: avrebbe distrutto la famiglia di quegli uomini così come loro avevano distrutto la sua.

Crescendo, fu a poco a poco trascinato via anche lui dal buio mare della criminalità; comincio con lo svolgere dei compiti semplici, a gestire del denaro facile… Finchè un giorno, gli fu affidata un’arma.

Tempo dopo, ricevette la telefonata dei suoi amici che lo invitavano ad andare in un luna park, informandolo che lì avrebbe trovato il figlio di uno degli uccisori di sua madre…

Il momento era arrivato.

C’erano tutti i presupposti: il luogo, la vittima, l’arma.

Si mise in cammino per mettere in atto la sua vendetta; era sicuro che gliel’avrebbe fatta pagare; ma qualcosa andò storto:
tutto ad un tratto udì una voce dire “Mirco, fermati!”; spaventato, si fermò a controllare che suo padre non l’avesse seguito, e con stupore scoprì che non vi era nessuno dietro di lui. Tornò subito a casa e andò a nascondere l’arma; non conosceva quella voce, non sapeva che era la voce di Dio, ma si fidó.

Tuttavia rimase deluso per non aver compiuto la sua vendetta, sentì come se avesse tradito sua madre, e il rancore dentro di sé continuava a divorargli l’anima…

Anni dopo, si sposò e si ritrovò in attesa di un figlio: pensò a tutto ciò come un nuovo inizio; ma il giorno in cui nacque suo figlio, quando vide che ad assistergli vi erano tutti tranne sua madre, un grande senso di vuoto lo colpì nell’animo… Pensò che quel giorno anche sua madre avrebbe potuto trovarsi là, ma non fu così.

Un gran senso di tristezza era tornato ad affiggerlo.

Essendo suo suocero un cristiano, e avendolo sentito parlare del Dio di pace, Mirco approfittò di un momento di solitudine per chiudersi in roulotte e, nella più assoluta semplicità, provare a pregare questo Dio; rimase egli stesso stupito dalle parole che gli uscirono di bocca: pregò la sua preghiera fu di benedire i suoi nemici!

Quell’odio, quella brama di vendetta, si erano trasformate in amore.

Quell’amore gli restituì la pace e gli servì da redenzione e conversione a Dio.

Anni dopo, venne a sapere da un pastore che un opera di evangelizzazione era iniziata nel carcere dove erano chiusi gli uccisori di sua madre.

Fu colmo di una gran gioia nel sapere che la sua preghiera era stata esaudita.

«Non li colpire!…Metti loro davanti del pane e dell’acqua, affinché mangino e bevano…». (2 Re 6: 22)

Se pensi che sia difficile amare una persona che ti sta antipatica o ti ha fatto un torto, se pensi sia difficile perdonare una persona che ha sbagliato nei tuoi confronti, se pensi sia difficile pregare per i tuoi nemici, spero che questa testimonianza possa farti capire quanto invece sia importante il perdono, per la tua edificazione spirituale e per quella altrui;

vai da tuo fratello, sii tu a chiedergli perdono per aver nutrito rancore verso di lui;

vai da tua sorella, sii tu a chiederle perdono per esserti allontanata da lei anziché mettere da parte il ribrezzo nei suoi confronti;

vai da Dio, chiedigli perdono per aver disprezzato tuo fratello e tua sorella e prega, affinché insieme possiate tornare ad essere una famiglia in Cristo!

Dio ci benedica.

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