Una riflessione da Proverbi 17:17 AMICIZIA E COMUNIONE

Oggi è difficile realizzare una vera amicizia. La Parola ne esalta il valore: «L’amico ama in ogni tempo; è nato per essere un fratello nella distretta».
Premessa
Da un’indagine effettuata in alcune scuole lombarde è emerso che i valori più importanti per i giovani sono i seguenti:

· l’amicizia per il 94%;
· la famiglia per l’80%;
· la sincerità per il 74%;
· l’amore per il 71%;
· il divertimento per il 68%;
· la fedeltà per il 66%.

È opportuno riflettere sul bisogno che le persone (soprattutto i giovani) hanno di amicizia.
L’amicizia è una relazione che compare molto presto nell’infanzia e diventa sempre più importante con il passare degli anni. Per essere positiva un’amicizia deve essere pura, senza secondi fini o interessi personali. Un vero amico manifesta affetto ed aiuta in modo disinteressato.

L’esempio negativo di Absalom
Non agì in modo disinteressato Absalom che, per raggiungere i suoi obiettivi, trascinato dall‘ambizione e dall’orgoglio, andava incontro alle persone, le baciava, le abbracciava, prometteva loro di aiutarle, le assecondava dando loro ragione, ma in realtà era un ipocrita perché aveva in vista soltanto la conquista del cuore della gente per poi trascinarla con sé nella ribellione contro l’autorità stabilita, ossia contro suo padre, il re Davide (2 Samuele 15).
Sappiamo quanto male Absalom abbia causato a Davide ed a tutto il popolo, perciò fu giudicato dal Signore: terminò i suoi giorni sconfitto, impigliato tra i rami di un terebinto e poi ucciso (2 Samuele 18:9-18). Dobbiamo diffidare di persone come Absalom (Romani 16:17-18).

L’esempio positivo di Gionatan
Gionatan fu per Davide un vero amico; la sua amicizia fu disinteressata, leale, sincera.
Sapeva che Davide sarebbe diventato re al posto di Saul, suo padre, ma non fu mai invidioso, non si comportò in modo sconveniente, anzi rischiò la sua vita per amore del suo amico; lo difese dalle accuse ingiuste del padre, lo aiutò, lo incoraggiò nei momenti difficili e gli mostrò un profondo e continuo affetto (1 Samuele 18:1-4; 19:1-7; 20:41-43; 23:16-18; 2 Samuele 1:17-27).
Un amico vero si può riconoscere dalla sua lealtà e sincerità.
Tutti abbiamo bisogno di amici sinceri con cui condividere i nostri pensieri, sapendo che non ci faranno mai male, amici ai quali possiamo confidare le nostre preoccupazioni, i nostri desideri, sicuri che ci comprenderanno.
L’amico vero è colui che corre in aiuto quando siamo in difficoltà, che dà conforto, che ci resta al fianco quando siamo attaccati dai nemici, che parla sempre in nostro favore, che ci difende dalle cattiverie e dalle maldicenze altrui, che non ci farà mai del male anche quando non condividerà il nostro pensiero, che starà sempre dalla nostra parte, che sarà felice se saremo felici e tristi se saremo tristi.
L’amico vero pregherà per noi, ci consiglierà, ci aiuterà a migliorare spiritualmente, ci farà conoscere con amore, con sincerità ed onestà i suoi errori, ci porterà più vicino al Signore.
L’amico vero non invidia.
L’invidioso, invece, quando parla degli altri, ne mette in evidenza i difetti, le mancanze e fa di tutto per bloccarne il “successo”.
Quando gli amici si trovano in difficoltà, l’invidioso è felice di vederli diminuiti, umiliati e sarà talvolta pronto a dare “una pugnalata alla schiena”.

L’esempio perfetto di Gesù
Gesù è il vero Amico, L’AMICO per eccellenza.
«Nessuno ha amore più grande di quello di donare la propria vita per gli amici» (Giovanni 13:13). Ed Egli ha dato la Sua vita per noi mentre eravamo Suoi nemici (Romani 5:6- 10).
Egli è più fedele e più affidabile di un fratello. Non delude mai, è pronto a simpatizzare con noi, a condividere le nostre ansie, i nostri problemi.
Possiamo accostarci a Lui con piena fiducia, per ottenere misericordia e trovare grazia ed essere soccorsi al momento opportuno (Ebrei 4:14-16).

L’amicizia e il mondo
Non dobbiamo dimenticare che le cattive compagnie corrompono i buoni costumi (1 Corinzi 15:33).
Giacomo scrive: «O gente adultera, non sapete che l’amicizia del mondo è inimicizia verso Dio?» (Giacomo 4:4).

Ogni amicizia che non edifica, che non ci fa realizzare la comunione con Dio, che non ci fa crescere nella fede e che non ci porta ad una maturità spirituale e ad un impegno maggiore nella vita cristiana deve essere evitata.

Le vere amicizie possono essere solo fra fratelli e sorelle in Cristo, con i quali abbiamo in comune gli ideali e gli scopi della vita.
Dobbiamo coltivare rapporti amichevoli con i compagni di scuola, di lavoro, con i vicini di casa, allo scopo di condurli a Cristo.
Dobbiamo coltivare amicizie strette e sincere solo con credenti: per queste c’è la benedizione del Signore: «Quanto è buono, quanto è piacevole che fratelli dimorino insieme; là il Signore ha ordinato che sia la benedizione, la vita in eterno» (Salmo 133:1).

I credenti che si trovano a loro agio con i non credenti o che fanno alleanza con il loro modo di vivere, che godono un’amicizia stretta con loro, sicuramente si conformano al mondo ed ai suoi falsi valori, perdono la propria spiritualità e si pongono sotto il giudizio di Dio.
«Non vi mettete con gli infedeli sotto un giogo che non è per voi» (2 Corinzi 6:14-18).
Il Signore ci ricorda che non avremo quaggiù l’amicizia del mondo, ma l’odio:
«Se il mondo vi odia, sapete bene che prima di voi ha odiato Me» (Giovanni 15:18-20).

Impegniamoci a coltivare amicizie vere nella chiesa; il Signore vuole nella comunità delle belle relazioni interpersonali, basate sull’amore, sulla sincerità, sul perdono, sul rispetto, sulla fiducia.
Ha scritto il sociologo Alberoni: “Non siete stanchi di fingere con quella persona che si proclama vostro amico e vi tratta in modo ignobile? Non siete stanchi di sorridere a gente che appena voltate le spalle non fa che criticarvi e denigrarvi? Non siete stanchi di passare il tempo accanto a persone che passano il loro tempo a fare pettegolezzi maligni?… A volte per rovinare un ambiente basta una persona..” (Corriere della Sera, 18.06.1998).
Nella chiesa non deve essere così!
Dobbiamo mostrare al mondo che quello che non è possibile nella società lo è invece nella chiesa, la nuova società, il nuovo popolo di Dio.
Impariamo allora a realizzare delle vere amicizie cristiane ed una forte comunione con tutti i credenti (Efesini 4:1-6) ed impegniamoci negli incontri fraterni non solo a salutarci, ma soprattutto ad avere atteggiamenti affettuosi ed amichevoli con tutti (1 Corinzi 16:20).

Pasquale Di Nunzio

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