DIO È STANCO DELLE NOSTRE PAROLE

Il cristiano vive con parole e azione contradditorie, anche nello stesso momento. Dicendo a se stesso che il comportamento che ha adottato è giusto, pur sapendo di aver sbagliato, accetta di vivere un senso di disagio che lo tormenterà finché non dovrà decidere se abbandonare le proprie ragioni per la verità, oppure insabbiare la testa sperando che prima o poi il senso di colpa lo abbandoni. Ogni volta che un cristiano sceglie di scartare la verità a favore di una menzogna (pur sapendo che potrebbe aver sbagliato) si trova in dissonanza con se stesso
Uno può anche dire: “io sono cristiano!”. Però se non si vive come cristiano, se tu non agiamo come cristiano, se non pensiamo come cristiano, c’è qualcosa che non va. C’è una certa incoerenza! Tutti noi cristiani, siamo chiamati a dare testimonianza di Gesù Cristo. E i cristiani invece vivono ordinariamente, comunemente, nell’incoerenza. Il cristiano incoerente fa tanto male. La vita del cristiano è sulla via della coerenza ma bisogna anche fare i conti con la tentazione di non essere coerente e di fare tanto scandalo.
Se ci troviamo davanti un ateo che ci dice che non crede in Dio, possiamo pur leggergli tutta una biblioteca dove si dice che Dio esiste, e anche si prova che Dio esiste, e lui non avrà fede. Ma, se davanti a questo ateo tu dai testimonianza di coerenza e di vita cristiana, qualcosa comincerà a lavorare nel suo cuore.
Adorare il Signore vuol dire dare a Lui il posto che deve avere; vuol dire affermare, credere, non però semplicemente a parole, che Lui solo guida la nostra storia. Questo ha una conseguenza nella nostra vita: spogliarci dei tanti idoli, piccoli o grandi, che abbiamo e nei quali ci rifugiamo, nei quali cerchiamo e molte volte riponiamo la nostra sicurezza. Sono idoli che spesso teniamo ben nascosti, e possono essere: l’ambizione, il carrierismo, il gusto del successo, il mettere al centro se stessi, la tendenza a prevalere sugli altri, la pretesa di essere gli unici padroni della nostra vita. Adorare, dunque, significa eliminare i nostri idoli, anche quelli più occulti, e scegliere il Signore come unico fondamento e come via maestra della nostra esistenza.
L’aspetto esteriore del nostro carattere e la realtà interiore (che solo Dio e noi sappiamo) non corrispondono.
La Parola di Dio non è applicata ma solo “interpretata”.
Parliamo di non peccare, parliamo della potenza di Dio in noi, ma nella vita quotidiana non ci pensiamo due volte prima di commetterli e non manifestiamo ciò che è in noi. Spesso viviamo come se il Signore non ci fosse, che non vedesse e che non ascoltasse. Viviamo come se la potenza di Dio non è in noi, e non camminiamo più nella santificazione.
Nel confessare i peccati non ci rendiamo più conto che c’è differenza tra confessare con la bocca e confessare col cuore;
Dio vuole confessioni col cuore: “Ho peccato contro te, contro te solo, mi pento, aiutami a non peccare più”.
Non riceveremo mai liberazione a meno che noi non cambiamo. La nostra vita diventerà soltanto più caotica, e la nostra situazione peggiorerà. Smettiamo di difendere la nostra causa, e puntare il dito giustificandoci.
Spesso leggiamo i chiari avvertimenti di Dio nella Scrittura, li sentiamo predicare, eppure non hanno effetto su di noi. Infatti, continuiamo a fare le stesse cose che sentiamo rigettare dalla Parola di Dio. Consideriamo questi esempi:
Gesù stesso dice, “Se voi perdonate agli uomini le loro offese, il vostro Padre celeste perdonerà anche a voi; ma se voi non perdonate agli uomini le loro offese, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre” (Matteo 6:14-15).
Come potrebbe essere stato più chiaro Dio sull’argomento del perdono? Eppure molti cristiani semplicemente non lasciano andare i loro pensieri amari e vendicativi. Essi affermano, “Oh, io ho perdonato quella persona” — ma quelle parole non vengono dal loro cuore. E il Signore lo sa bene.
Forse un tale cristiano è stato maltrattato o sfruttato da qualcuno. Ora, egli pensa di essere giustificato rimanendo nella sua collera e non perdonando. Ma se permette anche solo un pò di rancore nel suo cuore, i suoi peccati inizieranno ad accumularsi contro di lui.
Diciamo che Dio è il Sovrano, che Dio provvede sempre, che Egli è il tutto della nostra eppure ogni singolo giorno ci impregnamo di ansietà, di preoccupazioni, di insoddisfazioni, di affanni e di lamentele dimenticando ciò che è stato detto con così tanta sicurezza. Il cristiano è incoerente quando si lamenta delle circostanze avverse, delle prove, come se Dio nulla sapesse; quando fa uso di ipocrisia, di maldicenza, di calunnia, di falsa testimonianza, di menzogna; quando fa discussione; quando critica; quando pretende di aver ragione; quando agisce e reagisce senza riflettere; quando prende piacere nelle cose effimere del mondo; quando prova odia per prossimo e per il nemico e lo maledice.
Dio è stanco delle nostre parole.
Dio vuole che la nostra vita sia un libro aperto. Dobbiamo voler liberarci da tutti i peccati nascosti – tutta la disonestà, segretezza, falsità, ipocrisia, menzogna, frode. Ecco perchè lo Spirito Santo cerca ogni cosa che in noi non è come Cristo. E se vogliamo davvero cambiare, ci disporremo ad accettare.
Ci vogliono fatti e verità. Onoriamo Dio e abbiamo timore di Dio solo con i fatti e verità.

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